martedì 8 giugno 2010

fascismo fascismi nazionalsocialismi

FASCISMO FASCISMI NAZIONALSOCIALISMO
di
THOMAS STHALER
TRADUZIONE E NOTE DI ALFONSO DE FILIPPI
PREFAZIONE DEL TRADUTTORE
Presentiamo, corredandolo con nostre note, ai lettori italiani questo testo di Thomas Stahler, benché vi si possano trovare tesi, a nostro parere assai discutibili, vari errori e, ancor più, forzature ed esagerazioni, perché lo riteniamo comunque utile per un eventuale dibattito sulla propria “visone del mondo” tra coloro che ancor oggi tentassero di rifarsi in un modo o nell’altro all’eredità dei movimenti nazional-rivoluzionari fioriti in Europa nel secolo scorso. ( Ed. originale Fascisme, Fascismes, Nazional-Socialisme Ars magna ed.B.P. 60426-44004 Nantes, France.2004.) (1)
“ DOBBIAMO ESSERE RIGIDI COME L’ANTICA VIRTU’ ROMANA NELL’ESPRIMERE LA NOSTRA VISIONE DEL MONDO” F. NIETZSCHE
NOTA
(1) Un appunto che si può muovere al saggio dello Stahler è l’aver trascurato due aspetti per noi fondamentali del Fascismo europeo: il rifiuto della democrazia basata sull’egualitarismo e la lotta contro la decadenza.
Ha scritto Vittorio Strada ( Reazione E Progresso Nel Fascismo Russo in Il Corriere della Sera 1/3/1998) “..il nemico primo di tutti i fascismi (è )la democrazia liberale.” Mentre Enzo Erra in Le Radici Del Fascismo (ed. Il Settimo Sigillo, Roma, pag. 98) ricorda: “I fascisti ed i nazisti, come i falangisti e le guardie di ferro e come tutti i movimenti dello stesso tipo che sorsero in Europa e nel mondo, avevano ben chiara l’idea della lotta contro la rivoluzione democratica, nelle sue varie forme, liberali o marxiste.”. In The Blueshirts – Un Fascismo Irlandese? di Maurice Manning ( A.Pellicani, Roma, 1999, pag.296 ) possiamo leggere. “Tutti i movimenti fascisti erano espressamente anti-democratici. Nell’elenco dei movimenti fascisti europei non ce n’è uno che non sia dichiaratamente avverso alla democrazia. La Posizione di Hitler e di Mussolini sia per quanto concerne la dottrina che la pratica, è sufficientemente chiara. Il rifiuto di Mosley nei confronti della democrazia era “ frutto di insofferenza più che giustificata”. Anche l’Action Francaise non fece mai un segreto della propria opposizione alla democrazia, cosa che vale anche per i movimenti spagnoli_-Falange e Jons – e per l’Heimwehr austriaca In Ungheria, le Croci frecciate di Szalasi fecero una campagna incessante a favore della propria dittatura. Il Fascismo rumeno non si finse mai democratico, e lo stesso vale per l’inefficace Movimento Patriottico del Popolo (Isanmaallinen Kansanliike -IKL ) finlandese o per il Nasjonal Samling di Quisling. I movimenti belgi –Action Nationale, Legion Nationale, Rex e Vlaamse nationale Militie (V.N.M.)per quanto facessero parte del Parlamento, non nascondevano la speranza di soppiantarlo e di instaurare una dittatura. Ciò che è importante di questi movimenti è che dichiaravano tutti apertamente la propria avversione nei confronti della democrazia…” Fin dalle sue incerte origini nell’antica Grecia la democrazia ha avuto critici e avversari di altissimo livello.
E la critica al sistema democratico e all’egualitarismo che ne è il presupposto aveva avuto, proprio in Italia con studiosi del calibro di Vilfredo Pareto, Gaetano Mosca e Roberto Michels una nuova fioritura dopo le illusioni del XIX secolo. Cfr ,tra i tanti, Giorgio Galli Storia Delle Dottrine Politiche ( Il Saggiatore,Milano,1985 ) .Michele Prospero Il Pensiero Politico Della Destra ( Newton,Roma,1996 ), Umberto Cerroni Il Pensiero Politico Del Novecento (Newton, Roma 1995) e dello stesso Il Pensiero Politico Italiano (Newton,Roma.1995)
A codesta scuola “elitistica”può ricollegarsi anche Gianfranco Miglio che sosteneva ( Il Giornale 12-I-1995 ) “I cittadini non hanno mai contato né conteranno nulla, sono le oligarchie che fanno funzionare le istituzioni.”
Scriveva Sergio Romano Critica Dei Parlamenti E Storia Del Novecento in Il Corriere della Sera 11 Agosto 2005: “...le critiche alla democrazia rappresentativa....Risalgono agli ultimi decenni dell’800 quando la scena intellettuale, soprattutto francese, cominciò ad affollarsi di scrittori ed agitatori politici che denunciavano le libertà formali dei sistemi parlamentari e i molti vizi di cui erano responsabili: corruzione, commercio di voti, gruppi di pressione, giornalismo venale e prezzolato, scandali finanziari, retorica dei grandi ideali dietro la quale si nascondevano gli interessi di alcune clique affaristiche. Da quel clima di fronda antiparlamentare emersero alcune personalità spesso seducenti come Philippe(?) Barrès, Leon Daudet, Charles Maurras, Georges Sorel, e in Italia Alfredo Oriani, Gabriele D'Annunzio, Erico Corradino, Giovanni Papini, Filippo Tommaso Marinetti. Persino intellettuali democratici e liberali come Daniel Halèvy e, da noi Giuseppe Prezzolini, Gaetano Salvemini e altri collaboratori de La Voce partecipavano con stile e argomenti diversi al coro della critica antiparlamentare. Preannunziati e legittimati da questi Giovanni Battista sorsero nuovi gruppi politico-culturali: l’Açtion Francaise di Marras e Daudet, l’Associazione Nazionalista di Corradini e Luigi Federzoni, i circoli degli anarco-sindacalisti italiani e francesi, l’ala bolscevica della social-democrazia russa e, dopo la Grande Guerra, i Fasci di Benito Mussolini, le Leghe francesi, il Falangismo di Josè Antonio Primo de Rivera in Spagna, i movimenti di destra nella Repubblica di Weimar, la British Union of Fascists di Oswald Mosley in Gran Bretagna e un gran numero di “prodotti di imitazione “ in tutti gli Stati Europei. Da questo magma d’idee e di programmi sono finalmente emersi i grandi esperimenti autoritari e totalitari del XX Secolo: il regime fascista, il Terzo Reich nazista, la Repubblica dei Soviet, l’Estado Novo di Salazar in Portogallo, i regimi autoritari della Spagna e dei Paesi Balcanici.”. “Il Fascismo respinge nella democrazia l’assurda menzogna convenzionale dell’egualitarismo politico e l’abito dell’irresponsabilità collettiva e il mito della felicità e del progresso indefinito”(Benito Mussolini La Dottrina Del Fascismo in Nino Tripodi Il Fascismo Secondo Mussolini Il Borghese, Milano, 1971 pag.182 ). Per i Fascisti, inoltre, scrive il Gregor ( L’ideologia Del Fascismo pag. 217 ) “ Una situazione di pluralità di partiti non serve ad altro che a permettere a un certo numero di demagoghi di sfruttare i sentimenti non razionali delle masse per creare il dissenso all’interno dello Stato e indebolire quest’ultimo nei confronti dell’attuale, o potenziale, conflitto internazionale.”
All’antiegualitarismo fascista non poteva bastare il fermarsi alla formula del partito unico e così si sviluppò la tendenza a creare veri e propri “ordini” politico militari, è noto quello che si tentò in Germania specialmente attorno alle SS organizzazione complessa e ramificata non certo riducibile ai guardia ciurma dei campi di concentramento ( cfr.le due piccole antologie di scritti di Julius Evola Le SS Guardia E Ordine Della Rivoluzione Nazionalsocialista e I Castelli Dell’ordine Ed I Nuovi Junkers editi dal gruppo Raido Via Scirè 19-Roma ) .
Anche in Italia vi fu chi avrebbe mirato a muoversi in tale direzione. Come scriveva Emilio Gentile ( Il Culto Del Littorio Laterza, Bari, 2003, pag. 108) “ I fascisti definivano il partito come un Ordine religioso e militare”; (forse la realtà fu un poco diversa), ma si vagheggiò di andare oltre.”… la formula del partito unico è effettivamente infelice, perché il partito quando è unico o quando assurge alla funzione che il Fascismo gli aveva assegnata, cessa evidentemente di essere un partito nel senso corrente, è una specie di èlite destinata a presiedere e rafforzare tutti i punti vitali dello Stato." (Julius Evola, Il Fascismo E Carnelutti in “Il Meridiano d'Italia 9 /III/ 1952, ora in I Testi Del Meridiano D’italia AR, Padova, 2003, pag. 116).
Ci limitiamo a due spunti in proposito. Sul fascicolo n. 9 ( Giugno 1960 ) della Storia Del Movimento Fascista del periodico Asso di Bastoni si poteva leggere riguardo al periodo 1938-1939 “ In quei tempi cominciò ad affacciarsi con una certa insistenza da diversi ambienti, soprattutto da quelli giovanili più totalitari e rivoluzionari che erano veramente acclimatati al regime fascista, il progetto….di completare la struttura della stato nazionale patriottico e anti-partitico con l’abolizione dello stesso partito unico. Il Partito Nazionale Fascista si sarebbe dovuto trasformare in una specie di ordine politico con l’impegno e col mandato di creare la classe dirigente politica e amministrativa della Nazione. Queste discussioni che si agitavano nei circoli giovanili, negli ambienti universitari e in quelli stessi del partito però non ebbero, in pratica, nessun seguito concreto.”. Da parte sua Renzo De Felice in Mussolini L’alleato ( Einaudi, Torino, 1990 Tomo I pag. 841 nota) riportava “ Su Libro E Moschetto (13 giugno 1942) S. Fichera, Il Partito Dopo La Vittoria, si spinse fino a caldeggiare una vera e propria riforma –trasformazione del Partito in un nuovo organismo (L’Ordine Nazionale Fascista o Ordine Imperiale Fascista) a carattere verticistico. Alla sua base doveva essere la G.I.L. ( Gioventù Italiana del Littorio N.d.R .) al centro un Fronte Italiano del Littorio che avrebbe sostituito il P.N.F. e avrebbe avuto il compito di inquadrare la “massa” e curarne l’educazione e al quale le iscrizioni sarebbero state sempre aperte. Al vertice, infine, sarebbero stati i Fasci Italiani di Combattimento, altamente elitari ai quali si sarebbe potuto accedere solo dal Fronte e dopo un “rigorosissimo vaglio” ”. Si possono trovare nelle vicende del Regime altre manifestazioni di codesta interessante tendenza.
In sostanza “ Il Fascismo ci appare come lo sforzo rivoluzionario di ritrovare nel pieno della modernità decadente, un mondo in cui la potenza sociale e la superiorità naturale andassero di pari passo e dove la superiorità naturale si fondasse su criteri spirituali piuttosto che materiali.”(Daniel Cologne e Georges Gondinet Pour En Finir Avec Le Fascisme Cercle Culture et Libertè, Paris, 1977 pag. 13) Infine, ricordiamo: “Anche la scelta totalitaria, autoritaria e maschilista, additata come riprovevole pregiudizio, è in realtà nella norma. Essa risulta infatti assolutamente in linea con quell’intelaiatura selettiva e gerarchica che è riscontrabile in tutto il vivente. Ogni gruppo ha bisogno di un capo cui fare riferimento, un capo nel quale identificarsi e che ne esalti i sentimenti di forza e compattezza. Non vi è organizzazione che possa prescindere da una struttura dirigente. Nessuna massa è concepibile senza una elite.” Piero Sella Genesi E Funzione Del “Pregiudizio”Nella Cultura Democratica in L’UOMO LIBERO n° 39, gennaio 1995
Sul secondo punto possiamo iniziare con Pierre Drieu La Rochelle: “ Sono diventato fascsta perché ho misurato i progressi della decadenza in Europa, ho visto nel Fascismo il solo strumento capace di frenare e di contenere questa decadenza ” ( Bilancio in N.R.F. Genn. 1943 cit. in Idee Per Una Rivoluzione Degli Europei G.Volpe ed., Roma, 1969, pag. 67). Citiamo, poi, Stanley G.Payne Il Fascismo Newton e Compton, Roma, 1998 pag. 15 .” …I fascisti riflettevano acutamente la preoccupazione per la decadenza della società e della cultura che era andata crescendo sin dalla metà del XIX secolo. Credevano che la decadenza potesse essere superata solo attraverso una nuova cultura rivoluzionaria guidata da nuove elite che avrebbero sostituito le vecchie elite del liberalismo e del conservatorismo, nonché della sinistra.”.Così riassumeva Adriano Romualdi ( Nietzsche E La Mitologia Egualitaria Ar, Vibo Valentia, 1981 pag. 57 ) “La critica della civiltà, questo estremo tentativo dell’uomo bianco di prendere coscienza della crisi che minaccia il suo mondo, questa necessaria premessa di ogni rivoluzione che si proponga di arrestarne la decadenza, può fondarsi su diverse prospettive. Per Spengler è l’esame comparato del mattino e del crepuscolo della civiltà. Per Gobineau lo studio della dinamica della razza bianca, per Evola l’evidenza della diversa struttura spirituale nell’uomo dai primordi e nell’uomo moderno” per Nietzsche “soprattutto uno psicologo” era il venir meno di una “morale” aristocratica a favore di una propria a ceti e stirpi inferiori, avvelenatrice degli ideali che giustificano la vita e l’opera degli elementi migliori. Citiamo, come sintesi, dal magistrale saggio di Giorgio Locchi L’essenza Del Fascismo ( Edizioni del Tridente, La Spezia, 1981, pagg. 10-11 ): “ Essenziale, ai fini della presa di posizione mitica di un movimento fascista è l’analisi che esso fa della causa prima dell’origine del processo di decadenza e disgregazione delle nazioni europee. Nietzsche le aveva individuate nel cristianesimo, come agente di trasmissione del principio giudaico che per lui si identifica al principio egualitaristico. Wagner, ….,aveva denunciato invece l’origine del male nel solo principio giudaico…Tra questi due poli (e le rispettive analisi) s’iscrivono tutte le oscillazioni del campo fascista, le cui correnti assumono comunque atteggiamenti assai diversi nei confronti del cristianesimo e delle chiese. L’azione politica, poi, fu sempre condizionata dalla necessità di rispettare in larghi strati del popolo un sentimento che non poteva così facilmente essere estirpato come una convinzione ideologica: per di più i fascisti sono convinti dell’opportunità di un sentimento religioso che è legame comunitario, nelle masse; non vogliono o distruggere qual che esiste, bensì progressivamente modificarlo, reinterpretandolo, fino al giorno in cui sarà “capovolto” in altra, fondamentale diversa religione. Mussolini, che era ateo, deve fare i conti con l’Italia cattolica, ed una volta al potere istituisce un modus vivendi e vorrebbe romanizzare il cattolicesimo: “Roma, onde Cristo è romano”, punto di vista cui la Chiesa non si piega, replicando: “Noi cristiani siamo tutti semiti”. Il III Reich tollera le chiese e insieme le assedia, tenta di degiudaizzare il protestantismo dando vita alla scissione della Reichskirche, favorisce i deutsche Christen e più ancora la cosiddetta Gottesglaubigkeit, credenza in divinità che non è già più quella della Bibbia. Ma Hitler, in privato, affermava che il cristianesimo doveva a poco a poco essere totalmente estirpato. La posizione estrema, che nella topografia fascista è centrale perché più lontana dall’estremità del campo egalitaristico, è prettamente nietzschiana: ritiene che tutto è marcio, rigetta in blocco 2.000 anni di occidente cristiano per non ritenerne che il negativo esemplare (cioè le manifestazioni di sopravvivenza e resurgenza del paganesimo greco-romano-germanico), si fa nichilismo positivo e vuole ricostruire sulle rovine dell’Europa un nuovo ordine. Ciò fu particolarmente vero per il nazional socialismo germanico “La missione del Nazismo era di arrestare quella che veniva vista come declino e decadenza del popolo tedesco e impegnarsi a salivare un malato ormai moribondo con ….una draconiana operazione chirurgica” Roger Griffin Party Time, The Temporal Revolution Of The Third Reich in History Today Vol. 49 .n.4 April 1999.. Logico poi estendere codesto tentativo a tutta l’Europa….
E citiamo ancor Adriano Romualdi “ Il Fascismo, nel suo significato europeo fu…la coscienza profonda della decadenza cui andava incontro l’Europa e la volontà di porvi rimedio con mezzi totali e violenti” ( Julius Evola: l’uomo e l’opera G.Volpe ed., Roma, 1968 pag. 26) Già F. P.Yockey ( Imperium, Noontide Press, California, 1991, pag. 608 ) aveva sintetizzato: “ A partire dal 1900, l’Europa ha subito un netto declino nel campo del potere mondiale. La I guerra mondiale ha grandemente accelerato la rivolta esterna contro l’Occidente, e la II guerra mondiale ha completamente eliminato l’Europa dalle combinazioni del potere-mondiale. La Rivoluzione Europea del 1933 fu un raggio di speranza per l’Europa. Parve che l’Europa sarebbe stata in grado di impegnarsi nella lotta per il dominio del mondo e riconquistare la posizione che è la base per la sopravvivenza fisica di milioni d’europei, invece di essere solo bottino per i Barbari dell’esterno.”. I fascisti trovavano necessario e logico passare dalle considerazioni sullo stato dell’Europa dopo il 1918 ad un esame critico dello sviluppo della civilizzazione occidentale risalendo sempre più nel passato a cercare le cause della “crisi” che il continente attraversava. Si potuto persino scrivere che “ Hitler…rappresentò lo sforzo supremo della nostra epoca di superare la tendenza di una civiltà verso la decadenza e la morte.”(Colin Jordan Victory In Europe Whose And For What? in Gothic Ripples June 1985). Chiudiamo con Giorgio Franco Freda per il quale “ E’soprattutto il suo significato metastorico, la sua valenza simbolica (del Fascismo N.d.R. )a interessarmi. Sotto questo riguardo credo che il Fascismo abbia significato una inversione della corrente della storia occidentale, una reazione salutare (anche se del tipo bonapartistico al democratismo e all’illuminismo” La Mia Rivoluzione in STORIA ILLUSTRATA n. 340 Marzo 1986; e dello stesso: “I Fascismi hanno significato una specie di estate di san Martino, una reazione crepuscolare, autunnale, alla decadenza, semplicemente precorritrice dell’inverno delle culture-che per noi è l’inverno della modernità.” ( L’Albero E Le Radici Ar, Padova, 1996 pag. 119) . Diventando la lotta contro la decadenza lotta contro alcuni, molti, aspetti della modernità, possiamo fare un cenno ad un autore che dopo il 1945, ha avuto grande importanza per lo schieramento nazionale italiano: Julius Evola. Scrive Francesco Germinarlo ( Razza Del Sangue, Razza Dello Spirito Bollati-Boringhieri, Torino. 2001, pag. 98): “ Per Evola la lotta contro la modernità diventa tutt’uno con un processo di rinnovata differenziazione e gerarchizzazione delle razze: ciò che era incrociato e imbastardito andava nuovamente isolato e determinato con estremo rigore, nel senso che ciascuna razza, una volta differenziata rispetto alle altre, era destinata a coltivare la propria specificità”.-Al momento dei loro massimi successi, verso la metà degli anni 30, specialmente in Italia e in Germania, i “Fascisti” poterono illudersi brevemente di rappresentare l’inizio di un nuovo ciclo di civiltà, dopo la sconfitta del 1945, necessariamente, tra quelli che non degenerarono a “conservatori”, doveva venire in primo piano il “nichilismo attivo” disperando che ci sia ancor molto da salvare e, che in fondo, quella della “tabula rasa”sarebbe la politica più acconcia ad affrontare i mali del mondo moderno
“Quando il Fascismo diventa radicale….,necessariamente deve collegarsi con l’arcaismo nemico della storia e deve riportare all’indietro la sacra origine quanto più diventa radicale….tanto indietro nel caso estremo, che emergono solo i tratti fondamentali degni di essere difesi contro una minaccia globale…, la patria, la guerra, l’eroe” Ernst Nolte Il Giovane Mussolini- Marx E Nietzsche In Mussolini Socialista (Sugarco, Carnago, 1993, pag. 76-77).
Già Edgardo Sulis nella sua prefazione all’antologia Mussolini Contro Il Mito Di Demos ( riedita nel 1983 da “Sentinella d’Italia”Via Buonarroti 4 Monfalcone) aveva scritto “Ma quanto più saremo fedeli alla demolizione totale più libero sarà il terreno ove dovrà sorgere la nuova città”
Questa società, per alcuni, ormai “ è inguaribile: non è più possibile alcuna terapia, ormai non sarebbe più efficace nemmeno un’operazione chirurgica. Bisogna accelerare l’emorragia e sotterrare il cadavere”Giorgio Franco Freda La Disintegrazione Del Sistema ( AR, Padova, 2000, pag. 34, cfr anche Chiara Stellati Un’ideologia Delle Origini, AR, Padova, 2001.) Sul problema dell’atteggiamento nichilista che si potrebbe opporre alla società in cui siamo costretti a vivere si possono trovare utili spunti in Armin Mohler La Rivoluzione Conservatrice ( Akropolis, Napoli, 1990, purtroppo la traduzione non è molto buona!).
DEFINIZIONI (1)
Il Fascismo è un’ideologia di terza via, che si presenta sia come antimarxista sia come anticapitalista. E che può essere definito generalmente come socialismo nazionale: la sua versione italiana, fondata da Benito Mussolini, mette l’accento soprattutto sul ruolo dello stato e dell’Imperium (il potere di comando) da ciò il suo simbolo, il fascio dei littori romani. La sua versione tedesca, il Nationalsozialismus, invece pone l’accento sul concetto di razza, del Volk, cioè il popolo considerato in una prospettiva essenzialmente etnica.(2).
Numerosi movimenti politici sorti tra il 1880 e il 1945 possono essere definiti fascisti. Così la Tchernaya Sotniya russa (Centurie Nere) dell’inizio del secolo, la Falange di Jose-Antonio Primo de Rivera in Spagna, il Movimento Nazional Sindacalista di Rolao Preto in Portogallo, la Guardia di Ferro rumena di C. Z. Codreanu e poi di Horia Sima, lo Zbor serbo di Dimitri Ljotic, le Croci Frecciate di Ferenc Szalasi furono partiti fascisti.
Si può considerare l’Unione del Popolo Russo di Dubrovin, fondata nel 1905, come il primo partito fascista. (3).
Per definire un partito o uno stato fascista sono necessarie un certo numero di elementi. Il Fascismo è innanzi tutto un socialismo, il che vuol dire che si oppone al capitalismo, ma si oppone ugualmente al marxismo considerato un falso socialismo, perché mondialista e perciò alla fine capitalista, propugnando invece un socialismo nazionale. I capi fascisti nella maggior parte provennero dalla sinistra socialista e vennero perciò visti dalle destre come nemici.(4)
E’ il caso di Mussolini, proveniente dal PSI, o di Hitler proveniente dalla SPD (5), ma anche di Mosley, che aveva militato nel Labour Party, di Quisling venuto dal partito comunista norvegese, anche di Doriot, uscito dai ranghi del PCF, e di Deat. transfuga dalla SFIO.
Il Fascismo è anche un nazionalismo ma rivoluzionario. Alla visione propria delle destre e del clero della nazione, come quella dell’Action Francaise o del salazarismo, il Fascismo oppone quella di una nazione radicata e di una società in accordo con i propri valori ancestrali. Così, il rigetto da parte del nazionalsocialismo del cristianesimo veniva giustificato dalla valorizzazione degli ideali germanici, e tra l’altro, del culto delle divinità germanico - scandinave, emananti dal popolo stesso (6). Conseguentemente il Fascismo propugna naturalmente il paganesimo, quello proprio del popolo a cui ogni partito fascista si rivolge. E’ soprattutto il dio supremo degli antichi paganesimi a cui i fascisti fanno riferimento : Wotan / Odino per i germanici delle SS, l’Ukko finnico dei Lappisti, l’Isten ungherese di Szalasi e anche lo Juppiter romano
Di fronte alla doppia concorrenza sul terreno economico da parte della social democrazia da un lato, e della liberal democrazia dall’altro, il Fascismo si dichiara corporativista. Esso si propone di attualizzare i principi della antiche corporazioni precedenti al 1789 al fine di forgiare un sindacalismo nazionale in cui lo sciopero sia sostituito dalla concertazione tra lavoratori e datori di lavoro all’interno di una stessa struttura denominata corporazione, e sul piano nazionale, in una camera corporativa.
E’ questo il senso del corporativismo italiano e anche dell’Arbeitsfront tedesco.
Il Fascismo è anche favorevole alla formazione di una Nuova Europa in una prospettiva arianista. L’idea europea tende a sostituire il nazionalismo ristretto con un nuovo nazionalismo, risolutamente moderno. L’internazionale fascista forgiata da Mussolini risponde a tale esigenza (7) come vi risponde l’unione dei fascisti nel quadro di un’Europa a direzione tedesca di fronte alla Russia marxista e all’Occidente liberale. La Waffen SS in cui combatterono circa 300.000 non tedeschi provenienti da 30 Nazionalità e per lo più militanti dei partiti fascisti, è anch’essa una prova di questa solidarietà fascista che supera il vecchio nazionalismo, fedele alle nazionalità come venivano definite in precedenza, ed auspica un nazionalismo socialista ed europeo.(8) Ciò spiega perché, in Francia, tanti uomini di sinistra nell’ambito della collaborazione abbiano combattuto al servizio della Germania nazional-socialista, quali Marcel Deat, Paul Marion, Gaston Bergery, Victor Arrighi, Pierre Laval e Jacques Doriot.
E’ anche necessario costatare che l’ascesa al potere dei fascisti avveniva grazie a due condizioni. In primo luogo, si trattava innanzi tutto dell’abbandono, provvisorio e ipocrita, di una parte del programma socialista. Così la sinistra nazional-socialista, cioè i fautori della fedeltà assoluta agli ideali socialisti, quali i fratelli Otto e Gregor Strasser ma anche Ernst Rohm, il capo delle SA , furono sacrificati da Hitler. Quando tale tattica non era usata, o il modello tedesco era imitato in maniera troppo pedissequa, come fecero Mussert in Olanda, Quisling in Norvegia o Clausen in Danimarca era il fallimento.
In secondo luogo il machiavellismo di Hitler o di Mussolini consisteva, quando i loro partiti si trovavano ad essere i primi del paese, al di là del 30% dei voti, a profittare della loro posizione di forza e ad allearsi tatticamente con la destra conservatrice e anche liberale mettendo l’accento sul rigetto del comunismo o del caos. Tale alleanza permise loro di giungere democraticamente al potere godendo di un reale appoggio popolare.
I marxisti, non comprendendo la politica che attraverso il prisma riduttore e deformante del materialismo storico e dell’economicismo, parlano del Fascismo come dello stadio supremo del capitalismo e come un movimento finanziato dai padroni, tesi che non regge all’esame dei fatti. Come ritiene David Schoenbaum, si può parlare riguardo al nazionalsocialismo come di una vera rivoluzione bruna. Nello stesso modo, i capi fascisti si riavvicinarono alla Chiesa cattolica fino a giungere alla firma di concordati, cosa che aveva già fatto Napoleone altrettanto anticristiano di Mussolini ed Hitler.
Anche qui non vi era nulla di sincero: Hitler aveva bisogno del partito dello Zentrum cattolico per ottenere i pieni poteri e Mussolini voleva beneficiare di un accresciuto credito nell’opinione pubblica sia italiana che internazionale.
In effetti .quando i fascisti ebbero le mani libere e poterono esprimere il loro carattere rivoluzionario, risorse il loro programma socialista. Così la Repubblica Sociale Italiana di Mussolini dal 1943 al 1945 prese misure ferocemente socialiste, specialmente delle numerose nazionalizzazioni. Ciò fu grandemente facilitato dal tradimento dei conservatori, quando iniziò a profilarsi l’eventualità della sconfitta. Mussolini fu cacciato dal potere sotto la pressione dei gerarchi reazionari, tra cui Ciano, e del re d’Italia Vittorio Emanuele III. Nel 1944, fu la destra conservatrice che tentò di assassinare Hitler e di prendere il potere con un colpo di stato. A partire da tale rottura, Hitler come Mussolini mostrarono il loro vero volto socialista e rivoluzionario.
Bisogna anche ricordare l’antisemitismo e il razzialismo (racialisme), termine più preciso e appropriato di quello di “razzismo” (racisme) del Fascismo. Se il razzismo è la pratica, il razzialismo appartiene al campo teorico. Tale elemento appare più importante nel nazionalsocialismo tedesco ma anche nei diversi fascismi francesi o anche nei movimenti fascisti dell’Europa centrale e orientale che in quello italiano, per esempio, o in quelli di paesi come la Spagna. l’Irlanda, il Portogallo e la Grecia. Ma nell’ambito della teoria appartiene all’insieme dei fascismi. L’antisemitismo fascista è essenzialmente di sinistra, ma della sinistra del XIX secolo. Da Blanqui a Jaures, passando per Fourier, Proudhon, Bakunin, Regnard, Malon o lo stesso Marx, la sinistra rivoluzionaria europea propugnava un antisemitismo ateo o neo-pagano, ben distinto da quello cristiano.
In effetti, l’antisemitismo fascista si spiega con il rigetto del cristianesimo. religione semitica, ma anche del bolscevismo, considerato come ebraico, e del capitalismo, anch’esso visto come giudaico. Si spiega egualmente con l’arianismo fascista, che vede gli ebrei come membri particolarmente “ nocivi” della razza semitica o in ogni caso come degli estranei al mondo europeo.(9) Gli ebrei sono, a priori allo stesso titolo degli Arabi, dei nemici perché mirano a negrizzare l’Europa e avvilire in tal modo, tramite il meticciato, la “nobile razza ariana”; i semiti globalmente sarebbero responsabili agli occhi dei fascisti della fine dell’impero romano tramite l’imbastardimento e la cristianizzazione.
Il razzialismo fascista appare come un’estensione dell’antisemitismo ma non è solo questo. Gregor Strasser, per esempio, sottolineava la minaccia gravante sull’Europa da parte sia del mondo negro-africano che della Cina (10). La razza ariana o bianca era considerata superiore, cosa che avrebbe provato sul campo con le sue realizzazioni scientifiche, tecniche ma soprattutto culturali, e le altre razze venivano considerate inferiori. Il meticciato favorisce sempre gli elementi razzialmente inferiori e imbastardisce la razza, rischiando di provocare dei danni irrimediabili. Per difendere la razza ariana bisogna dunque combattere le altre razze. L’Asse Berlino-Tokio appare così come un tradimento dell’ideale Ario –fascista. Pure il rifiuto di Hitler di integrare gli Slavi, gli Indiani o anche i Latini nel suo arianesimo sarebbe un altro tradimento, costoso in quanto causa della sconfitta del III Reich.
NOTE
1)Premettiamo: “…il Fascismo è stato un fenomeno storico a sé e non soltanto reattivo nei confronti di processi ad esso esterni, con una sua individualità storica, che ha avuto la capacità di imprimere il proprio sigillo nella storia politica contemporanea, quindi di elaborare un proprio stile di azione politica, una propria base politico- programmatica ed una propria visione ideologica”(A. Campi Che Cosa è il Fascismo ?, Ideazione, Roma, 2003 pag. XXXIII) I tentativi di “interpretare” e di definire il “ Fascismo”(di cui Benito Mussolini su”Il Popolo d’Italia” del 13-10-1919 ebbe a dire: “quel rifugio di tutti gli eretici, quella chiesa di tutte le eresie che è il Fascismo”) sono, com’è noto, innumerevoli, se il curatore potrà, come spera, ampliare queste note in un lavoro organico, dovrà ritornare sul tema. Per ora ci limitiamo a consigliare: Renzo De Felice Il Fascismo -Le Interpretazioni Dei Contemporanei E Degli Storici Laterza, Bari, 1970”, A. J. Gregor “Il Fascismo Interpretazioni Giudizi” Volpe, Roma, 1976, Marco Tarchi “Fascismo Teorie, Interpretazioni E Modelli” Laterza, Bari, 2003. Qui ci limiteremo a riportare alcuni appunti da recenti letture. Nel numero del gennaio 1979 del “International Spectator”H.W.Von Der Dunk così definiva il Fascismo. “E’ una corrente politica che al posto della democrazia parlamentare e della sua proliferazione di partiti politici, e al posto della sua alternativa comunista, vuole istituire un tipo di stato nazionale comunitario omogeneo, sotto il comando di un capo potente o di una elite dominante.”(Cit. da Luc Schepens “ Fascisti E Nazionalisti In Belgio, 1916-1940” in AA VV “I Fascisti” (Ponte alle Grazie, Firenze, 1996, pagg. 575 ) " L'esistenza oggi giorno, di una vasta area di consenso accademico, un'area con confini dichiaratamente molto confusi, ci porta a dire che il miglior approccio al Fascismo consiste nel considerarlo una forma di Nazionalismo antiliberale e, in ultima analisi anticonservatore, genuinamente rivoluzionario e interclassista. Come tale è un'ideologia profondamente legata alla modernizzazione e alla modernità, che ha assunto una considerevole varietà di forme esterne per adattarsi al particolare contesto storico e nazionale in cui è apparsa e che per articolare il suo corpo di ideee, i suoi slogan e la sua dottrina ha attinto da una vasta gamma di correnti politiche e intellettuali, di destra e di sinistra, antimoderne e promoderne. Nel periodo fra le due guerre esso si è manifestato soprattutto nella forma di un “partito armato” guidato da un elitè che cercava, per lo più senza riuscirvi, di creare un movimento populista di massa attraverso uno stile politico liturgico e un programma di politiche radicali che prometteva di superare la minaccia del socialismo internazionale, di porre fine alla degenerazione che affliggeva la nazione a causa del liberalismo e di determinare un rinnovamento radicale della sua vita sociale, politica e culturale come parte di quella che molti immaginavano fosse, per la civiltà occidentale, l'inizio di una nuova era. Il principale mito mobilitante del Fascismo, destinato a condizionare la sua ideologia, la sua propaganda,, il suo stile politico e le sue azioni, è la visione dell'imminente rinascita della nazione dalla decadenza.”Roger Griffin Il Nucleo Palingenetico Dell'ideologia Del"Fascismo Generico" in A. Campi op.cit. Ideazione, Roma, pag. 97 e segg.)
Stanley.Payne in “Elementi Per Una Teoria Del Fascismo A Posteriori” ( in Campi ibidem. pag. 302,) riassumeva: “..il Fascismo può essere definito…come una forma di ultranazionalismo rivoluzionario volto alla rinascita nazionale, basato su un elitarismo estremo, sulla mobilitazione di massa e sull’autoritarismo, in grado di offrire una valutazione positiva della violenza come fine e come mezzo e tendente a dare carattere normativo alla guerra e/o alle virtù marziali.”.
Riportiamo ancora da un recente testo “Martin Pugh “Hurrah For The Blackshirts! Fascists and Fascism In Britain Between The Wars”, Jonathan Cape, London, 2005. pag. 5 “ Il Fascismo rifletteva una ossessione alla degenerazione morale, fisica e razziale che affliggeva le società dell’Occidente, e si vedeva come una forza di ripulitura e purificazione in grado di ricondurre alla rinascita della nazione. Esso è frequentemente definito in termini negativi: anti-comunista, anti-liberale, anti-borghese. Nel lato positivo, il Fascismo esaltava l’autorità dello Stato contro quello che considerava un individualismo obsoleto e fonte di divisioni; esso enfatizzava la lealtà verso il gruppo, il rafforzamento dell’unità nazionale, la fede nella creazione di un consenso nazionale e il culto della leadership. Benché ovviamente ostile alla democrazia, il Fascismo non può essere ridotto a tirannide o dittatura perché mirava ad indirizzare il sentimento popolare in supporto ad un grande leader e all’edificazione dell’unità nazionale”. Definizioni, codeste, che ci paiono, almeno euristicamente, utili, anche se, talvolta, il Fascismo seppe andare oltre al “nazionalismo” e il concetto stesso di “populismo”ci sembra in se stesso troppo vago Non dimentichiamo neppure quanto può esservi di vero nell’affermazione di Ludovico Incisa Di Camerana “ D’altronde cosa fosse il Fascismo non lo sapevano nemmeno i fascisti” in Fascismo Populismo, Modernizzazione (A. Pellicani ed., Roma, 1999, pag. 311). Infine possiamo citare il famoso “cacciatore di nazisti” S. Wiesenthal: “..i partiti nazifascisti non sono solo partiti politici ma religioni” (cit in ORION n. 24 Settembre1986)
(2) Scriveva Maurizio Blondet in COMPLOTTI (-Il Minotauro-Milano-1996 pag. 83) “ Il Fascismo non è nato in Italia e in Germania. Ebbe la sua prima manifestazione in Russia, col movimento dei “Cento Neri”, completo già all’inizio del 900 nelle sue azioni e nei suoi simboli: la violenza politica, l’antisemitismo feroce, i neri stendardi col teschio.” Tutto è senz’altro esagerato, chi scrive concorda con la maggior parte degli storici a negare il carattere “fascista” dell’Unione del Popolo Russo e dei gruppi “cento neri” che facevano capo a codesto partito (cfr.Walter Laqueur Black Hundred, The Rise Of The Estreme Right In Russia Harper and Collins,New York,1994)
3) “…non fu la sinistra ma la destra storica (la corte, l’esercito, l’alta finanza la grande industria)a far cadere il Fascismo, come fu una parte della casta militare e non un’inesistente opposizione di sinistra a tentare di rovesciare il nazional socialismo”Enzo Erra Le Radici Storiche Del Fascismo (Settimo Sigillo,Roma,,1998, pag.93) Stefano Vay nelle sue note al saggio di Giorgio Locchi “Espressione Repressione Del Principio Sovraumanista”( in “L’UOMO LIBERO” numero 53, Marzo 2002 ) , ribadiva: “ Resta il fatto che mentre molti movimenti fascisti raccolgono significative conversioni anche da sinistra, nelle destre europee, ( già del resto infiltrate da anni da suggestioni sovrumaniste, non avendo più ideologemi credibili propri cui fare riferimento ) il Fascismo penetra per lo più come nel burro , salvo poi a venirne infiltrato e condizionato, non che molto più prontamente tradito ( con il golpe franchista contro la Falange, la repressione del movimento legionario rumeno, l’otto settembre, l’attentato ad Hitler, etc ). Cosa che conferma la debolezza ideale, il fondamentale cinismo ed il disfacimento anche morale in cui già versava tale ambiente ” Comunque “ Al momento della sua caduta, Mussolini si rese perfettamente conto che le cause della sconfitta andavano ricercate nel fatto di aver promosso riforma sociali troppo limitate, lasciando, nel contempo, troppo peso alle vecchie classi dirigenti, alla corte, all’aristocrazia e alla grande borghesia….”J.W. Boresjsza Il Fascismo E L’europa Orientale (Laterza, Bari, 1981,pag. 19).) 4) Per quel che riguarda l’Italia. “ La formazione del ministero Mussolini fu una sconfitta per la corona, per la destra liberale e per i nazionalisti, i quali tutti avrebbero preferito un governo capeggiato da Calandra ”.Adrian Lyttelton La Conquista Del Potere, Il Fascismo Dal 1919 Al 1929 Laterza, Bari, 1974, pag. 152..
5) Forse il futuro Fuhrer nutrì fino alla fine del I conflitto mondiale qualche simpatia per la socialdemocrazia sulla quale poi mantenne il silenzio nella parte autobiografica del Mein Kampf, ma non ci risulta una sua attività in seno a tale corrente politica!.
6) Tutto ciò è senz’altro esagerato; tuttavia leggiamo in Richard Noll Jung Il Profeta Ariano ( Mondadori, Milano, 1999 pag-36 ) “ Il filosofo della storia Robin Gorge Collingwood ha interpretato l’ascesa del Fascismo e del nazionalsocialismo quale risultato diretto della popolarità alla fine del XIX secolo del neopaganesimo, che venerava la potenza della volontà umana e che, a sua volta, era sorto per riempire il vuoto spirituale generato dal crollo della fede nel cristianesimo ortodosso.” Non risulta che F. Szalasi fosse su posizioni “neo- pagane” Comunque merita di soffermarsi su codesto aspetto- e citare alcuni autori di diverso orientamento e levatura. Stanley G.Payne ( Elementi Per Una Teoria Del Fascismo A Posteriori in A.Campi cit. pag. 309), scrive “Il nucleo dei movimenti fascisti era anticlericale e più precisamente anticristiano ”.
Mentre lo storico israeliano Zeew Sternhell ( La Destra Alla Conquista Delle Coscienze in DIORAMA LETTERARIO Aprile 1982, sosteneva: “ I veri fascisti erano sempre anticlericali, anche se, al potere, dovevano scendere a patti. I fascismi hanno sempre avuto orrore del carattere universalistico della civiltà giudeo –cristiana ”.
Da parte sua Walter Laqueur Fascism Past Present Future Oxford Univesity Press, USA 1996 pag. 44-45 scrive “ Dal momento che il Fascismo era vagamente teista, si impegnava per giungere ad un accordo con la religione organizzata a condizione che la chiesa accettasse lo stato come suo superiore politico e lo sostenesse.” E (pag. 15) “ In sintesi, il Fascismo cercò dove ciò gli era possibile di non scontrarsi con le chiese. Ciò era di vitale importanza in paesi in cui l’influenza della chiesa era profondamente radicata: in alcuni la collaborazione con le chiese fu priva di grosse difficoltà, ma il Fascismo radicale era destinato a scontrarsi prima o poi con le chiese a causa delle fondamentali differenze tra i suoi insegnamenti e le dottrine delle chiesa, perché il Fascismo era in se stesso una religione secolare con un senso di missione messianica e non avrebbe potuto tollerare le attività di un’organizzazione rivale perché voleva dominare tutti gli aspetti della vita umana. Se il Fascismo fosse durato più a lungo e si fosse impadronito del potere anche in altri paesi, tale lotta sarebbe apparsa più chiaramente ”-
Per quel che riguarda l’Italia possiamo iniziare citando Renzo De Felice La Legislazione Razziale Del Fascismo in “Nuova Antologia” Gennaio Marzo 1989 pagg. 112-113 “.. Nella concezione di questa nuova civiltà il momento della crisi veniva individuato nella contrapposizione fra la razza greco- romana, che è la razza positiva, e la razza giudaico-cristiana: è interessante notare che tale concezione fascista non è solo antiebraica, ma almeno in prospettiva anche anticristiana. La razza giudaico-cristiana aveva tolto vigore all’Europa, perché il cristianesimo l’aveva disarmata e perché il cristianesimo era figlio dell’ebraismo. Dall’altro lato c’era la razza greco-romana, spirituale e combattente.”
In HERA Ottobre 2003 Riccardo Paradisi Fascismo: Una Religione Civile , intervistava lo storico Emilio Gentile che sosteneva: “ La religione politica fascista. nella sua essenza totalitaria può essere definita anticristiana e pagana, come sostenevano i protestanti e i cattolici antifascisti e come la definì anche Pio XI nel 1931.”. Già Armando Carlini in Filosofia E Religione Nel Pensiero Di Mussolini (Ed. Il Settimo Sigillo, Brescia, 1983 pag. 7) aveva scritto: “ la morale del Fascismo….è tutta un’esaltazione di principi fondamentalmente pagani.”. Se “…il Concordato rappresentò per quanti avevamo visto nel Fascismo un movimento rivoluzionario mirante ad attuare lo Stato totalitario, un elemento non facilmente accoglibile.” Sonia Michelacci Il Comunismo Gerarchico ( Ar, Padova, 2004, pag. 53 ), dopo la cosiddetta Conciliazione, ricordava Roger Eatwell in Fascism A History (Pimlico-London, 2003, pag. 76) “Verso il 1937-38 nuove tensioni erano sorte” (tra Regime e Vaticano) ”riguardo all’Azione Cattolica e per altri motivi. Il Papa si opponeva decisamente alla svolta di Mussolini verso la versione nazista del Fascismo che egli giustamente considerava pagana e razzista. D’altra parte, stavano riemergendo le vecchie concezioni anti- cristiane di Mussolini.”. Il1 agosto 1942 Adolf Hitler ebbe a confidare ai suoi commensali.” Nel 1934, a Venezia, il Duce mi ha detto: Verrà il giorno in cui il Papa dovrà lasciare l’Italia, perché qui non c’è posto per due padroni ” ( Conversazioni Segrete Richter, Napoli, 1954, pag. 645.) Dei risultati del Concordato ne fece, dopo il 25 Luglio 1943, un amaro bilancio Roberto Farinacci dicendo ad Adolf Hitler: “ Nel febbraio del 1929, il trattato del Laterano mise particolarmente la storia italiana sotto il controllo della Chiesa, creando anche nel cuore della capitale un centro di interessi e, come è avvenuto in questa guerra, di spionaggio anti-italiano.” (Roberto Festorazzi Farinacci L’antiduce, Il Minotauro, Roma, 2005, pag. 201)
In complesso: “L’ideologia fascista si nutre di uno spirito ben diverso da quello di cui risulta nutrirsi il cristianesimo….L’egualitarismo, l’umanitarismo, l’ideale dell’amore e del perdono…contrastano in maniera netta con la gerarchia dei valori, con l’ideale dell’onore e delle giustizia propri della Weltanschauung fascista.” Così Paolo Signorelli Fascismo E Sovversione Raido, Roma 1998 pag 26.
Sull’incompatibilità tra nazionalsocialismo germanico e cristianesimo vi è tutta una letteratura qui possiamo consigliare: Luca Lionello Rimbotti Il Mito Al Potere. Le Origini Pagane Del Nazionalsocialismo, Il Settimo Sigillo, Roma, 1992; Andrè Lama Le Nazional-Socialisme Et La Religion L’Aencre, Paris 2002.e An. Hitler, Christianity And The Third Reich, Renaissance Press, P.o Box 1627 Paraparaumu Beach New Zealand. Ciò anche se per lo più i nazionalsocialisti dicevano di essere a favore di un nebuloso “cristianesimo positivo” cioè depurato dei suoi elementi ebraici(come se la cosa fosse possibile!). Contrariamente a quanto alcuni vogliono credere il regime nazista non fu molto favorevole ai gruppuscoli “neo- pagani”.cfr.Christian Bouchet B.A.-B.A. NEO-PAGANISME (Pardes, Puiseaux, 2001) e John Yeowell Odinisme Et Christianisme Sous Le Iii Reich (Htre Editions, Nevers, 1998)
In complesso “ La mistica dei movimenti fascisti prende nome da questo riecheggiare delle grida di guerra, le quali sonnecchiano in fondo a noi; essa è anche questo istinto oscuro per cui tutto potrebbe essere diverso al lume di altre verità e di altri dei; dei dimenticati di tempi lontani, di serpenti piumati scolpiti su antichi muri.” Maurice Bardeche Che Cosa È Il Fascismo? Volpe, Roma, 1980 pag. 94 Se il “fascista” di oggi (2005) volesse ancora difendere ciò che resta del retaggio Indoeuropeo si verrebbe, ineluttabilmente, a scontrare con forze emananti dai 3 monoteismi, “ figli di Abramo”. Le lobby ebraiche e le chiese cristiane che favoriscono l’immigrazione dal terzo mondo e le masse islamiche protagoniste del fenomeno migratorio. Cfr. anche Alfonso Piscitelli Perché Non Possiamo Non Dirci Pagani http://utenti.lycos.it/eurasiaprogetto/novità.htm
Ducunt Volentem Fata Nolentem Trahunt
7) Cfr. Davide Sabatini “L’internazionale Di Mussolini” Ed. Tusculum, Roma, s.i.d..“..L’Italia mussoliniana era stata a lungo la promotrice di un’internazionale fascista: esistevano legami tra i gruppi fascisti stranieri e il partito fascista italiano.” Yves Durand Il Nuovo Ordine Europeo. La collaborazione nell’Europa tedesca 1935/1945 (Il Mulino, Bologna, 2002, pag. 68).
8) Premettiamo quanto scriveva. Bullock ( Hitler Studio Sulla Tirannide. Mondadori, Milano, 1968 pag. 787): “ Hitler, in verità, era un fenomeno europeo non meno che tedesco. Le condizioni e lo stato d’animo di cui si valse per salire, l’inquietudine alla quale dava voce, non erano esclusivi della Germania, benché qui fossero più sensibili che altrove. La lingua e le emozioni che espresse trovavano rispondenza ben oltre i confini del Reich. Hitler aveva piena coscienza di questi rapporti con l’Europa. Egli guidava la rivolta contro il Sistema non solo in Germania, ma in tutto il Continente, contro l’ordinamento borghese e liberale……..Distruggere il Sistema era la sua missione; in essa non cessò mai di credere.” Scrive Roger Eatwell ( op.cit. pag.188 ) “Vi era sempre stata nel Nazismo un filone che era Europeo più che nazionale, sebbene, in un certo senso, tale antitesi fosse falsa dato che molti nazisti vedevano la Germania come il leader naturale dell’Europa.” Hitler “.mirava ad un nuovo ordine europeo più che alla rinascita della Germania- una Europa ariana che sarebbe stata in grado di superare i mali gemelli del comunismo sovietico e del capitalismo americano.” pag 193. Sempre Roger Heatwell in Fascismo: Verso Un Modello Generale (A. Pellicani ed. Roma, 1999, pag.80) sosteneva: “L’argomento biologico rappresentava ..una difesa geopolitica di tutti i popoli ariani e implicava quindi un europeismo in nuce.”. E Zeev Sternhell, da parte sua, La Destra Alla Conquista Delle Coscienze? in DIORAMA LETTERARIO Aprile 1989 ribadiva:“ Il Fascismo duro è sempre stato paneuropeo. Il tema dell’unità dell’Europa è già molto importante negli anni 30. A condizione che sia una “buona Europa”, non l’Europa dei mercanti, non l’Europa dei finanzieri o dell’internazionale comunista…un’Europa virile, eroica, bianca,,,” Inoltre “Avendo mobilitato le forze del continente per arrestare la sua invasione da parte dei russi e degli americani, Hitler aveva finito per identificare la sua causa con quella europea. In effetti, i volontari di tutte le nazioni d’Europa che da anni si battevano contro i russi nei ranghi delle Waffen SS, avevano concretamente dato vita ad un ideale europeo. Era quella stessa concezione che faceva parlare Hitler di una “dottrina di Monroe” dell’Europa per la quale l’Europa si sarebbe data una struttura autarchica sotto la guida della Germania,” .”Io sono stato l’ultima speranza dell’Europa”, disse Hitler il 26 Febbraio 1945…. Così Adriano Romualdi in Il Fascismo Come Fenomeno Europeo Ed. de L’Italiano. Roma, 1984, pag. 237)
E riprendiamo dal volume di Domenico Losurdo (Bollati Boringhieri, Torino, 2002, pag 841e segg. ) “..ancora all’immediata vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, un testimone diretto del nazismo- proviene dalle sue file-(H.Rauschning) sottolinea il pathos”paneuropeo”di questo movimento, che, in nome già della “affinità razziale”, a lungo insegue l’idea dell’”alleanza con l’Inghilterra”e con altri paesi coi quali pure avrebbe finito con l’impegnarsi in uno scontro mortale. Un inno all’”uomo europeo” scioglie Rosenberg, e quest’inno Goebbels continua ad intonarlo mentre i paesi europei sono impegnati in una lotta mortale l’un contro l’altro. Il fatto è che il Terzo Reich continua ad atteggiarsi ad autentico rappresentante della civiltà e della storia dell’”uomo europeo”e dell’aspirazione all’unità dell’Europa. Particolarmente espressiva, da questo punto di vista, è la figura di Himmler: egli “rimase: sempre dell’idea che l’autorità, in Europa, dovesse appartenere ad un’elite razziale organizzata in squadre di SS, prive di legami di nazionalità.”. Non si comprende nulla dell’irresistibile ascesa di Hitler, se non si tiene presente il bilancio al tempo stesso geopolitico e ideologico da lui tracciato della catastrofe del primo conflitto mondiale: bisognava porre fine a quella sorta di guerra di secessione che aveva dilaniato i popoli di civiltà superiore, attraverso un’opportuna delimitazione delle sfere di influenza coloniale e civilizzatrice, bisognava ricostruire l’unità in primo luogo dei popoli nordici……,in modo da fronteggiare congiuntamente la minaccia barbarica rappresentata sia dalla rivolta delle “razze inferiori” sua dalla rivoluzione promossa dai bolscevichi; essi stessi legati, da affinità razziale o elettiva, ai popoli di colore; la liquidazione di questi pericoli avrebbe posto fine una volta per sempre al ciclo sovversivo che da lungo tempo infuriava in Occidente, sventando il pericolo del suo tramonto e anzi gettando le basi per una sua rinascita e il superamento delle sue lacerazioni.” Poi, “ Nel corso della seconda guerra mondiale, non mancano ideologi del Terzo Reich che invitano le popolazioni dei paesi occupati a superare le meschinità e i provincialismi dei conflitti nazionali per collocarsi dal punto di vista dell’ “Europa unita”; e nel far ciò si richiamano a Nietzsche-“ Fu in nome dell’Europa che, tra gli altri, uomini come Drieu La Rochelle, K. Hamsun, R.Brasillach etc. aderirono al collaborazionismo.
Citiamo anche quanto ebbe a scrivere Julius Evola ( Il Fascismo Visto Dalla Destra Volpe, Roma, 1970, pag. 208 ): “ In un discorso tenuto a Poznam il 4 X 1943 Himmler parlò addirittura delle SS come dell’Ordine armato che in futuro,…, avrebbe dovuto montare la guardia per l’Europa contro “ le orde asiatiche”…L’importante è che in questo frangente si realizzò un certo spostamento delle prospettive. Si cessò di identificare l’arianità con la tedeschità. Si intendeva combattere non per un nazionalsocialismo espansionista a base unilaterale razzista e per un”pangermanesimo” ma per una idea superiore, per l’Europa e per un “Ordine Nuovo”europeo. Questo orientamento guadagnò terreno nell’ambiente della SS e trovò espressione nella dichiarazione di Charlottenburg pubblicata dall’Ufficio Centrale delle SS verso la fine della guerra come risposta alla dichiarazione di S. Francisco fatta dagli Alleati circa gli scopi della guerra, “crociata della democrazia”. In essa veniva tratteggiata la concezione dell' uomo e della vita del Terzo Reich e soprattutto il concetto dell’Ordine Nuovo, il quale non avrebbe dovuto avere un carattere egemonico ma federalistico e organico.”
9) Sullo JERUSALEM POST del 20 XI 2001, appariva a firma Judy Siegel l’articolo Genetic Evidence Links Jews To Their Ancient Tribe: “L’evidenza genetica continua a portare prove alla tesi secondo cui il popolo ebreo discende da un comune progenitore. Secondo l’Università ebraica di Gerusalemme, nonostante una separazione di più di 1000 anni gli Ebrei Sefarditi di origine Nordafricana sono geneticamente indistinguibili dai loro fratelli dell’Iraq. E’ stato anche provato che gli Ebrei Sefarditi sono molto simili geneticamente agli Ebrei del Kurdistan e che solo piccole differenze esistono tra questi due gruppi e gli Ebrei Aschenaziti dell’Europa. Codeste conclusioni sono raggiunte in un articolo pubblicato recentemente nell’American Journal of Human Genetics scritto dal Prof. Ariella Oppenheim delle Hebrew University e dell’Hadassah-University Hospital a Ein Kerem…..I ricercatori condussero dei test sul sangue di Ebrei Aschenaziti, Sefarditi e del Kurdistan esaminando i loro cromosomi Y che sono trasmessi solo per via maschile. Essi li compararono con quelli di vari gruppi Arabi – Palestinesi, Beduini, Giordani, Siriani e Libanesi – e con quelli di popolazioni non arabe della Transcaucasia, Turchi, Armeni e Curdi musulmani….lo studio indica che gli Ebrei sono i diretti discendenti di un’antica popolazione del Medio Oriente che inseguito si divise in gruppi etnici distinti che parlavano lingue differenti….Si ritiene che la maggioranza degli Ebrei attuali- non includendo i convertiti e i non ebrei sposati da Ebrei discendono dagli antichi Israeliti che vissero nella ….terra di Israele fino ….alla dispersione. I ricercatori sostengono che l’analisi genetica dei cromosomi degli Ebrei provenienti da vari paesi dimostra che in sostanza non ci fu mescolanza genetica tra loro e le popolazioni ospiti in mezzo alle quali abitarono durante la loro dispersione – sia nell’Europa Orientale, Spagna, Portogallo o Africa settentrionale.”. Cfr. Scientist Assert: All Jews Are Members Of Same Racial Group in CALIFORNIA JEWISH VOICE 17-8-1956). Cfr, anche Uno Studio Conferma: Ebrei E Palestinesi Parenti Stretti in LA STAMPA 10/5/2000.
“Gli ebrei arrivarono in Europa come stranieri e rimasero stranieri a causa delle differenze di eredità, di religione, di cultura e di occupazioni.”Così l’israelita Arthur Ruppin docente di sociologia ebraica all’Università di Gerusalemme ( Les Juifs Dans Le Monde Moderne Paris. 1934, pag. 240 ). Dall’altra parte della barricata, per Oswald Mosley l’ebreo“…viene dall’oriente e fisicamente, mentalmente e spiritualmente, ci è più alieno di qualsiasi nazione occidentale”( Tomorrow We Live, da THE TRUTH AT LAST, USA, 1993, pag.65 )
Riguardo al ruolo svolto dagli ebrei nella stopria dell civiltà coccidentale. Già Nietzsche aveva scritto nel suo L’ Anticristo ( Cfr. Domenico Losurdo Nietzsche: Il Ribelle Aristocratico Bollati-Boringhieri, Torino,2002 pagg 871e 872 ) “ Considerato psicologicamente, il popolo ebreo è un popolo dalla tenacissima forza vitale, il quale, una volta posto a vivere in condizioni impossibili, deliberatamente, a partire dalla più profonda saggezza dell’autoconservazione, prende le parti di tutti gli istinti della decadence ,- non in quanto è dominato dalla essi, ma poiché intuisce in loro una potenza con cui si può avere la meglio contro il mondo. Gli ebrei sono l’opposto di tutti i decadents; hanno dovuto rappresentarli fino a dare l’ illusione di esserlo, con un non plus ultra del loro genio di attori hanno saputo porsi al vertice di tutti i movimenti della decadence –come il cristianesimo di Paolo-, per fare di essi qualcosa che è più forte di ogni partito della vita che dica il suo sì. Per quella specie di uomini che nell’ebraismo e nel cristianesimo desiderano la potenza, una specie sacerdotale, la decadence è soltanto un mezzo: questo genere di uomini trova un interesse vitale nel rendere malata l’umanità.” . Per Julius Evola,inoltre,“...gli Ebrei sono caratterizzati dalla loro prontezza ad innestarsi in correnti procedenti su direzioni dubbie o già degenerescenti, per far sì che per opera dei loro contributi, il tutto conduca a un esito senz’altro distruttivo e contaminatore. Ciò è avvenuto su tutti i piani della cultura moderna...”. Relazioni Fra Razza E Filosofia in LA DIFESA DELLA RAZZA anno. IV, n°. 11, 5 Aprile 1941 ora in “Filosofia, Etica E Mistica Del Razzismo ed. Sentinella d’Italia, Monfalcone, 1985
10) Preoccupazioni simili erano presenti anche nel Fascismo italiano, ben prima della “campagna razziale” Cfr. Alfonso De Filippi Stirpe Nazione-Impero Appunti Sul Razzismo Fascista ( Idee in Movimento, Genova, 2003) “….il divieto dei matrimoni interrazziali, introdotto nelle colonie africane prima della nascita dell’Asse Roma-Berlino,” dimostra “ che il Fascismo era pervenuto a una dottrina razziale, per conto proprio, indipendentemente dalla influenza tedesca.” Victoria De Grazia Le Donne Nel Regime Fascista Marsilio, Venezia, 1993, pag. 365. D’altra parte è noto che ” La legislazione razziale antisemita dell’autunno 1938, introdotta senza alcuna pressione dall’esterno, si può interpretare come logica conseguenza della progressiva radicalizzazione del regime.” Lutz Klinkhammer Mussolini-Hitler: Quell’alleanza Scellerata in CORRIERE DELLA SERA 31 XII. 2003 Recentemente Giorgio Fabre nel suo Mussolini Razzista (Garzanti, Milano, 2005) ha posto in luce, seppur con alcune esagerazioni e forzature, come già nel primo Fascismo a anche nel giovane Mussolini fossero presenti istanze razziste ed antisemitiche. “Mussolini fu il primo politico razzista a giungere al potere in un grande paese del Vecchio Continente, dopo aver creato con le proprie mani il precoce razzismo del suo movimento” pag. 454
Profeticamente già il 4 Settembre 1934 Benito Mussolini scriveva:“ Si tratta di sapere se davanti al progredire in numero e in espansione delle razze gialle e nere, la civiltà dell’uomo bianco sia destinata a perire.” In un libro edito nel 1937 ( Mirko Ardemagni La Francia Sarà Fascista? Treves, Milano, pag. 55 ) si poteva leggere: “ La Rivoluzione italiana, che è veramente rivoluzione universale…tende alla conservazione e al prestigio della razza bianca…. Il Fascismo, che ha un senso gerarchico della razze…è inconciliabile con quei regimi che procedono alla degradazione qualitativa delle razze europee e a quelli inserimenti artificiosi delle popolazioni che pregiudicano le caratteristiche e le differenziazioni necessarie al perfezionamento umano.” E citiamo ancora Adriano Romualdi Sul Problema Di Una Tradizione Europea ( Ed. Vie della Tradizione, Palermo,s.i.d. pag. 48 ) “ L’ordine dell’uomo bianco può aver prodotto molti colpevoli effetti, ma è una macchina troppo delicata perché altri possa pensare a ripararla. Il fardello dell’uomo bianco-- la responsabilità per le razze impure, senili o superstiziose-- insieme con l’ingratitudine degli assistiti e l’incomprensione dei chierici traditori-non ci è ancora risparmiato.” Anni dopo il demografo francese Gerard –Francois Dumont sarebbe giunto a scrivere: ” L’uomo bianco è attualmente davanti a due scelte, suicidarsi o salvare il mondo salvando se stesso.” (cit.da Carlo Rossella Pallidi. Di Paura in Panorama 6/X/1985.) Da allora pare che la scelta sia stata fatta…definitivamente. Possiamo consigliare per un primo approccio alla questione cfr. AA VV Saggi Sulle Ineguaglianze Razziali Idee in Movimento, Genova s. a- i.
“ Noi riteniamo che così come gli uomini sono innegabilmente sempre diseguali tra loro e quindi superiori ed inferiori qualitativamente siano così le razze. Crediamo dunque che vi siano razze superiori e razze inferiori, nel complesso delle loro qualità note e latenti.” Così scriveva Paolo Signorelli ( Fascismo E Sovversione Raido, Via Scirè 19, 00199, Roma, 1998 pag. 23-24.) Molti studiosi, inoltre, accettano l’idea di disuguaglianze razziali specialmente fra la razza bianca e la negra. Possiamo, tra i tanti, citare dal volume di Frank H. Hankins La Race Dans, La Civilisation (Payot, Paris, 1935) Pag.27/28 “…le differenze tra le razze si manifestano in maniera evidente sul piano fisico, il che permette, come minimo, di presumere che differenze esistano egualmente sul piano mentale.”. Pag.28 “.vi sono buone ragioni per concludere che capacità intellettuali di ordine molto elevato si incontrino più raramente presso certe razze che altre,e che il possesso o l’assenza di tali capacità costituisca un fattore importante nel ruolo storico delle razze”. Nonostante quanto oggi si sostiene, pag. 203”l’ampia scala delle variazioni individuali nell’ambito di ciascuna razza non annulla il contenuto del concetto di razza e non giustifica neppure la conclusione che le differenze tra le razze siano trascurabili.”. Infine pag. 268 “..le razze sono ineguali quanto alle loro capacità mentali e…conseguentemente, differiscono nelle capacità culturali.”. Nel suo indispensabile La Deformazione Della Natura (Ar., Padova, 19978pag.22) Silvio Waldner scrive. “ Un alto livello di intelligenza è senz’altro un presupposto indispensabile per lo sviluppo di qualsiasi civiltà. In modo particolare per quel che riguarda la dimensione tecnica di ogni agire umano. Per la valutazione quantitativa dell’intelligenza si sono sviluppate tecniche statistiche altamente complesse, che non hanno mancato di confermare quello che ognuno, impiegando la propria capacità ragionativa, sapeva già ….Ossia che le razze dalla pelle scura_-i Negri in particolare, sui quali esistono numerose rilevazioni statistiche-dimostrano una capacità intellettuale media drasticamente inferiore a quella non solo degli Europei ma degli est- Asiatici, degli Indiani d’America ecc.(Dal lato intellettivo, al di sotto dei Negri stanno soltanto gli aborigeni dell’Oceania). Questi risultati appaiono tanto più significativi quanto si ricordi che la maggior parte dei dati relativi ai Negri sono stati ottenuti negli Stati Uniti, dove i “Negri” sono in realtà dei mulatti. I ( relativamente scarsi ) risultati riguardanti i Negri africani indicano un’intelligenza ancora minore che presso i Negri americani: nell’Africa meridionale in particolare, dove la popolazione negra risulta meticciata con elementi capoidi (boscimani e ottentotti), essi segnalano un’intelligenza di grado ancora inferiore.”. “Alcune stirpi sono indubbiamente più dotate di altre riguardo a talune tendenze spirituali. Le qualità spirituali differiscono altrettanto che quelle fisiche. Non solo varia l’altezza media dei corpi, ma anche l’altezza media delle anime.” Così Francis Parker Yockey ( Imperium, The Philosophy Of History And Politics Noontide Press, Costa Mesa, USA, 1991 pag-279 ). Ma “. il basare una gerarchia delle razze .. sulla forza della volontà di potenza può farsi solo in relazione alle realtà storiche. Necessariamente tale gerarchia non ha una validità eterna ”(ibidem pag. 285). Come sarà noto ai lettori la più notevole e profonda concezione del “razzismo” la si deve a Julius Evola (cfr. soprattutto Sintesi Di Dottrina Della Razza Ar, Padova, 1994 e Indirizzi Per Una Educazione Razziale Ar, Padova, 1994.) Non si deve, peraltro, leggendo codeste opere, dimenticare che “ ..il fatto che Evola criticasse il razzismo puramente biologico non deve….indurre nell’errore di pensare che il suo fu un razzismo più blando. Spesso la storiografia ha definito la teoria razziale evoliana spiritualista, ma sarebbe meglio usare il termine integrale. Evola…riteneva semplicemente che il dato biologico, sebbene importante per una prima separazione razziale, fosse da solo insufficiente, perché a suo avviso era necessario considerare tanto la razza del corpo, quanto la razza interna. Non si trattava, perciò, di sostituire al razzismo biologico il razzismo spirituale, ma di integrarli in una concezione omnicomprensiva.” Simone Pettirossi L’antisemita Del Fascismo in MILLENOVECENTO n°.31 Maggio 2005 ( i principali autori di un certo equivoco sono stati quei presunti discepoli di Evola che hanno voluto annacquare il pensiero del loro “maestro” finendo per suscitare solo incomprensioni e cedimenti) In ogni caso, qualcuno potrà ritenere che il campo neofascista italiano abbia commesso definitivamente suicidio non impegnandosi soprattutto nella lotta per la sopravvivenza del popolo italiano indirizzando le sue attività in primo luogo contro il fenomeno immigratorio. “ L’unico “peccato”in cui crediamo e che non perdoneremo a nessuno è il peccato contro il sangue e la stirpe, il peccato di meticciato che fa di noi un mischmaschvolk”( Carlo Terracciano La Volontà E La Via. Perchè? in ORION .n° 21-anno II n. 6 giugno 1986.)
II IL FASCISMO –
UN SOCIALISMO COMUNITARIO E AUTORITARIO
Generalmente il Fascismo è considerato come un’ideologia di estrema destra. Si sottolinea in genere la sua pretesa collusione con il capitalismo, concezione propagandata dagli storici marxisti, il suo autoritarismo ed anche il suo totalitarismo, infine il suo nazionalismo ed il suo antisemitismo. Peraltro, in verità, il Fascismo si distingue profondamente dall’estrema destra. (1). Questa è clericale, sciovinista, reazionaria e monarchica, e inoltre si oppone al nazionalismo etnico. In pratica si oppone alla Rivoluzione francese del 1789, al socialismo, e alla forma repubblicana di governo. Ora il Fascismo, per vari aspetti, è nettamente opposto all’estrema destra come qui abbiamo definita. In primo luogo, è fondamentalmente anti cristiano(2), presentandosi sia come ateo o come neo-pagano, mentre l’estrema destra è risolutamente cristiana. Certamente, alcuni movimenti fascisti, specialmente nell’Europa mediterraneo si verniciarono di cristianesimo soprattutto per il peso della chiesa in tali paesi, ma non era che una tattica. In secondo luogo, il suo nazionalismo arianista è ben diverso da quello dell’estrema destra. Quest’ ultimo è contrario ad ogni costruzione europea, mentre il Fascismo propugna, a lungo termine, la “grande Europa”. Inoltre, il Fascismo non è reazionario ma rivoluzionario, ostile alla monarchia, è repubblicano, legato alla parte positiva dell’eredità del 1789. Nel 1923 Hitler si dichiarò repubblicano, e nel 1919 come poi nel 1943 Mussolini difendeva una concezione repubblicana contro la monarchia clericale (3) italiana. Infine, di contro ad una destra liberale e ad una pretesa “sinistra” altrettanto liberale, il Fascismo è socialista. Certo il suo socialismo si distingue dal marxismo, benché ne abbia alcuni valori in comune, ma rimane pur sempre un socialismo.(4) Il socialismo marxista è per sua essenza internazionalista. Anche se l’Unione Sovietica di Stalin, e anche quella di Breznev, ripudiarono nei fatti tale concezione e propugnarono un “socialismo in un solo paese”, il che, in fondo, non era che una variante bolscevica del socialismo nazionale, il fondo internazionalista poteva venir resuscitato in ogni momento, come accadde con Kruscev. Invece il Fascismo si pone in una prospettiva più ristretta. Può dunque essere definito come un socialismo limitato ad un determinato insieme di individui. Si trattava di un retaggio dell’antichità. Il socialismo di stato di Sparta, o di Roma, non concerneva che i cittadini e ne escludeva gli iloti e i meteci. Si tratta di un socialismo comunitario. Questa comunità può essere ritrovata su scale diversa. In primo luogo il Fascismo può presentarsi come un socialismo regionale, per esempio in Alsazia, in Bretagna nelle Fiandre belghe. Può, poi, presentarsi sotto forma di un socialismo nazionale; è il tipo di Fascismo che si incontra più spesso. Tale è il caso specialmente del Fascismo italiano e del nazionalsocialismo tedesco. Infine, può anche diventare un socialismo europeo, quello che Lucien Rebatet battezzò “socialismo ariano”.(5)
In quanto socialismo comunitario, il Fascismo pone l’accento sull’interesse generale e nello stesso tempo sull’identità propria alla comunità a cui si rivolge, Così non può che respingere ogni forma di universalismo. Il capitalismo ed il marxismo si presentano come ideologie universali, valide per tutti gli uomini. Allo stesso modo il Cristianesimo e l’Islam si presentano come religioni universali. Respingendo sia il capitalismo che il marxismo, il Fascismo appare come un socialismo della terza via, Allo stesso modo, nel campo religioso, il Fascismo respinge le religioni monoteiste dalla vocazione egemonica per promuovere delle religioni nazionali.(6). Nel quadro della nazione il cristianesimo non può che cedere il posto alle varie religioni nazionali cioè ai paganesimi dei vari popoli europei.(7)
In quanto socialismo comunitario, il Fascismo non considera l’individuo membro della nazione che come un anello di una catena. Rifiuta il liberalismo politico che ai suoi occhi sfocia nella decadenza morale e in ultimo nella morte della nazione stessa. L’individuo ha dei diritti solo in quanto adempie ad un certo numero di doveri nei confronti della società. Così, il socialismo fascista è necessariamente autoritario considera cioè che lo stato abbia la missione di costringere i cittadini all’osservanza di un certo numero di regole, di farle rispettare con la forza quando ciò sia necessario, o di escludere dalla stessa società quelli che rifiutassero di rispettarle o attentassero in un modo o nell’altro alla comunità stessa. E per questo che alcuni politologi qualificano il socialismo fascista come socialismo “da. caporali” o socialismo “militare”, perché esso si presenta innanzi tutto come un socialismo nato nelle trincee o tra i Corpi Franchi. Altri parlano di ”socialismo di polizia” per sottolineare l’autoritarismo dei regimi fascisti.(8)
NOTE
(1) Cfr Stanley G.Payne “Il Fascismo” Newton e Compton, Roma, 1999 e anche Alfonso De Filippi “Destre Autoritarie E Movimenti Fascisti” Idee in Movimento. Via XX Settembre 13/3, Genova, 2002 ) “ Non si può negare che in quanto movimenti, partiti e ideologie politiche, conservatorismo e Fascismo assunsero posizioni molto diverse nell’ambito della destra europea degli inizi e della metà del secolo, convergendo su alcuni punti e divergendo su altri ” (M. Blinkhorn Fascists And Conservatives.The Radical Right And The Establishment In Twentieth Century, Unwin Hyman, Londra. 1990, pag. 13)
(2) Come abbiamo già detto, l’autore “forza” un po’ troppo riguardo all’anticristianesimo dei Fascismi, tuttavia, a giudizio di chi scrive, coglie un tratto di fondo generalmente trascurato soprattutto da chi tenta, ancoroggi, una qualche difesa dei “Fascismi” stessi.
(3) Più che “clericale” la dinastia sabauda è stata considerata, da più parti, “massonica”. Ai lettori lo scegliere quale delle due cose sia loro meno antipatica!
(4) Premettiamo“ ..l’antagonismo tra Fascismo e socialismo ha una natura competitiva: nasce dalla concorrenza tra due movimenti rivoluzionari, entrambi diretti a sovvertire l’ordine vigente e a cambiare la vita.” Così Ludovico Incisa di Camerana ( op.cit. pag. 126 ) Scriveva Paul Hayes Fascism ( G.Allen & Unwin, London, 1973 pag.64 ). “Gli aspetti socialisti del Fascismo sono quelli che vengono più comunemente ignorati, forse a causa che essi sono in conflitto con la comoda spiegazione che il Fascismo fu un movimento di destra.” Dopo aver ricordate le origini a sinistra dei vari Mussolini, Deat, Doriot etc, questo autore proseguiva: “ Sarebbe sorprendente che alcune delle prime idee di questi capi non avessero influenzato i loro posteriori programmi politici: In effetti, vi era un considerevole contenuto socialista nei programmi della maggior parte dei movimenti fascisti, particolarmente in Germania, dove la denominazione del partito era, dopo tutto, Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi.”.Mentre Yves Durand ( op.cit. pag. 151) scriveva: “ E’ senza dubbio errato vedere nel Fascismo solo un’ideologia passatista e reazionaria, trascurandone i legami con certe tendenze connesse ai problemi dello sviluppo delle società industriali più avanzate, le cui origini si trovano per esempio, nel “socialismo”di Saint Simon o nel positivismo di Auguste Comte.” “Peraltro, vi è socialismo e socialismo: vi è il socialismo ariano, come ideale guerriero di una associazione di liberi signori e vi è il socialismo semitico, ambiguo, totematico e non virile, fatto di reciproco bisogno e di pathos, di cui non sapremmo che farcene, e consideriamo un’onta per l’anima europea.” Julius Evola Eidnischer Imperialismus centro Studi Tradizionali di Treviso, Treviso, 1991 pag. 157 ( ora in Imperialismo Pagano Nelle Edizioni Italiana E Tedesca Mediterranee, Roma2004). Nel suo poco attendibile Colloqui Con Hitler (Tre Editori, Roma. 1996, pag. 162): Hermann Rauschning attribuisce al futuro fuhrer queste parole “ Quanto intendo fare adesso, non posso ancora dirvelo. In ogni caso siate certi che il socialismo, come lo intendiamo noi, non concerne il benessere del singolo, ma la grandezza e il futuro di tutto il popolo. Si tratta di un socialismo eroico. E’una confraternita di cospiratori armati che non ha una proprietà individuale, ma ha tutto in comune ”Un socialismo con il quale,forse, anche un Federico Nietzsche avrebbe potuto simpatizzare. Potrebbero esistere, infatti, altri “socialismi” ( in egualitari ) oltre ai fallimentari esperimenti marxisti e allo squallore delle “socialdemocrazie”. Liberandoli da certi tratti troppo conservatori e da “ benpensanti”possono essere ancora utili alcuni aspetti del “socialismo prussiano” di Oswald Spengler (Cfr. Prussianesimo E Socialismo Ar, Padova, 1994.) Del pari possiamo anche rimandare alle pagine di uno dei più interessanti intellettuali fascisti europei, il francese Pierre Drieu La Rochelle Socialismo Fascista Edizioni generali europee, Roma, 1973. “Attraverso il Fascismo sia a Berlino che a Roma si sta risvegliando il socialismo non marxista” pag-193. Tratto da un’espressione di Ugo Spirito già il titolo di un libro di Sonia Michelacci IL COMUNISMO GERARCHICO Ar, Padova, 2004, è di per se stesso indicativo.Da un punto di vista “tradizionalista”, per Daniel Cologne e Georges Gondinet ( Pour En Finir Avec Le Fascisme Cercle Culture et Libertè, Parigi, 1977, pag. 38 ) “ Il socialismo è una delle concessioni del Fascismo alla modernità. Non si tratta di un socialismo egualitario, fondato sul riduzionismo economico, la lotta di classe, la speranza nella dittatura del proletariato re la negazione marxista della cultura. Vi si distingue la lodevole preoccupazione di diffondere i valori tradizionali in tutto gli strati della popolazione. Indispensabile nell’era delle masse .tale caratteristica sociale manca ai regimi di Franco, Salazar e Petain, il che impedisce di considerarli fascisti.”
Citiamo poi Marcello Veneziani La Rivoluzione Conservatrice In Italia, Sugarco, Milano 1987 pag. 133-134, “..si deve osservare che nel Fascismo eretico il socialismo è considerato come base di partenza come uguaglianza di condizioni su cui innalzare nuove e più autentiche disuguaglianze, fondate sul valore personale e non sul censo; e su cui innalzare nuove e più autentiche solidarietà sociali, fondate sulla comunanza di valori e non sulla consorteria di interessi. Il socialismo diviene mezzo per una liberazione dai bisogni primari, base materiale per una rivolta antimaterialistica.”.Negli ultimi anni vari studiosi hanno, opportunamente, sottolineato, le somiglianze tra Fascismo e Comunismo. “ Interessante e originale la definizione di Victor Smirnov ( uno dei progettisti dell’industrializzazione pianificata sovietica ripagato da Stalin con la segregazione in un gulag) Il Comunismo è un Fascismo estremista, il Fascismo è un Comunismo moderato ” (Guido Mussolini e Filippo Giannini Benito Mussolini L’uomo Della Pace. Dalla Marcia su Roma all’assalto al latifondo Greco e Greco, Milano, 1999, pag. 220)
Intervistato da IL CORRIERE DELLA SERA del 26-5-1995 ( s.f. Il Biografo Del Duce:: Nazismo Un Caso A Sé ) Renzo De Felice osservava: “Fascismo e comunismo nascono e si sviluppano in rapporto di reciproca dipendenza. Sono le due facce dell’utopia rivoluzionaria del XX secolo. Certo la loro evoluzione procede poi su filoni diversi. Ma solo in parte, c’è un nemico comune: è la democrazia, un certo assetto liberale delle istituzioni.”. “la comune radicale ostilità nei confronti della borghesia porta comunisti e fascisti a esecrare tutto ciò che alla borghesia si collega,compreso il capitalismo e il liberalismo” ( Paulo Buchignani Fascisti Rossi cit .da Enzo Bettizza Rossi E Neri Uniti Nella Lotta in PANORAMA 6-VIII-1998). “ Comunismo-Fascismo e Nazional Socialismo si mostrarono in varia misura ostili al liberalismo, all’individualismo, al capitalismo, ai parlamenti. Trovarono una radice comune nella paura della modernità, in un ardente bisogno d’ordine. Entrarono in urto a causa di una competizione concorrenziale, non di una contrapposizione radicale.” Piero Melograni Sotto Svastica E Martello in “ IL CORRIERE DELLA SERA” 4/VII/1995.. Da parte sua Ernst Nolte ( I Presupposti Storici Del Nazionalsocialismo Ed.Christian Marinotti,Milano,1998 pag. 177 ) sottolineava “ Io direi che sia il Bolscevismo sia il Nazionalsocialismo sono stati, fra l’altro, anche reazioni contro l’americanismo ”. D’ altra parte “ Gli unici regimi comunisti che sopravvivono…sono quelli in cui il socialismo reale si accoppia al nazionalismo: tipici casi Cuba e la Cina, anche se questa ultima sembra avviata verso un assetto economico nella sostanza capitalistico.” Così Gabriele Fergola ( I Nazionalisti Di Fronte Al Bivio in STORIA E VERITÀ n°5 Nov-Dic.1998 ). Così si è potuto scrivere “ Fascismo e comunismo, passati i tempi delle contrapposizioni farisaiche, della propaganda bellica e degli steccati ideologici, ormai a pezzi, tornano storicamente alle loro dimensioni e intersecazioni. Più che nemici essi furono concorrenti rivoluzionari nell’abbattimento del vecchio mondo borghese; lo dimostrano le trasmigrazioni di uomini e gruppi dall’uno all’altro, il travaso ideologico di tesi e le similari prassi politiche ” Carlo Terracciano Nazionalbolscevismo Sei Anni Dopo In Aa Vv Nazionalcomunismo (Società Editrice Barbarossa, Milano, 1996, pag. 164-cfr anche Claudio Mutti Strane Riconciliazioni in P.Drieu La Rochelle L’Agente Doppio AR, Padova, 2002) La collaborazione tra forze comuniste e nazionaliste nella Russia post sovietica è certo uno dei fenomeni più interessanti degli ultimi anni. Se già J. Evola aveva potuto scrivere “ La rivolta contro l’oligarchia capitalistica è…un presupposto per l’instaurazione di un ordine qualitativo d aristocratico.”( Imperialismo Pagano nelle edizioni italiana e tedesca Mediterranee, Roma, 2004, pag.279), identificato nel capitalismo il nemico principale della difesa della varietà di etnie e culture i “fascisti” potrebbero giungere a fare proprie le parole pronunciate dal capo bolscevico Karl Radek al I° Congresso dei Popoli Orientali tenutosi a Baku nello ormai lontano 1920: " la cultura capitalista comporta la morte d’ogni altra cultura. Quanto prima questa cultura perirà, tanto meglio .”Possiamo anche riportare quanto del sistema capitalista- industriale scriveva T.J. Kazinski “unabomber” nel suo Il Manifesto Contro La Società Tecnologica ( Società Editrice Barbarossa, Milano1997, pag. 38 ) “ Il razzismo viene scoraggiato perché anche i conflitti etnici compromettono il sistema, e la discriminazione danneggia quei membri delle minoranze che potrebbero essere utili al sistema.”
Ritorniamo ancora un poco sulla “natura”stessa del Fascismo. " Il Fascismo---è anche il tentativo di una saldatura degli estrem i” scriveva Roberto Melchionda in Il Nichilismo Dell’era Atomica in TABULA RASA n°1 A.III 1956 e Marcello Veneziani ( cit. da Dino Messina Italia, L’impossibilità Di Essere Di Destra in IL CORRIERE DELLA SERA 2/VI/1995 ) ebbe a scrivere: “ Il Fascismo in realtà è una sintesi fra il radicalismo di destra e il radicalismo di sinistra...” E A.James Gregor L’ideologia Del Fascismo, Il Borghese, Milano 1974, pag.157 “ Il Fascismo enucleò....una sintesi dottrinaria che si rifaceva relativamente tanto all’estrema destra quanto all’estrema sinistra....” Alessandro Campi nella sua intraduizione ad un altro bel libro del Gregor ( Phoenix-Fascism In Our Time Transaction.pub.London, USA 1999 pag.XIV ) scriveva: “ il fascismo era ed è sempre stato, rivoluzionario.anti liberale,anti conservativo ed anti-borghese.” nello stesso volume il gregor ribadiva “il fascismo non fu né essenzialmente di destra nè intrinsecamente anticomunista” Mentre Lionello Luca Rimbotti nel suo Il Fascismo Di Sinistra (Ed. Il settimo Sigillo, Roma, 1989, pag. 79 ) scriveva:“ Il significato politico ultimo del Fascismo essendo la volontà cosciente di destabilizzare il sistema liberalborghese esistente può iscriversi il Fascismo stesso tra i movimenti genericamente definibili come progressisti, oppure di sinistra..Di destra è invece il significato ultimo ideologico del Fascismo, in quanto rifacentesi a miti e simbologie (comunità popolare, comunità di destino, ruralità, romanità, ecc.) premoderni e antimoderni”. Giuseppe Bottai avrebbe definito il regime italiano “ Stato di destra con struttura economica e sociale di sinistra ”(cit. Dario Fertilio Bottai Fascista Intelligente Ma Non Troppo in IL CORRIERE DELLA SERA 2/1/1997). Certamente si può ammettere che il Regime non fu abbastanza “di sinistra” nelle sue strutture economico-sociali. Interessante anche quanto scrive Francesco Germinario in Da Salò Al Governo- Immaginario E Cultura Politica Della Destra Italiana ( Bollati-Boringhieri, Torino, 2005, pag. 27 ) “ Storicamente, la destra riluttante a definirsi tale, o tentata di sfuggire alla propria collocazione nello schema destra/sinistra, è stata la destra più pericolosa, più eversiva, più ostile alla democrazia. Il Fascismo non si considerò mai di destra, per non dire del nazismo.” L’estensore di queste note concorda con Merimar Destra E Sinistra 2/VI/2005 (http://it.altermedia.info/?p=1593) “ I termini destra e sinistra appartengono alla topografia parlamentare. Pertanto il Fascismo, che andò oltre la visione politica liberal democratica, non è né di destra né di sinistra. Sbagliano, dunque, coloro che considerandosi fascisti o neofascisti si definiscono di destra o di destra nazionale o di estrema destra. Così come sbagliano quei fascisti o neo fascisti che si definiscono di sinistra nazionale.” Anche il termine “nazionalpopolare” venuto in voga negli ultimo anni ci sembra inadeguato ed in preciso, Possiamo rimandare ad un libro dell’israeliano Zeev Sternhell il cui stesso titolo è Né Destra Né Sinistra -La Nascita Dell’ideologia Fascista ( Akropolis, Napoli. 1984 ) e lasciare che tutti quelli che in un modo o nell’altro, vogliano rifarsi al “Fascismo come fenomeno europeo” meditare su quali aspetti di sentano di “estrema destra” e su quali di “estrema sinistra”! Peraltro, quanto, oggi, le concezioni vecchie di “destra” e “sinistra” abbiano perso significato lo sottolineava un anonimo scritto su “L’ITALIA” del 8-II 1995 dal significativo titolo Rossi E Neri Vanno D’accordo: “ Destra e sinistra sono spesso delle categorie variabili: nel Settecento il nazionalismo era l’ideologia della sinistra giacobina e un secolo dopo era già diventato il cavallo di battaglia della destra antiliberale. Il Comunismo che all’inizio del secolo rappresentava il massimo dell’eversione oggi invece spesso e volentieri appare “reazionario” rispetto al nuovo ordine mondiale occidentale e alla modernizzazione mondiale d’impronta occidentale”. Nella defunta Unione Sovietica “ Negli anni di Breznev l’opposizione democratica che si opponeva alla destra stalinista e autoritaria veniva chiamata sinistra ” (Adriano Guerra “La Russia post-comunista” Newton, Roma, 1995, pag.42).
(5) Il Rebatet giunse ad auspicare una “…internazionale ariana che erigerà domani un mondo senza ebrei, senza democratici, senza trust”( Lucien Rebatet Internationale Aryenne in DEVENIR Aprile-Maggio 1944) Su questo interessante scrittore francese fascista e collaborazionista cfr P.Serant Romanticismo Fascista (Il Borghese, Milano, 1971) Tarno Kunnas La Tentazione Fascista (Akropolis,Napoli,1981) e di Moreno Marchi Con Il Sangue E Con L’inchiostro ( Il Settimo Sigillo, Roma,1993 ) e I Duri Di Parigi ( Ibidem,1997)
(6) Il Fascismo “ Antiuniversalista per natura, riconosce i valori solo se si incarnano in una comunità biologica chiusa, la nazione-e pratica una “politica dell’energia ” che fa dello stile guerresco una componente normale dell’esistenza: agli occhi dei suoi seguaci, la forma militare della vita sia individuale che sociale “ diventa l’esercizio delle virtù supreme ”, assurgendo al rango di una vera e propria morale, fondata sulla convinzione che la storia resta eternamente da fare e che, per ritagliarsi un ruolo da protagonista, la nazione deve incarnarsi nell’azione.” Marco Tarchi Fascismo, Teorie, Interpretazioni E Modelli ( Laterza, Bari, 2003, pag. 23 ).
(7) Idee non dissimili furono espresse dal famoso romanziere D.H.Lawrence nel suo Il Serpente Piumato.
(8) “Se il socialismo prospettava al proletariato i “diritti”, ora il Fascismo parla, a tutti, di “doveri”, affermando che “i diritti sono la conseguenza del compimento dei doveri” Guido Mussolini-Filippo Giannini Benito Mussolini l’Uomo della Pace: dalla marcia su roma all’assalto al latifondo Greco e Greco, Milano, 1999 pag. 192 “ Il socialismo fascista è autoritario, volentieri è anche deciso. E’autoritario perché i dottrinari del Fascismo sono persuasi che solo un regime autoritario potrà vincere le resistenze che le potenze del denaro opporranno sempre al socialismo; vedono nella democrazia un regime dominato da gruppi di pressione, da interessi economici e pensano che le riforme sociali prese dalle democrazie sono sempre adottate con l’accordo degli ambienti finanziari e non hanno altro risultato che di aiutarli e di proteggerli falsando il sistema economico: Constatano che la democrazia non ha mai potuto far scomparire le scandalose differenze di livello di vita, che protegge al contrario una classe di privilegiati e di parassiti, il cui lusso è una sfida per coloro che lavorano. Pensano che la scomparsa di queste ingiustizie e di questi privilegi non potrà avvenire senza una lotta, per la quale il regime democratico è inadatto.Perciò il loro socialismo è volentieri deciso. Chiedono larghi provvedimenti di nazionalizzazione, non vogliono che questi siano teorici e si traducano in nuove prebende. Li concepiscono piuttosto sotto la forma di confisca- per lo meno per ciò che concerne i privilegiati che manovrano le baronie ed i monopoli di cui sono gli eredi e i gestori. Non accettano che uno Stato anonimo si sostituisca alle Società anonime per distribuire alla stessa alta borghesia i ricchi canonicati economici; vogliono che i posti di comando vadano ai migliori tecnici e ai creatori. …” Maurice Bardeche Che Cosa È Il Fascismo? (Volpe, Roma,1980,pag-77 )
III LE RADICI IDEOLOGICHE DEL FASCISMO
Il Fascismo è uno degli eredi della rivoluzione francese del 1789. Mussolini nella sua opera La Dottrina Del Fascismo sottolinea tale eredità, respinge l’ancien regime e si pone sul piano della legittimità repubblicana (1).
La repubblica fascista “ideale” di Salò ne è la prova più convincente, il rifiuto dalla monarchia, del capitalismo e dell’ebraismo che Mussolini nell’ultimo periodo professa lo mostra chiaramente.(2)
Bisogna dunque cercare ciò che, prima e durante la rivoluzione francese, ha potuto servire ispirare il Fascismo e il nazionalsocialismo.
Le origini ideologiche del Fascismo risalgono all’alba della storia europea. Le società ariane ancestrali si basano chiaramente su di un socialismo comunitario cioè di una forma arcaica di socialismo nazionale. L’India vedica, l’impero persiano, le città greche, i popoli italici, le tribù celtiche o germaniche, possedevano tutte un sistema che potrebbe essere qualificato come socialista. Il trifunzionalismo sociale indoeuropeo potrebbe esserne l’incarnazione originale.
Gìà è soprattutto con Platone poi con Aristotele che il Fascismo trova la sua fonte. Platone, nel suo ideale di repubblica , pone l’accento sul ruolo fondamentale dei guardiani nel mantenimento della società perfetta (3). Aristotele nell’Etica Nicomachea rigetta il sistema liberale difeso da tutte le società cosmopolite perché esso è fonte di tirannia. Al contrario pensa che la lotta contro il liberalismo passa attraverso il mantenimento dell’omogeneità razziale dei popoli.
È in seguito con il Rinascimento che il Fascismo trova le sue origini, specialmente nel pensiero di un neo-platonico bizantino, Giorgio Gemisto Pletone, e nella sua opera fondamentale Le Leggi. Egli sviluppò una sorte di ideologia razziale privilegiando la “ razza europea ”e il popolo greco; favorevole all’ellenismo e in special modo a quello dell’Imperatore Giuliano, ma anche alla romanità ancestrale, quella rigenerata da Federico II Hohenstaufen nel XIII secolo, egli condannava il cristianesimo ma anche le ingiustizie sociali. Egli mirava a sostituire il cristianesimo e l’islam con una religione europea fondata sul culto di Zeus. Uno dei suoi continuatori fu Marsilio Ficino che ispirò un pensatore prefascista, Nicolò Machiavelli. Dopo aver composto un manuale di tattica politica, Il Principe, egli sviluppò il e sue concezioni repubblicane e neo-pagane nei suoi Discorsi Sulla Prima Decade Di Tito Livio. La sua condanna del cristianesimo avrà influenza specialmente su Nietzsche.
Con il filosofo francese Voltaire, il Fascismo trova un grande precursore. Voltaire condanna in primo luogo il cristianesimo ripetendo come leitmotiv “ecrasons l’infame”, un nuovo “delenda est Carthago”. Ma egli spinge la sua critica anche a condannare gli Ebrei. visti come una delle fonti dei mali dell’Europa e come responsabili, anche se involontari, della cristianizzazione, come scrive nell’articolo JUIFS del suo Dictionnaire Philosophique . Giunge ad auspicare che essi ritornino in Asia.
Il XIX secolo donerà al Fascismo le sue patenti di nobiltà. La triade nazionalismo-socialismo-antisemitismo che può definire qualsiasi movimento fascista è largamente diffusa tra i pensatori di sinistra. Così Blanqui e Proudhon, ma anche Fourier, Saint-Simon, Jaures e Sorel, sviluppano delle tesi proto- fasciste. Per Jaures, peraltro ancora oggi valorizzato dalle sinistre, ogni avversario di destra è un ebreo anche se antisemita. Il boulangismo fu il primo movimento proto-fascista in Europa, riunendo in un fascio nazionalisti e blanquisti. Il giovane Maurice Barres si presentò alle elezioni con l’etichetta “nazional –socialista”(4)
Anche la Comune, che precede il boulangismo, presenta degli aspetti autenticamente fascisti; uno dei suoi simboli è la presenza del socialista nazionalista Louis Rossel. Tutti,o quasi, i pensatori di sinistra fino al 1914 presentano dei tratti fascisti. Così Jean Allemane Georges Valois , Edouard Berth e anche il marxista Jules Guesde, svilupparono delle idee fasciste. Certi le fecero proprie, altri le respinsero.
In Germania, numerosi pensatori formularono avant lettre idee fasciste. In Hegel per esempio, il paganesimo antico è presentato come largamente superiore al cristianesimo, e la stessa guerra è presentata come benefica. La frase di Hegel “I periodi di pace sono le pagine bianche della storia “è indicativa. Inoltre in Goethe, come in Lessing o anche in Holderlin, si trovano una curiosa mescolanza di nazionalismo, antisemitismo e amore per il paganesimo greco. Si potrebbe aggiungere a questa lista anche il nome di Heinrich Heine. Benché d’origini ebraiche e preso di mira da alcuni nazionalsocialisti ( i suoi libri saranno dati alle fiamme negli anni trenta ), il suo amore per il paganesimo greco ma anche il suo paradossale nazionalismo tedesco influenzarono molti tedeschi. Inoltre, questo visionario parlava “del dio Thor che distrugge le cattedrali a colpi di martello” ed evocava, con notevole anticipo, certe posizioni del nazionalsocialismo tedesco.
Anche Richard Wagner ha particolarmente influenzato il Fascismo tedesco, per certi aspetti Hitler può apparire come un suo discepolo postumo, benché conservasse una vaga vernice cristiana, che sarà criticata da Nietzsche, egli difende nella Tetralogia de L’Anello del Nibelungo una teologia pagana. Egli valorizza in particolare il dio Wotan, visto come il doppio germanico di Cristo. Inoltre il suo filo paganesimo si unisce ad un feroce antisemitismo e nello stesso tempo a concezioni socialiste. Wagner è indubbiamente un prefascista (5) .
A quest’elenco bisogna aggiungere Fredrich Nietzsche. Alcuni storici hanno voluto difendere la sua filosofia e ne denunciano quella che ne sarebbe una malvagia interpretazione nazista di questo grande pensatore. Pertanto una lettura approfondita della sua opera mostra chiaramente il suo aspetto pre- hitleriano. Certo egli avrebbe forse potuto respingere il nazionalsocialismo. benché Heidegger, imbevuto di nietzchianesimo non l’abbia fatto: ma il suo paganesimo essenzialmente greco e talvolta anche germanico, il suo antisemitismo anticristiano (6), la sua “ volontà di potenza”, il suo “rovesciamento di tutti i valori”, il suo arianesimo , ne fanno un antenato ideologico del Fascismo. Nella Genealogia Della Morale, Nietzsche valorizza la belva bionda germanica e denuncia nel Vaticano una Roma giudaicizzata; gli ebrei vengono denunciati ispirandosi a Tacito, di cui cita la frase celebre “gli ebrei sono i nemici del genere umano” Ne L’anticristo si riveste di un antisemitismo virulento e attacca lo stesso figura di Gesù Cristo. Si avverte egualmente un’opposizione tra Ariani e Semiti nella sua prima opera impostante La Nascita Delle Tragedia Il suo amico Franz Overbeck disse di lui che “ il suo anticristianesimo è essenzialmente antisemita”
Hitler donò a Mussolini l’edizione integrale delle opere di Nietzsche mentre Mussolini gli aveva inviato quella di Machiavelli. Si potrebbe affermare che la triade Machiavelli-Voltaire-Nietzsche è uno dei fondamenti ideologici del Fascismo.
A fianco di codesti pensatori, gli inizi del secolo XX furono particolarmente fecondi. In effetti numerosi autori formularono un’ideologia di tipo fascista. Si può ad esempio qualificare il Maurras degli anni precedenti la I guerra Mondiale e anche il Barres degli stessi anni come pensatori pre-fascisti. Al contrario, il monarchico Maurras e il Barres repubblicano a partire dal 1918, tradirono i loro ideali per assumere posizioni nazionalconservatrici e dunque antifasciste. Fu il passaggio da un nazionalismo etnico ed identitario ad uno sciovinista, ristretto, reazionario e clericale. Così questo antisemita ed erede della filosofia arianista di Jules Soury (7) , questo” nazional socialista di Nancy” che era Maurice Barres divenne il protettore dei “buoni” ebrei che si erano battuti in guerra contro i tedeschi: Da neo pagano -quale era stato- si ricordano le sue frasi sul “politeismo ariano” opposto al “monoteismo semitico”- diventa cattolico tradizionalista: Infine, da socialista qual era divenne liberale. Egualmente, il neo pagano Maurras, che in gioventù era giunto ad abbracciare una colonna ( del Partendone ) e a rivolgere una preghiera ad Atena, diveenne un fervente difensore della causa cristiana. Inoltre, egli respinse l’antisemitismo razziale, al quale dapprima aveva creduto, denunciandolo come pratica tedesca e dunque nemica. Giunse a preferirgli un antisemitismo assimilazionista.
Si può anche citare a titolo d’esempio il caso di quell’uomo del XIX secolo che fu Renan (8).critico del semitismo e neo pagano nei suoi momenti migliori, prese pertanto delle posizioni ultracristiane, rigettando nel dimenticatoio l’antico Paganesimo. In effetti parlare del cristianesimo come della” religione ariana per eccellenza” è evidentemente ridicolo. Allo stesso modo l’attitudine di Drumont è contestabile. La sua critica su basi razziali degli ebrei e il suo profondo anticapitalismo ne fanno un prefascista ma il suo clericalismo lo situa nell’estreme destra e non in una qualche forma di Fascismo. (9)
Il razzialismo fascista trova, quanto a lui, numerose radici. E’semplicistico denunciare il ruolo svolto da Arthur De Gobineau in tale corrente ideologica.(10) Allo stesso modo, Houston Stewart Chamberlain non può essere considerato il vero iniziatore del Fascismo tedesco, anche se ebbe a manifestare una grande venerazione verso Hitler, Chamberlain è l’esempio tipico dell’incoerenza dottrinale di una certa forma di razzialismo. Così, in materia di religione, cerca di dimostrare l’arianità del Cristo allo scopo di salvare il cristianesimo. Però contraddittoriamente ebbe a scrivere: “ L’Olimpo ed il Walhalla si spopolarono perché lo vollero gli ebrei. Yahweh divenne il Dio degli Indo-europei”
In somma il Cristo ariano non avrebbe distrutto il paganesimo, il colpevole di ciò sarebbe San Paolo, ( il “Trotsky” dell’antichità come ebbe a definirlo Hitler ). Tal genere di assurdità si ritrova ancor oggi nell’ambito di qualche setta fanatica degli Stati Uniti.
In effetti, la dottrina del Cristo è essenzialmente un riformismo ebraico. Quando anche Gesù fosse per metà ariano, questa è la tesi di Hitler, che si collega al mito del soldato romano Pantera come padre del Cristo (11), o completamente ariano, come sosteneva H.S. Chamberlain (12) ma anche Paul de Lagarde, ciò non cambierebbe in nulla il fatto che venne educato nell’ambito del giudaismo esseno, che la sua dottrina sia essenzialmente semitica e simile a quella di Maometto. E' chiaro che il detto Yeshua di Nazaret è il figlio del carpentiere Yosef e di sua moglie Miryam (Maria), figlia di Yoahim e di Hannah.(13) Ogni teoria mirante a dimostrare l' aranità di Gesù Cristo non è motivata che da un anticristianesimo incompleto Che mira maldestramente a salvare il cristianesimo. Al contrario, la dottrina di Rosenberg e di Darrè, che anche Himmler finirà per accettare, combatte radicalmente il cristianesimo e denuncia Gesù come un nemico., Costoro finiranno per valorizzare Wotan come anticristo, o anche lo stesso “ buon datore di ferite” Thor. Tale opposizione si affianca a quella degli ultimi fedeli dell’Odinismo presenti in Scandinavia nel XI secolo che opponevano il Gesù bianco, cioè il debole, a Thor il rosso, il combattente. Ogni seguace di Nietzsche non può, d’altra parte, che respingere la figura di Cristo e il cosiddetto Cristo ariano non è che una paganizzazione apollinea di Gesù a partire dalla supposta conversione di Costantino.
NOTE
(1) “ Le negazioni fasciste del socialismo, della democrazia, del liberalismo, non devono…fra credere che il Fascismo voglia respingere il mondo a quello che esso era prima del 1789, che viene indicat come l’anno di apertura del secolo demo -liberale. Non si torna indietro. La dottrina fascista non ha eletto a suo profeta De Maistre…” Benito Mussolini “La Dottrina Del Fascismo”(in Nino Tripodi “Il Fascismo Secondo Mussolini” Ed . Il Borghese, Milano, 1971, pag. 184.) Il problema di eventuali “fonti” del Fascismo italiano nella Rivoluzione Francese era già stato posto da Renzo De Felice Cfr, Luca Fantini Radici Giacobine Del Fascismo? breve commento alle tesi di De Felice http://fncrsi.altervista.org/Radici_giacobine.htm Peraltro, il 7-IV-1926 Mussolini ebbe a dire: “ Noi rappresentiamo un principio nuovo nel mondo, noi rappresentiamo l’antitesi netta, categorica, definitiva di tutto il mondo della democrazia, della plutocrazia, della massoneria, di tutto il mondo, per dire in una parola, degli immortali principi del ’89.”
(2) Possiamo qui ritornare brevemente sulla questione delle caratteristiche “socialiste”del Fascismo italiano ritornate in primo piano, appunto nel periodi della .R.S.I.. “ Sebbene…Mussolini non avesse potuto definire “socialista” la repubblica, come invece avrebbe voluto, il Fascismo repubblicano fu radicalmente socialista, e tale socialismo veniva continuamente ribadito fai suoi principali esponenti; Mussolini stesso, il 14 ottobre 1944, in un discorso agli ufficiali della “Brigata Nera”Aldo Resega disse: La socializzazione altro non è se non la realizzazione italiana del socialismo” Luca Fantini Essenza Mistica Del Fascismo Totalitario (Associazione culturale uno dicembre 1943, Perugia, 2004 pag. 216)
Peraltro non bisogna dimenticare fermenti già attivi durante il ventennio cfr. Luca Lionello Rimbotti op.cit, Giueppe Parlato La Sinistra Fascista ( Ed. Il Mulino, Bologna, 2000 ) e Anthony Galatoli Landi Mussolini E La Rivoluzione Sociale (Istituto Studi Corporativi, Roma, s.i.d)..“ Comunque per me il corporativismo non è che un modo per arrivare al socialismo diceva nel 1934 Benito Mussolini all’ex sindaco socialista di Milano, Emilio Caldara” ( G. Mussolini e F. Giannini op.cit. pag. 289 )
Nonostante tutti i limiti e i compromessi, "...il corporativismo fascista si dimostrò capace di risolvere importanti problemi sociali ed economici, attirando l'attenzione degli studiosi di numerose nazioni, che vi riconobbero il principio di un ordinamento adeguato alle esigenze dei tempi nuovi." Julius Evola Primo Tempo Del Corporativismo in “IL MERIDIANO D'ITALIA” 11/6/1950 (“I. testi….” pag.75.)
Comunque,“ Nella seconda metà degli anni 30, il Fascismo totalitario, sviluppando alcune correnti della sua origine sindacalista, elaborò l’idea di una rivoluzione sociale antiborghese, con accentuate tendenze anticapitalistiche…” E.Gentile “Fascismo E Antifascismo” pag. 190 sul piano “pratico”: negli anni 30, Il Fascismo avviò una politica sociale senza precedenti: si trattava dell’estensione dell’indennità di licenziamento, delle ferie pagate, del periodo di prova, della conservazione del posto in caso di malattia, dell’istituzione degli assegni familiari nell’industria. Cfr Pietro Neglie “Fratelli in Camicia Nera”, Il Mulino, Bologna, 1996
E ci pare importante riportare una annotazione di L. E. Longo( I Vincitori Della Guerra Perduta Ed.Settimo Sigillo, Roma,2003, pag. 327): “ Se è valida l’affermazione di Evola che il corporativismo fascista deve essere interpretato essenzialmente nel quadro di un’idea organica ed antimarxista, non mi sembra altrettanto accettabile la sua conclusione che, per questo, esso sia fuori da tutto ciò che si può chiamare legittimamente socialismo. E’ sul piano della riforma sociale ed istituzionale che il socialismo incontra il regime di Mussolini; quando il socialismo si fa nazionalista e riformista, cioè dimette i panni dell’utopia internazionalista e del “mondo migliore”, incontra il Fascismo che dal punto di vista sociale è proprio la conversione realistica e nazionale del socialismo.”
(3) Cfr. Adriano Romualdi Platone Volpe, ed., Roma, 1965. Arthur .Kemp ( “March Of The Titans-A History Of The White Race Ostara Publ. Johannesburg, 2001 pag. 79 ) scrive: “ Platone fu il primo filosofo di fama a riconoscere nella razza un fattore chiave nel sorgere e nel declinare delle civiltà.”
(4) Cfr. Jacques Ploncard. D’Assac Le Dottrine Del Nazionalismo G. Volpe, Roma,1966, Mauruice Barres La Dottrina Nazionalista Istituto Editoriale Italiano,Milano,s.i.d.
(5) Cfr. Giorgio Locchi Wagner-Nietzsche E Il Mito Sovraumanista, Akropolis, Roma, 1982. e dello stesso Richard Wagner L’ebraismo Nella Musica effepi, Genova, 2004-
(6)“…non esiste antisemita che abbia scagliato contro gli Ebrei parole più dure di quelle pronunciate da Nietzsche. Egli li accusa di aver sovvertito i valori, scambiato il bene col male. Li accusa di aver creato il cristianesimo, “la più grande disgrazia dell’umanità…””Adriano Romualdi “Nietzsche E La Mitologia Egualitaria op.cit. pag. 67. Ne La Genealogia Della Morale, Nietzsche “..legge l’intera storia dell’Occidente come la storia della catastrofe verificatasi con la vittoria di Giudea su Roma.” D.Losurdo Nietzsche Il Ribelle Aristocratico ( Bollati-Boringhieri, Torino, 2002 pag. 607 )
(7 )Come tanti altri “precursori” francesi ( Victor Courtet, Daniel Ramee..) e tedeschi ( Alexander Tille per il quale “L’intera civiltà moderna cristiano-democratica è un fenomeno di decadenza”) etc e di altri paesi, anche il francese Jules Soury (1842-1915)è stato ingiustamente dimenticato dagli storici , fu direttore all’Ecole Pratique des hautes Etudes dove lo scrittore nazionalista Maurice Barres seguì le sue lezioni di psicofisiologia. Sosteneva che il fattore razziale fosse, nella storia, predominante e che tra Ariani e Semiti fosse in corso fin dall’antichità una guerra implacabile. Già allora avrebbe profetato la futura caduta dell’Occidente. Cfr. P.A. Taguieff La Couleur Et Le Sang- doctrines racistes a la francaise Ed. Mille et une nuit, Paris, 1998 e Zeev Sternhel Maurice Barres Et Le Nationalisme Francais Ed.Complexe, Paris, 1985 e dello stesso La Destra Rivoluzionaria Corbaccio, Milano,1997.
Ricordiamo ancora, tra i “precursori”del Fascismo, Ludwig Gumplowicz ( 1839/1909 ) ebreo galiziano convertito al cristianesimo per opportunismo, professore di Scienze Politiche all’Università di Graz, studioso di antropologia che vedeva nella lotta tra le razze la forza motrice della storia Der Rassenkampf 1883 e rimpiangeva che gli ebrei, al contrario dei fenici, non fossero scomparsi dalla storia!
(8) Su questo noto storico delle religioni leggiamo ne La Dottrina Del Fascismo (cit.pag.181) che “ebbe delle illuminazioni prefasciste”, rimandiamo a quanto ne scriveva Alain De Benoist nel suo Visto Da Destra ( Akropolis,Napoli,1981 pagg. 355 e segg., questo brillante e dottissimo autore francese della cosiddetta “nouvelle droite” era allora molto più interessante di quanto si sia mostrato negli ultimni anni )
(9) Su questo famoso giornalista ed agitatore antisemita cfr J.Ploncard d’Assac op. cit.
(10) Sulle teorie del De Gobineau, del Chamberlain e di altri teorici del razzismo, non possiamo che rimandare a Julius Evola Il Mito Del Sangue SeaR edizioni, Borzano 1995;cfr. anche Arthur De Gobineau Saggio Sull’ineguaglianza Delle Razze Umane Rizzoli, Milano, 1997.
(11) Questa tesi,che si trova in testi ebraici, fu fatta propria anche dal discusso naturalista tedesco E. Haeckel che a pag. 443 del suo “I Problemi dell’Universo” (Utet, Torino, 1904)scriveva .” Il dato degli evangeli apocrifi , che il capitano romano Pandera fosse il vero padre di Gesù,appare tanto più credibile quando si esamini la persona di Cristo dal punto di vista prettamente antropologico.. Comunemente esso è considerato come un puro ebreo:ma i tratti del suo carattere ,che distinguonoe la sua alta e nobile personalità e che danno l’impronta alla sua”religione dello amore”,non sono decisamente semitici “,piuttosto appaiono come tratti fondamentali della razza ariana più elevata ,ed anzitutto del suo ramo più nobile, gli Elleni… Ora il nome del vero padre di Cristo “Pandera” indica indubbiamente un’origine greca…” Peccato per il famoso (allora) naturalista ( che alcuni volle ascrivere tra i precursori del Nazional Socialismo,) Cfr. George J.Stein “Biological Science and the Roots of Nazism”in “American Scientist” January-February 1988,76),che i più abbiano attribuito al fantomatico Pantera o Pandera una origine siriaca !
(12) H S.Chamberlain riteneva che i Galilei discendessero da un gruppo di immigrati indo- europei cfr “Die Grundlaggn des 19 Jahrhunderts” trad. francese “La Genese du XIX Siecle” Payot, Paris, 1913 Vol.I pag. 259 e segg.. Vero è che “..la Galilea, chiamata allora spregiativamente la”Galilea dei Pagani”, ai tempi di Gesù non era più un paese esclusivamente giudaico, ma contava una popolazione mista, ampiamente aperta all’influenza ellenistica, composta da latifondisti stranieri e dalle guarnigioni della potenza occupante, nonché dagli Ebrei della diaspora ivi immigrati….” Karlheinz Deschner “Il Gallo Cantò Ancora” Massari Ed.,Bolsena,1998,pag. 123-124.
((13) Invidiamo la sicurezza che l’autore dimostra in codesta faccenda chiara solo se la si guarda attraverso gli occhi della fede! Anche il rapporto tra il nascente cristianesimo e la setta ebraica degli Esseni non pare essere stato ancora definitivamente chiarito (ammesso che sia possibile farlo-.Cfr.,comunque,fra i tanti, M. A. Larson “The Essene-Christian Faith” The Noontide Press,USA,1989)
IV IL FASCISMO ITALIANO: NUOVE PROSPETTIVE(1)
Benito Mussolini che Lenin avrebbe definito “la più grande speranza del socialismo in Italia”, ha creato il termine stesso di Fascismo. Questo militante del Partito Socialista Italiano scoprì in guerra “il socialismo comunitario delle trincee” quello che anche il giovane Hitler avrebbe scoperto.(2) Dal 1915, si è convinto che bisogna far rimare socialismo e nazionalismo. Nel 1919, riprendendo la tradizione rivoluzionaria dei Fasci, egli fonda il Fascio di Combattimento, unendo socialisti, anarco-sindacalisti, futuristi come Marinetti, neo pagani come Evola (3), antisemiti come Farinacci e Preziosi e nazionalisti alla D’Annunzio. Cosa strana, saranno gli uomini di sinistra che sosterranno Mussolini fino alla fine. Il migliore esempio di ciò è costituito dall’ex comunista Bombacci che verrà ucciso nel 1945 con Mussolini (4).
Il filosofo del Fascismo non è però Mussolini ma un figlio spirituale di Vilfredo Pareto, che denuncia la demo- plutocrazia a favore di una circolazione delle elite e della formazione di una nuova aristocrazia scaturita dal popolo. Questo “figlio” è Giovanni Gentile che ha redatto l’articolo Fascismo della Enciclopedia Italiana(5). La sua idea fondamentale è l’unione del socialismo e del nazionalismo ma egli professa anche un violento anticristianesimo(6) : che Mussolini non smentirà mai.
Un punto interessante del “caso” italiano è la questione dell’antisemitismo e del razzialismo. Contrariamente alla tesi dell’inesistenza di una tale dottrina in Italia prima del 1938, il Fascismo fu anch’esso antisemita, sull’esempio di Gentile, Preziosi, Evola e Farinacci, ma anche razzialista. Tale antisemitismo si riveste di un anticristianesimo virulento del quale Mussolini non fu certo l’ultimo (7).Profondamente ateo, ma anche paganeggiante, a causa delle sua nostalgia per la Roma antica, egli rende difficili le sue relazioni con la Santa Sede. In effetti, per lui, il cristianesimo è una “setta ebrea” che non ha avuto successo che fondendosi con l’Imperium di Roma.(8)
L’ascesa al potere dei fascisti avviene in una atmosfera di guerra civile tra comunisti democratici-cristiani e liberali. Il Fascismo si propone ai borghesi italiani come una loro milizia protettrice. La Marcia su Roma, più che una dimostrazione di forza, è stato un bluff. Ma ciò ha poca importanza, Mussolini prende il potere negoziando con le forze politiche tradizionali e con i nazionalisti conservatori. Ma, quando il potere è stato afferrato saldamente, la fascistizzazione della società può cominciare, dopo aver eliminato i concorrenti,i socialisti di Matteotti(9), il Fascismo instaura un potere in cui la tradizione si mescola alla modernità e si proclama erede della Roma di Augusto e di Cesare. Ma tale Fascismo è in realtà un compromesso e Mussolini, che ha una nutre una pericolosa tendenza a giocare il ruolo di un Garibaldi, si sente allo stretto. La guerra d’Etiopia gli appare come una ruota di soccorso. La nazional socializzazione (diremmo meglio “radicalizzazione” n.d.c.)del Fascismo a partire dal 1937 si giustifica certo con l’innegabile parentela ideologica, che io penso di aver qui dimostrata, ma anche per la volontà del Duce di uscire da questo vicolo cieco. Egli pensa che dopo una vittoria potrà realmente fascistizzare l’Italia.
Quando il corso della guerra gli si volge contro, nell’ambito del Fascismo si affrontano due fazioni, quella dei “rinnegati” e quella dei “fedeli”. Gli ideologi rimangono a fianco del loro Duce; è il caso dell’ex comunista Bombacci, di Farinacci, di Evola, del “principe nero” Borghese e anche dell’ ormai vecchio Marinetti. Gli opportunisti, che spesso,in realtà, erano degli “pseudo- fascisti”, tradiscono. E il caso del Conte Ciano, genero del Duce, che si dimostra essere un nazionalista reazionario clericale, spinto da un antigermnanesimo primario. La Repubblica di Salò, nel 1943, è autenticamente socialista benché si trovi sotto il controllo tedesco. Alcuni socialisti non esitarono, malgrado la demonizzazione del Fascismo da parte della sinistra marxista, ad appoggiare le nazionalizzazioni del Duce e a riconoscere l’atteggiamento socialista del capo dello Stato italiano: Per esempio, il filosofo socialista Edmondo Cione (10) cercò di riconciliare il rosso e il nero fondando il Raggruppamento Nazionale Repubblicano Socialista. Il socialista Carlo Silvestri affiancò anche egli la Repubblica di Salò. Si potrebbe anche opporre il Nord d’Italia fascista, repubblicano e socialista, e un Sud reazionario, clericale e monarchico. E’ divertente constatare che l’Italia del Nord voterà per la repubblica contro la monarchia nel 1946; vi era forse in questo un retaggio del Fascismo repubblicano di Mussolini?
NOTE :
(1) “ Senza il regime fascista con tutte le carenze e i compromessi che hanno pagato il prezzo della sua esistenza, L’Europa non avrebbe combattuto l’ultima battaglia per sottrarsi all’asservimento, una cappa di piombo avrebbe soffocato il mondo con venti anni di anticipo, l’estremo tentativo di salvarlo con un gigantesco e apocalittico scontro non avrebbe preso il via.”(Enzo Erra “Tradizioni e Intervento” in Julius Evola “Orientamenti 11 punti” Ar, Padova, 2000. pagg. 78/80)
(2) Scrive il Payne (“Il Fascismo” cit. pag. 94) “Nonostante l’ardente rivoluzionarismo, Mussolini, come molti socialisti italiani, non era mai stato un marxista ortodosso. Molto influirono su di lui la critica teorica del marxismo fatta dai sindacalisti rivoluzionari e da Sorel e la teoria delle classi elitarie di Pareto. Per il giovane Mussolini quelle ricerche dimostravano che la rivoluzione esigeva un’azione forte e una guida formata dalle elite e che le masse potevano essere messe in azione solo con i sentimenti, le emozioni e i miti. Mussolini parlava di se stesso come di un socialista “autoritario” e “aristocratico”; era un elitarista e un antiparlamentarista e credeva nella violenza rigeneratrice. Come i sindacalisti rivoluzionari (e come, per altri aspetti, Lenin) Mussolini credeva che solo una speciale avanguardia rivoluzionaria potesse promuovere una nuova società rivoluzionaria.”. Luca Fantini giunge a scrivere(“Breve storia della Federazione Nazionale Combattenti RSI:l’integralismo fascista come antitesi al “neoFascismo atlantico di servizio”“ fncrsi.altervista.org/ - 2k -: “..riguardo il marxismo eretico di Mussolini basterebbero poche parole per sintetizzare la milizia rivoluzionaria di tutta una vita “Comunismo al servizio del Patriottismo””
3) In realtà ,per anni, Evola rimase estraneo e diffidente verso il nuovo movimento cfr.,tra gli altri, Christophe Boutin Politique et Tradition- Julius Evola dans le Siecle Ed.Kime ,Paris, 1992. Riguardo alla sua attività in un periodo seguente citiamo da Francesco Cassata A Destra del Fascismo. Profilo politico di Julius Evola (Bollati-. -Boringhieri, Torino, 2003, pag. 202) “ Nel periodo compreso fra il 1940 e il 1943, Evola teorizzò un’intensificazione dell’Asse Roma-Berlino, che muova da due processi convergenti, da un lato, una “fascistizzazione” del nazismo, dall’altro una “nazificazione” del Fascismo”. Non bisogna, peraltro, dimenticare che il rigetto dei “ contenuti sociali e politici della RSI segna,…,uno dei limiti del tradizionalismo evoliano. Spinto dalla sua visione”aristocratica”della vita gli non comprese che il Grande Nemico della Tradizione ,….,sarebbe stato il capitalismo finanziario, che avrebbe eliminato quanto di”epico”o di”legionario”poteva sussistere nello stesso comunismo. La socializzazione ed il ritorno del Fascismo a certi suoi postulati originari….significava…la cancellazione di un passato di compromissioni con la forze borghesi ….e l’apertura al futuro di un anticapitalismo di segno tradizionale.” Così Pino Tosca Il cammino della Tradizione. Il Tradizionalismo italiano 1920-1990 Ed Terra degli Avi,Bari, 1992. Alexander Dughin giunse a scrivere (“Orion”n. 95 Agosto 1992 ) “..oggi vedo che forse Evola stesso aveva torto nel considerare il mondo capitalista come il male minore rispetto al comunismo.” Avendo lo studioso russo “provato” entrambi si può senz’altro prendere in considerazione la sua opinione!
L’aver visto voluto vedere il Fascismo come fenomeno europeo esclusivamente tramite il tradizionalismo evoliano ha portato, in passato, a vari errori in campo storico e forse anche,in campo, politico, specie considerando che, nell’ultima fase della sua vita, Evola da “reazionario” parve decadere a “conservatore”.cfr Francesco Germinarlo “Da Salò al Governo- Immaginari e cultura politica della Destra italiana” Bollati-Boringhieri, Torino, 2005, pag.62)
(4) Su Nicola Bombacci cfr. Arrigo Petacco “Il Comunista in Camicia Nera.- Nicola Bombacci tra Lenin e Mussolini”A. Mondadori, Milano, 1996. Parlando il 15-3-1945 ai lavoratori genovesi il Bombacci ebbe a dire: “La R.S.I. è l’unico stato esistente autenticamente socialista.”
(5) Difficile tracciare un eventuale “linea” da Pareto a Gentile cfr.comunque James Gregor “La Ideologia del Fascismo” ed. del Borghese, Roma, 1972.
Cfr anche James Alexander Vilfredo Pareto: le Karl Marx du Fascisme librry.flawlesslogic.com/pareto.htm
6) Il che ci pare alquanto esagerato; inoltre il Gentile, contrariamente a quanto scrive l’autore, non fu mai antisemita.
(7) Anche qui il “virulento” è senz’altro più che esagerato ; comunque, scriveva Adrian Lyttelton ( La Conquista Del Potere-Il Fascismo Dal 1919 Al 1929 Laterza, Bari, 1974, pag. 667 ): “ Mussolini era ateo, e veniva dalla regione più anticlericale d’Italia. Il suo primo pamphlet era intitolato Dio Non Esiste (riedito come L’uomo E La Divinità La Fiaccola, Ragusa, 1960 n.d.r.) Anche dopo aver lasciato il partito socialista, continuò per diversi anni ad attaccare il Vaticano e i preti con eguale veemenza. Numerosi fascisti della prima ora si distinguevano per il loro odio verso la Chiesa. Marinetti aveva invocato nel 1919 lo “svaticanamento” dell’Italia, e il più famigerato pubblicista anticlericale italiano, Guido Podrecca, figurò nella lista elettorale fascista. L’anticlericalismo non era del resto confinato al Fascismo diciannovista; larghi settori della piccola borghesia e dei ceti medi patriottici, che formavano la spina dorsale del movimento…, erano ancora fedeli, sotto questo aspetto, alle tradizioni della sinistra risorgimentale. Il patriottismo estremistico e l’anticlericalismo erano in effetti ancora associati. Il sorgere di un nuovo nazionalismo cattolico, divenuto evidente durante la guerra di Libia, era stato oscurato dagli avvenimenti del 1914-1918, quando il Vaticano era stato nuovamente sospettato di favorire i nemici della nazione. Sebbene molti buoni cattolici aderissero, per paura del socialismo, al movimento fascista, il fascista entusiasta tipico collocava il prete appena dietro l’agitatore socialista nell’elenco dei suoi nemici.”.
Se Benito Mussolini fu, in gioventù, certamente ateo, sembra che, col tempo, le sue posizioni siano mutate: nei fin troppo famosi “Colloqui” con Emil Ludwig nel 1932( cfr. Emil Ludwig Colloqui con Mussolini Mondadori, Milano,1950 ) dopo il Duce ribadiva che “Se il cristianesimo non fosse giunto nella Roma imperiale sarebbe rimasto una setta ebraica” ( pag. 174 ) e notava che “..proprio i più umani degli imperatori hanno perseguitato più violentemente i cristiani” ( pag. 176, come è noto le cosiddette persecuzioni romane contro i cristiani furono ben poca cosa! ). E affermava: “Io voglio spiegarle la mia evoluzione. Nella gioventù io non credevo affatto…Ma io non escludo completamente, press’a poco come Renan, che una volta, nel corso di milioni di anni, possa aver avuto luogo una soprannaturale apparizione…..Può anche essere che tra milioni di anni una simile apparizione si ripeta…Negli ultimi anni si è in me rinsaldata la fede che vi possa essere una forza divina nell’universo.”. E alla domanda se tale forza fosse “cristiana”: ““Divina” ripeté egli…”Gli uomini possono pregare Dio in molti modi. Si deve lasciare assolutamente a ciascuno il proprio modo”“ Affermazioni che non sarebbero state gradite oltre Tevere.
(8) Riferendo alle camere sul “Concordato, Benito Mussolini ebbe a dire sul Cristianesimo: “Questa religione è nata nella Palestina, ma è diventata cattolica a Roma. Se fosse rimasta nella Palestina, molto probabilmente sarebbe rimasta una delle tante sette che fiorivano in quell’ambiente arroventato, come ad esempio quelle degli Esseni e dei Terapeuti, e molto probabilmente si sarebbe spenta, senza lasciare traccia di sé.”. Scrive il Payne ( op. cit pag. 225) “…Mussolini argomentava che la cristianità fosse divenuta religione universale solo quando era divenuta romana, essendo tale cultura superiore al credo cattolico”. Sarebbe senz’altro interessante compilare una raccolta degli “sfoghi” anticristiani di Benito Mussolini, vi si potrebbe, probabilmente, rinvenire un filone di continuità dal periodo socialista e quello fascista!
Ritornando al Concordato possiamo citare Davide Sabatini “L’Internazionale di Mussolini”, Tusculum, Roma 1998, pag. 39 “Come è noto il Concordato tra Stato e Chiesa era stato osteggiato in maniera tutt’altro che velata da settori che all’interno del PNF continuavano ad aver un loro peso. I “ diciannovisti “ non avevano dimenticato il programma anticlericale dei primi Fasci di Combattimento e alcuni rappresentanti del “intransigentismo”, Roberto Farinacci su tutti, non avevano mai nascosto la loro diffidenza nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche. I gruppi “tradizionalisti “ avevano cercato di trovare appoggio in quegli ambienti, ma con scarso successo, sicché il Duce poté portare avanti il suo progetto senza troppa difficoltà.”
(9) In realtà parrebbe che Mussolini volesse associare i socialisti al suo governo, la qual cosa fu impedita dall’assassinio di Matteotti, caso su cui non è stata ancora fatta piena luce. .Anche Rutilio Sermonti nel suo “L’Italia nel Ventesimo secolo” (Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 2001) dimostra agevolmente che gli assassini non avevano alcuna volontà di uccidere il deputato socialista (pag. 61).
(10) “ Nel febbraio del 1945 Mussolini acconsentì’ alla creazione del Raggruppamento Nazionale Repubblicano Socialista, che venne fondato ufficialmente a Milano. Alla testa del movimento c’era una commissione, composta da Edmondo Cione, Renato Sollazzo, Pietro Cerri, Ernesto Bassi e Pulvio Zocchi. Organo del RNRS era “L’Italia del Popolo” che vide la luce alla fine di marzo, dopo aver superato numerose difficoltà burocratiche. …..I… promotori si dichiaravano “non fascisti”, pur affermando di essere favorevoli alla politica sociale del Fascismo, tanto che L’Italia del Popolo portava sotto la testata la dizione “Italia-Repubblica-Socializzazione”. I rapporti che il movimento ebbe con i partiti antifascisti e la funzione che svolse non sono chiari……..Comunque sia, il RNRS non valse a creare quel rapporto con il movimento socialista, che probabilmente anche Mussolini auspicava……per contro, la nascita di un gruppo “autonomo “, scatenò le ire degli “intransigenti” del PFR: Pavolini, Mezzasoma, Farinacci soprattutto. L’Italia del Popolo ,come appariva in edicola, era strappata e bruciata. Il Raggruppamento vivacchiava stentatamente, fatto segno alla accuse più dure dei fascisti intransigenti. L’esperimento non ebbe seguito. Il 9 Marzo il giornale…fu sopresso e il RNRS in pratica sparì “ Francesco Leoni “ Storia dei Partiti Politici Italiani “( Guida ed., Napoli, 1971, pagg.307-308.)
Cfr.anche Edmondo Cione “Storia della Repubblica Sociale Italiana”, Il Cenacolo, Caserta, 1949; se ben ricordiamo, nel dopoguerra, il Cione fece, per qualche tempo, parte del Movimento Sociale Italiano.
V IL FASCISMO IN EUROPA OCCIDENTALE:
UN INSUCCESSO (1)
Il Fascismo in Europa occidentale non ha potuto trionfare in alcun paese, neppure in Spagna e Portogallo, contrariamente a quanto generalmente si pensa.
Il caso spagnolo è sintomatico delle confusioni degli storici del Fascismo. In effetti il Fascismo spagnolo è rappresentato dalla Falange de las JONS i cui fondatori furono Josè Antonio Primo De Rivera, Ledesma Ramos e Onesimo Redondo(2).
Il primo era figlio del dittatore spagnolo, Primo de Rivera, anch’egli fascista, aperto alle idee socialiste e anarco sindacaliste, . Suo figlio pertanto, malgrado il nome aristocratico, non era certo un reazionario, ma un autentico rivoluzionario. Ramos, proveniente dal Partito Socialista Spagnolo, era a capo dell’ala nazional-sindacalista e socialista rivoluzionaria. Redondo era un nazionalista cattolico, ma assai fascisteggiante e favorevole al nazional sindacalismo, variante iberica del Fascismo. I tre esponenti fascisti vennero assassinati nel 1936. Il loro successore Manuel Hedilla, di tendenza socialista rivoluzionaria e filo- hitleriano, rifiutò di assoggettarsi a Franco cattolico reazionario e monarchico, un uomo della vera estrema -destra. Venne perciò condannato a morte e poi mandato al confino.(3)
La Falange si spaccò tra una tendenza fedele ai suoi principi ignorata dai più, e una franchista. Hitler, che detestava Serrano Suner (4), vicino al capo della Spagna e cattolico tradizionalista, criticava il clericalismo di Francisco Franco e meditò un piano per rovesciarlo. Egli avrebbe auspicato, secondo i Discorsi a Tavola, formare un’organizzazione composta di falangisti autentici fedeli alle posizioni di Josè Antonio e di comunisti, giudicati da lui recuperabili al Fascismo. Il suo scopo sarebbe stato quello di rovesciare Franco e di realizzare una autentica rivoluzione fascista sotto la influenza tedesca.(5) In Portogallo, il dittatore Salazar, cattolico integralista ed adepto delle concezioni dell’Action Francaise nella loro versione post 1918, governò il paese con una mano di ferri. I fascisti “camicie blu” del Movimento Nazional Sindacalista di Rolao Preto costituirono la sola opposizione. Esse vennero smantellate e Preto ripiombò nell’anonimato politico. Il regime di Salazar non fu perciò fascista e d’altra parte l’atteggiamento del doutor tra il 1940 e il 1945 fu ben poco filo- hitleriano.(6)
La Francia si è difesa contro il Fascismo quando potrebbe esserne stata la culla, secondo Zeev Sternhell e abbia conosciuto numerosi movimenti fascisti: Il loro insuccesso si spiega anche con la forza delle componenti reazionarie e clericali della destra. Così, sebbene l’Action Francaise o “inaction francaise” come la definiva Rebatet, che le Croix de Feu del colonnello La Rocque, impedirono l’emergere di ogni possibilità fascista: Il Fascismo di Valois agli inizi degli anni 20 fu un insuccesso, al pari di quello della Solidaritè Francaise di Coty, dei Francistes di Henry Coston o del Francisme di Marcel Bucard. Le Jeunesses Patriotes di Taittinger .benché di destra reazionaria, iniziarono ad assumere tratti fascisti quando si mutarono in Parti Nazional et Social francais. Due fascisti si distinguono. Il primo è Jacques Doriot. Si tratta di un ex membro del Partito Comunista, espulso per aver proposto l’alleanza di tutti gli antifascisti, dixit tutti gli anticapitalisti. Questo “antifascista” diventa fascista scoprendo il vero volto, socialista e rivoluzionario, del Fascismo. Propugnando un discorso nazional- comunista, fondò il Parti Populaire Francais, poi passò su posizioni filo hitleriane, antisemite e razzialiste. Allineato alla politica del III Reich, collaborò con la Germania. Il secondo fu Marcel Deat, ex della SFIO, cacciato da Blum, fondò il Parti Socialiste de France –Union Jean Jaures che si mutò, dopo il 1940 in Rassemblement National Populaire che collaborò attivamente con i nazional- socialisti. Secondo costui il Fascismo era la seconda rivoluzione dopo quella del 1789 avente lo scopo di rovesciare la borghesia e instaurare un socialismo “ariano”.(7)
L’Inghilterra conobbe vari partiti fascisti. Uno solo assunse una dimensione significativa, quello di Oswald Mosley. Mosley ex esponente del Labour Party, fondò nel 1932 un New Party e, poi, nel 1934 la British Union of Fascists. Nel 1940venne imprigionato dalle autorità britanniche, I movimenti fascisti furono peraltro numerosi tra questi la Imperial Fascist League e l’ultra estremista Nazional Socialist League di William Joyce “Lord Haw Haw” giustiziato nel 1945. Un altro fascista, John Amery, figlio di un ministro di Churchill, rappresenterà il Fascismo britannico nelle Waffen SS organizzando la Saint Gorge Legion; anch’egli fu giustiziato. (8) In Irlanda .il Fascismo venne rappresentato dalle Gorma Leine (le camicie blu) del generale Eoin O’Duffy, che organizzazione che rimarrà sempre lontana da ogni possibilità di prendere il potere: lo stesso O’Duffy verrà esiliato da De Valera e andrà a battersi in Spagna a fianco dei nazionalisti.(9)
In Belgio, Leon Degrelle rappresenta il Fascismo sotto l’etichetta di Rexismo. Collaborazionista nel 1940, si arruolò nelle Waffen SS e nel 1945 si rifugiò in Spagna(10). I fascisti fiamminghi ebbero come capi Joris Van Severen assassinato dai francesi nel 1940 e Staff de Clerq, allineatosi sulla politica del Hitler. Il capo del Movimento Nazional Socialista (NSB) dell’Olanda rappresentò nel suo paese una piccola corrente fascista. In Danimarca, il Fascismo era rappresentato dal partito nazional socialista DNSAP, guidato da Fritz Clausen; la Norvegia ebbe il Raggruppamento Nazionale( Nasjonal Samling) di Vidkun Quisling vicino alle posizioni del Rosenberg. In Finlandia vi fu il movimento Lapua di Vihtori Kosola che incarnava un Fascismo neo pagano(11).In Svezia vi furono Sven Lindholm e Birger Furugord capi del Partito nazional Socialista Svedese ( Svenska Nationalsocialistiska Partiet ).In Svizzera, agirono varie organizzazioni fasciste quali il Nationale Front di Rolf Henne e nella zona a lingua italiana Georgo Oltremare che collaborò in Francia con i tedeschi, rappresentava ugualmente una corrente fascista elvetica. Infine, in Islanda il Fascismo era incarnato dal Movimento nazionale Islandese (jodernjishreyfing islands) di Gisli Sigursdjornsson rimasto alla stadio gruppuscolare.
NOTE
(1) Cfr K.R.Bolton Origins and Varieties of Fascism ( Renaissance Press, P.o.Box 1627, Paraparaumu Beach, New Zealand, 1997 ) e dello stesso, edito dalle stesse edizioni, nel 2003, Portraits and Principles of World Fascism Per lo studio dei fascismi europei durante il conflitto è indispensabile. Marzio Bozzoli Popoli al bivio Movimenti Fascisti e resistenza nella II Guerra Mondiale ( Ed. de L’Uomo Libero, Milano, 1989.) Tuttora ottimo: Adriano Romualdi Il Fascismo Come Fenomeno Europeo .
Sul “ problema”degli eventuali “fascismi” extraeuropei cfr. Stein Ugelvik Larsen (a cura di) Fascism outside Europe (Colombia University Press, USA, 2001) “
(2) Premettiamo: “ Nessun Fascismo nazionale è interamente uguale a un altro: la molteplicità dei Fascismi non esclude la presenza di un minimo di valori comuni riconoscibili." ( Enzo Collotti “Fascismo, Fascismi” Sansoni, Milano, 1994, pag 135 ) In ogni modo “A partire dalla metà degli anni 30 i regimi e i movimenti fascisti non si limitarono a riavvicinarsi e a unire le loro energie, ma furono al centro di un vero e proprio processo di radicalizzazione che interessò tanto i piccoli movimenti quanto i grandi partiti di massa giunti a un passo dal potere, come pure i due regimi in Italia e in Germania, al punto che si può senz’altro parlare di un fenomeno di dimensioni continentali”( Hans Woller Roma 28 X 1922: L’Europa e la sfida dei Fascismi Il Mulino, Bologna, 2001, pag. 211 ) In seguito “…negli anni della seconda guerra mondiale dove si affermò l’egemonia nazista il Fascismo visse una stagione di estrema radicalizzazione; le vie nazionali tendevano ad unificarsi nel segno della nazificazione.” Enzo Collotti op.cit.pag. 144.
Sul “significato” della II Guerra Mondiale, ci limitiamo a scrivere che essa può venire considerata una “lotta ciclopica, che avrebbe potuto modificare il senso stesso della storia dell’Umanità (Cosimo Vuerich “I Volontari Croati nella Wehrmacht” in “Storia del XX Secolo” n. 30, Novembre 1997) e il significato della sconfitta dell’Asse: “ Lo scorso fine settimana si è svolta a Berlino una. manifestazione neo nazista. L’ex terrorista di sinistra Horst Mahler, oggi schierato all’estremo opposto, ha affermato che la resa della Germania nel 1945 “segnò la data di morte dell’Europa”” Tymothy Garton Ash “Europa, la guerra della memoria” in “La Repubblica”14/5/2005.
Cfr anche M. Blondet “La demografia ha già deciso il destino d’Europa”( http://www.italiasociale.org/articoli2005/notizie250605-1-html). Riguardo alla sorte dell’Italia riportiamo quanto si poteva leggere sul N. 15 del gennaio 2004 della rivista “Millenovecento” presentazione del libro di P. G. Zunino La Repubblica E Il Suo Passato (ed. Il Mulino. 2003): “ Zunino (sottolinea) .. che la nazione non sarebbe morta, al contrario, solo se si fosse verificato una evenienza non lontana dal tradursi in realtà tra l’estate del ’41 e quella del’42. La nazione sarebbe sopravvissuta solo se il tricolore e la svastica fossero arrivati a sventolare congiuntamente su Mosca e su Suez, completando quella costellazione nera di capitale europee cha da Parigi a Bruxelles, da Amsterdam a Copenaghen, da Oslo a Varsavia, a Budapest, a Bucarest, a Belgrado aveva disteso una rete d’acciaio sull’intero continente. L’ultimo enorme impulso bellico impresso dall’Asse a metà del 1942 sui due fronti, il russo e il nord-africano, sembrò per qualche settimana fare ritenere imminente un così tragico e definitivo risultato. La nazione avrebbe prosperato solo con la vittoria della guerra nazista e fascista.”. Amen!
(3) A nostro parere il più interessante dei tre fu Ramiro Ledesma Ramos cfr. Josè Luis Jerez Riesco Ramiro Ledesma Ramos Rivoluzionario Mistico Le Pleiadi -Sentinella d’Italia, Monfalcone, 1984 e Jean Claude Valla Ledesma Ramos et la Phalange Espagnole 1931-1936 Ed. de la Librairie Nationale, Paris, 2002 e dello stesso Ledesma Fascismo in Spagna? Il Settimo Sigillo, Roma, 2000. “Noi Perseguiamo Fini Imperiali, Assieme A Fini Di Giustizia Sociale” RAMIRO LEDESMA RAMOS
Per i rapporti tra falangismo e franchismo cfr. Maurizio Murelli Atmosfere nazionalcomuniste: alle origini del futuro in AA VV Nazionalcomunismo Società Editrice Barbarossa, Milano 1996, A Armando Romero Cuesta Obiettivo uccidere Franco, la Falange contro il caudillo Società Editrice Barbarossa, Milano, 1996.
Su un piano più generale, chi scrive non concorda con lo Sthaler nell’attribuire carattere ”fascista” ai regimi di Miguel Primo De Rivera in Spagna, Pilsudski in Polonia e Metaxas in Grecia. Citiamo sul caso spagnolo un autore vivamente antifascista (Pierre Milza Les Fascismes Imprimerie Nazionale, Paris, 1985. pag. 211- 212. “Installato dai militari, che conserveranno in potere per due anni prima di trasmetterlo, nel 1926, ad un ministero civile che continueranno a controllare, il regime di Primo De Rivera, rappresenta, in effetti, la dittatura della classe dirigente tradizionale. Da ciò derivano i suoi aspetti paternalistici, gli stretti legami con la chiesa e la sua incapacità a risolvere i problemi sociali. Esso, infatti, non riuscì a varare nessuna riforma radicale, neppure nel settore agricolo dove sarebbe stata necessaria e urgente. I riferimenti al Fascismo italiano furono puramente formali. Essi rivelano in Primo De Rivera una volontà di efficacia che gli pareva insita nel regime mussoliniano e che sperava di utilizzarne la forza mobilizzatrice per modificare le strutture tradizionali della società spagnola. Così si spiega il tentativo fallito di creare un partito unico legato al potere, l’Unione Patriottica, e di quello di estendere a tutto il paese il sistema dei Somaten, sorta di guardia civica composta di volontari e destinata a mantenere l’ordine in Catalogna. In un’analoga prospettiva, Primo De Rivera, cercò di assicurarsi l’appoggio della classe operaia facendo del leader socialista Largo Caballero un consigliere di Stato e intraprese, con grande spesa, una politica di costruzione di strade che mirava insieme a diminuire la disoccupazione e ad accrescere il prestigio del regime. Tali misure…insieme all’ orientamento dirigista in economia, privarono il dittatore dell’appoggio delle classi dirigenti e provocarono nel 1930 la caduta di un regime che a differenza di quello…italiano non godeva né del consenso più o meno passivo delle masse, né soprattutto dell’appoggio armato di un grande partito organizzato militarmente.” Sul franchismo “..certo al Franchismo mancano una serie di componenti fasciste. L’origine socialista, il sindacalismo rivoluzionario, il populismo” Sandro Viola Nella Spagna d’Africa tra le reliquie del Franchismo in “La Repubblica”26/VIII/1998. Citiamo anche Indro Montanelli Una questione di pelle in “Il Giornale” 2 VI 1987 “ I Fascismi nascono tutti a sinistra, dalla destra nascono solo delle dittature militari che rappresentano la temporanea “ingessatura”di un corpo in dissoluzione e che assolto, bene o male, questo compito, scompaiono senza lasciare traccia.”.
(4)Nella fase della Seconda Guerra Mondiale ancora favorevole all’Asse, Ramon Serrano Suner, ex deputato cattolico conservatore e cognato di Francisco Franco, parve rappresentare una possibile alternativa “fascista” allo stesso Caudillo (cfr. Josè Lios Rodriguez Jimenez “ La Extrema Derecha Espanola en siglo XX” Alianza Universal, Madrid 1997.)
(5) “Bisogna guardarsi bene dal mettere il regime di Franco sullo stesso piano del nazionalsocialismo o del Fascismo.Todt, che ha assunto molti Spagnoli cosiddetti rossi nei suoi cantieri, mi ha sempre detto che i rossi non sono rossi nel senso in cui l’intendiamo noi. Essi si considerano dei rivoluzionari. Todt li ha nella massima stima. La cosa migliore che potremmo fare sarebbe di tenerne in riserva il maggior numero possibile, a cominciare dai quarantamila che lavorano nei nostri cantieri_-per il caso in cui avesse a scoppiare una nuova guerra civile in Ispagna. aggiunti ai superstiti della prima Falange, quella di Josè Antonio, costituirebbero una forza alla quale potremmo appoggiarci, ”( 7 Luglio di .1942 “Conversazioni Segrete” pag. 604 ).
(6) Cfr. M. Morelli op. cit e Antonio Costa Pinto Fascismo e nazionalsindacalismo in Portogallo 1917-1945 A. Pellicani, Roma, 2001.
(7) Sui fascismi francesi cfr., tra i tanti,: J.Plumyene e R. Lasierra “Les Fascismes Francais 1923-1963” Ed. du Seuil, Paris, 1963, Pierre Milza Fascisme Francais Passe Et Present Flammarion, Paris, 1987. Su Gorges Valois e il suo complicato percorso politico cfr. Jean Claude Valla “Georges Valois de l’anarcho-syndicalisme au Fascisme” Ed. Librairie Nationale, Paris, 2003. Su M. Bucard cfr. Alain Deniel “Bucard et le Francisme” J. Picollec, Paris, 1979.
(8) Cfr. Oswald Mosley “Il Fascismo Inglese”, Il Borghese, Milano, 1973, a pag. 17 si legge che il Fascismo “Fu un movimento che si proponeva di assicurare la rinascita nazionale di popoli che si sentivano minacciati da declino, decadenza e morte, ed erano invece decisi a vivere, ed a vivere intensamente.”. Cfr. anche Alfonso De Filippi “Fascismo e nazionalismo in Gran Bretagna dal 1914 alla nascita del Nazional Front” effepi, Genova, 2004. “..Mosley, come Mussolini proveniva dal socialismo e portò con se molti elementi della sua fede originaria nel suo auspicare uno stato che intervenisse nel campo economico e la sua determinazione nel volere usare le risorse dello stato per migliorare le condizioni del popolo. Tra i dirigenti della B.U.F. Alexander Raven Thompson era un ex socialista, John Beckett e Robert Forgan erano stati deputati laburisti, W.J. Leaper e John Scanlon provenivano dal Partito Laburista Indipendente.”. (Martin Pugh “Hurrah for the Blackshirts! Fascists and Fascism in Britain between the Wars” J.Cape, London, 2005, pag. 198) E’ da deplorare che gli storici abbiano prestato poca attenzione alla piccola ma militante Imperial Fascist League e al suo capo il furibondo antisemita Arnold Leese che riuscì ad avere una qualche influenza anche sui gruppi nazionalisti più radicali sorti oltre-Manica dopo la II Guerra Mondiale. Notiamo che per il Leese lo stesso cristianesimo era parte di un complotto ebraico mirante a minare la virilità ariana.
(9)In realtà O’Duffy non fu esiliato, il suo gruppo dopo aver fornito volontari alla guerra civile spagnola, non tardò a dissolversi. Cfr Maurice Manning The Blueshirts Un Fascismo irlandese? A. Pellicani ed. Roma, 1998.
(10)Alcune delle opere di Leon Degrelle sono state pubblicate in lingua italiana da “Sentinella d’Italia” (Via Buonarroti 4, Monfalcone)
(11) Il Lappismo rimase sostanzialmente cristiano anche se nel nazionalismo radicale finnico “..c’erano serie tendenza a sostituire il Dio cristiano con il leggendario Hiomojamala, Dio dei Finni, degli Estoni e degli Ungheresi.” Ernst Nolte “La Crisi dei regimi liberali e i Movimenti Fascisti”, Il Mulino, Bologna, 1970 pag. 281”
VI IL FASCISMO IN EUROPA CENTRALE.
UN SEMI INSUCCESSO(1)
In Europa centrale, il Fascismo conobbe un successo più significativo, ma non giunse mai realmente al potere. Così, in Romania, il partito fascista locale, la Guardia di Ferro ( Garda de Fier), fu soggetta a costanti attacchi e persecuzioni. C. Zelea Codreanu, il suo primo leader, fu assassinato dalle autorità. Il suo successore, Horia Sima, non ebbe che una parvenza di potere che nel 1944 e per un periodo brevissimo.
In Ungheria, il Fascismo venne incarnato da Gombos che collaborò con l’Ammiraglio Horty, capo dello stato: Il Fascismo venne poi rappresentato da Ferenc Szalasi, fondatore delle Croci Frecciate ( NNyilaskaresztes Part) o Partito Nazional Socialista Ungherese, tenuto lontano dal potere. Vi giunge nel 1944 con l’aiuto di Hitler ma solo per un “giro d’onore”. Così l’Ungheria per quanto recettiva nei confronti del messaggio fascista, non ebbe mai un governo fascista.(2).
In Polonia, il capo fascista Pilsudski governò e dopo di lui una coorte di colonnelli come Beck incaricato della politica estera. Il Fascismo si manifestò in questo paese, con il movimento Falanga di Boleslaw Piasecki che riunì i Narodowi Socjalisi (NazionalSocialisti). Dopo la guerra Piasecki aderì al movimento sindacalista cristiano Pax. La guerra tra la Germania e la Polonia venne combattuta tra due paesi fascisti e fu causata solo dall’antislavismo ossessivo di Hitler e soprattutto di Bormann e Himmler.(3).
In Bulgaria come in Cecoslovacchia, il Fascismo svolse un ruolo molto modesto. Bisogna notare che il movimento fascista ceco di Cerwinka era assai ostile ai tedeschi. Il partito bulgaro a tendenza fascista di Staliyski come il Partito Nazional Socialista Operaio bulgaro di Kuntscheff, rimasero dei gruppuscoli.(4).
Russi emigrati formarono anche essi piccoli partiti fascisti, quali il Partito Fascista Pan Russo di Vladimir Rodzaevski in Manciuria ad il Partito Nazional Socialista Russo di Kaminski . Essi sostennero il generale russo Andrei Andreievitch Vlassov e la sua ROA (Esercito Russo di Liberazione),poi Rodzaevski giunse a vedere in Stalin l’incarnazione di quel Fascismo russo a cui aspirava. Ritornato in Russia, nel 1946, il suo nuovo idolo lo fece condannare a morte (5).
In Jugoslavia vi era opposizione tra i fascisti croati e quelli serbi ; da parte croata, vi era il movimento Ustascia di Ante Pavelic, filo italiano. Da quella serba, il gruppo Zbor (Partito Nazional Socialista razzista)di Dmitri Ljotic, apertamente filo hitleriano. I fascisti serbi collaborarono con i tedeschi in seno al governo del generale Milan Nedic.
In Grecia, un governo fascista, quello di Yoannis Metaxas amministrò un paese in cui vi erano vari piccoli gruppi fascisti come il partito Nazional Socialista Greco, Ellenico Ethniko-socialisto Komma, filo hitleriano, di Georgios Mercuris, padre ( più probabilmente zio N.d.T) della attrice Melina Mercuris, il partito fascista di Pangalos, filo mussoliniano e visto benevolmente dallo stesso Metaxas.(6)
Infine segnaliamo l’esistenza di partiti fascisti anche nei paesi baltici, cioè il Wabs estone, il Gelezinis Vilkas (Lupi di Acciaio) di Augustas Valdemaras in Lituania, o il Perkonkrust di Gustav Zelmin in Lettonia. Se Valdemaras giunse al potere nel 1926, non lo mantenne che per un periodo brevissimo. (7)
NOTE
(1) “Esaltati dalla spada e dal giuramento i fascisti dell’Europa centrale giunsero ad abbandonarsi a cavallereschi spargimenti di sangue e quando il destino fu loro avverso accolsero la morte come autentici, prodi cavalieri medioevali.”( S. Woolf IL FASCISMO IN EUROPA Laterza, Bari, 1973, pag. 15-16 ).“Fenomeno tipico in Europa centrale, nei paesi baltici e balcanici: fu sempre la destra tradizionale…a eliminare i movimenti di estrema destra.” ( J. W. Borejcza IL FASCISMO E L’EUROPA ORIENTALE Laterza, Bari, 1981, pag. 96)
(2) Riferisce F. L. Carsten LA GENESI DEL FASCISMO (Baldini e Castoldi, Milano, 1970, .pag. 251) che elementi estremisti nutrivano“.. venerazione per il grandioso passato magiaro, ….. coltivata da numerose società segrete e semi segrete. La società fondata da Gombos nel 1919 adottò …modelli tribali, cercando di far rivivere il ricordo delle tribù e dei capi tribali che si diceva avessero guidato i magiari nel nono secolo attraverso i Carpazi fino in Ungheria. Ivi si sviluppò nella forma più radicale un nuovo mistico credo dei Turani che idolatravano un Dio della Guerra dal nome di Hadur, ritenuto un antico dio magiaro, esattamente come alcuni tedeschi…_-capeggiati dal generale Ludendorff -idolatravano Wotan.”. “ In Ungheria il cardinale Seredio sostenne…che il Fascismo era inconciliabile col Cristianesimo” Karlheinz Deschner IL GALLO CANTÒ ANCORA Massari ed.. Bolsena, 1998, pag. 484.
Su G. Gombos cfr H. Woller op.cit. Il Mulino, Bologna, 2001 specialmente alle pagg.72 e 73. Sui “fascismi”rumeni ed ungheresi: N.Nagy-Talavera The Green Shirts And The Others Hoover Institution Press, USA, 1970, e Michele Rallo L’epoca Delle Rivoluzioni Nazionali In Europa Vol. I “Austria Cecoslovacchia- Ungheria.” Ed. Il Settimo Sigillo, Roma, 1987, Vol. II “Romania” ibidem. 1990 e Vol.V “Bulgaria e Macedonia”, 2004. Varie opere del Codreanu e di Horia Sima sono state tradotte in italiano e rimandiamo senz’altro ad esse i lettori in cerca d’approfondimenti
3) Innanzi tutto, quello polacco, ripetiamolo, non fu mai un governo fascista. Citiamo da Carlos Caballero Los Fascismos Desconocidos 1919-1945 (Ed Huguin, Barcelona, s.i.d., pag. 45) “Come nel caso del regime di Franco, e di quello di Pétain etc., il regime del Maresciallo Pilsudski è stato definito”fascista”. E’ un errore colossale dato che il governo di Pilsudsky non aveva tendenze totalitarie né ideologia,ma solo alcune vaghe idee generali basare sull’ordine el’autorità. Giunse al potere con un colpo di stato – chiamato subito la marcia su Varsaaia – appoggiato dai socialisti dato che lo stesso Pilsudski aveva dapprima militato in tale partito. Con l’aureola del prestigio militare e di “aver salvato il paese dal caos”, l’unico tratto in comune che aveva con Hitler e Mussolini era di godere di carisma tra le masse. Quando morì, i suoi collaboratori- per lo più colonnelli-sostituirono il suo carisma con metodi simili a quelli dei regimi fascisti, però il “regime dei colonnelli”, non fu che un banale regime conservatore. Invece di un partito rivoluzionario di massa, Pilsudski organizzò .dopo essere giunto al potere, il Blocco apartitico di Collaborazione col Governo, privo di ideologia coerente con l’unico scopo di distribuzione di cariche ….Un’altra iniziativa fascisteggiante fu l’adozione nel 1934, poco dopo la morte di Pilsudski di una costituzione presidenzialista. Però, nonostante tutto, l’opposizione continuava a sussistere legalmente, vi era libertà di critica per la stampa, e di manifestazione.”Il Milza (“Les Fascismes” cit. pag. 209)parla di “..un regime autoritario di destra assai simile a quelli che si erano installati nella maggior parte dei paesi dell’Europa centrale e orientale”. In secondo luogo, a proposito delle responsabilità della guerra, citiamo da Guido Mussolini e Filippo Giannini “Benito Mussolini L’uomo Della Pace Da Versailles Al 10 Giugno 1940 (Greco e Greco, Milano, 1997, pag 112) “ Fra i tanti, troppi errori….commessi nel ’19 a Versailles, non è davvero secondo l’aver concepito un corridoio per assicurare alla Polonia un accesso al mare, togliendo alla Germania la città di Danzica e un ampio territorio i cui abitanti….erano per la stragrande maggioranza tedeschi. Eppure Hitler, a mezzo di Ribbentrop, nel rivendicare la correzione di quella stortura, propose delle condizioni eccezionalmente ragionevoli I: il Reich intendeva costruire una autostrada e una linea ferroviaria a doppio binario che attraversasse il corridoio per collegare la Germania con la Prussia orientale. In cambio il Reich sarebbe stato disposto a prolungare il Trattato d’amicizia con la Polonia portandolo da 10 a 20 anni; avrebbe inoltre incitato la Polonia a far parte del Patto Anti- Komintern e avrebbe,…,garantite le frontiere polacche. La risposta di Varsavia fu negativa. Va ricordato, inoltre, che il Governo polacco per nulla si adoperò per trovare un giusto compromesso con le popolazioni di lingua germanica, ma addirittura inasprì la situazione con provvedimenti impopolari come imponendo riforme scolastiche che penalizzavano i tedeschi, specialmente in Alta Slesia, oppure come le arbitrarie espropriazioni terriere o il progetto ….per la costruzione di un gran porto a Gdynia, nel corridoio. In altre parole tutto ciò non faceva che inasprire sempre di più lo stato di tensione europea.”Sui crimini polacchi contro la minoranza tedesca a cavallo dello scoppio della II Guerra Mondiale fornisce qualche cenno Ernesto Zucconi Il Rovescio Della Medaglia-Crimini Dei Vincitori Novantico Editore, Pinerolo, 2004. Nonostante quanto si pretenda abitualmente non mancarono in Polonia fermenti di collaborazionismo soprattutto a livello amministrativo; inoltre i polacchi della “polizia blu” organizzata dagli occupanti per il mantenimento dell’ordine, non mancarono di aiutare i tedeschi anche nelle iniziative anti ebraiche. Subito dopo l'occupazione tedesca varie personalità polacche si offrirono di costituire un governo che collaborasse con gli occupanti fu il caso di Konchaezevski, già presidente del Consiglio di Reggenza del 1917, del giornalista Ronieki che già durante la Prima Guerra Mondiale aveva difeso posizioni antifrancesi e filotedesche e del Principe Janus Radziwill esponente del Partito Nazionale. cfr. Michele Rallo “Le Fascisme En Polonie (1919-1939)” in “Revue d’ Histoire du Fascisme”, n. 15/16 Aprile/Maggio 1976. Non dimentichiamo neppure che, qualche mese prima dello scoppio della II Guerra Mondiale, la Polonia era stata “complice”della Germania nazista nello smembramento di quell’aborto di Ceco-Slovacchia che si tentò di resuscitare dopo il 1945!
4) David Kelly The Czech Fascist Movement 1922-1942 Colombia Un. Press, New York 1995
5) Cfr. Erwin Oberlander “Il Partito Fascista Panrusso” in “Dialoghi del XX”N.1 Aprile 1967, Sergej Kulesov e Vittorio Strada “Il Fascismo Russo” Marsilio, Venezia, 1998; John J. Stepahn “ The Russian Fascists” Harper and Row, New York, 1978.
L’impiccagione del leader fascista da parte di Stalin non deve certo far tralasciare il problema delle possibili somiglianze tra i Fascismi europei e lo Stalinismo sovietico. Nella “Storia Del Movimento Fascista” del periodico”Asso di Bastoni” fascicolo n. 5, pag. 2 si poteva leggere: “ Perfino nell’Unione Sovietica l’evoluzione nazionale imposta da Stalin alla rivoluzione d’ottobre, la obbliga ad assumere atteggiamenti e programmi propri della esperienza fascista.”.
(6) Nonostante qualche tratto esteriore il regime di Metaxas non può essere giudicato fascista e rimase una “classica”dittatura militare (cfr.C. Caballero op.cit “ Benché il regime di Metaxas abbia rivestito agli inizi un carattere vagamente populista, non si può parlare a suo riguardo di Fascismo. Il generale –dittatore avrebbe voluto instaurare uno stato corporativo, ma le forze sociali su cui doveva appoggiarsi non lo incoraggiarono in tal senso e non tardò ad abbandonare i suoi progetti iniziali. Si accontentò di effettuare delle riforme parziali destinate ad ottenere l’adesione e a colmare, almeno in parte, il ritardo della legislazione sociale greca. Fece così adottare misure sulle assicurazioni sociali, le indennità di maternità e la garanzia di un salario minino…Metaxas.. inaugurò un programma di lavori pubblici scaglionati in 10 anni destinato a riassorbire la disoccupazione. I soli elementi che copiò dai regimi fascisti riguardavano l’inquadramento della gioventù in seno ad organizzazioni statali di carattere paramilitare, ma ciò ad un livello assai modesto e senza che si possa parlare di un a vera irreggimentazione.”
(7) Sui fascismi” baltici cfr. Maurice Bardeche (a cura di) I Fascismi Sconosciuti Ciarrapico, Roma, 1981
7 IL NAZIONAL- SOCIALISMO: NUOVE PROSPETTIVE.
Il nazionalsocialismo tedesco, versione radicale germanica del Fascismo, fu il solo partito fascista a giungere al potere in modo incontestabilmente democratico con circa il 44.% dei voti nel 1933. Le sue origini sono relativamente complesse.
In precedenza vari movimenti nazionalsocialisti erano apparsi in Austria, nella regione tedesca dei Sudeti nella futura Ceco Slovacchia, tra essi la DNSAP austriaca o la NSDAP nella regione dei Sudeti In parte codesti gruppi funsero da ispirazione per il DAP il partito bavarese che avrebbe poi dato vita alla NSDAP Hitleriana. Con il partito del futuro Fuhrer furono in concorrenza altri gruppi, quali la DSP (Deutsche Sozialistische Partei o Partito Socialista Tedesco di cui avrebbero fatto parte Gregor Strasser e suo fratello Otto, quest’ultimo ex militante socialdemocratico. Persino lo stesso Hitler avrebbe fatto parte della SPD, la Socialdemocrazia tedesca. (1)
Il carattere autenticamente socialista della DAP e poi della NSDAP appare nettamente. E’ il caso ben noto dei fratelli Strasser e di Ernst Rohm ma anche di Goebbels, il fondatore del partito, di Gottfried Feder l’economista della DAP, e dello stesso Hitler. La tendenza antisemita, pagana e arianista era impersonata da Alfred Rosenberg e da Richard Walter Darrè, ecologista, difensore del contadinato tedesco e padre del concetto di Blut und Boden. A questa tendenza possono venire avvicinati altri come Himmler, Von Schirach e Hess. Peraltro la destra reazionaria andò progressivamente ad occupare delle posizioni in seno alla NSDAP in crescita, è il caso, in particolare, di Göring, che vi rappresentò la reazione. (2)
Gli spettacolari progressi della NSDAP in Germania spinsero Hitler a metter un freno all’aggressivo socialismo del movimento per conciliarsi le classi medie della borghesia tedesca, l’esercito che era su posizioni ultrareazionarie, e gli ambienti affaristici. A questo scopo, espulse Otto Strasser dal partito ancor prima di giungere al potere. Costui fondò la Comunità di Lotta dei Nazional Socialisti Rivoluzionari, Kampfgemeinschaft Revolutionarer Nationalsozialisten meglio nota come sotto la denominazione di Schwarze Front (Fronte Nero ), che sul piano elettorale non avrà alcun o sviluppo, il che prova l’abilità della scelta hitleriana, Poi, durante la ”Notte dei Lunghi Coltelli” nel 1934, Gregor Strasser ed Ernst Rohm furono giustiziati dalle SS.(3) La fazione di sinistra sopravvisse con Ley, capo dell’Arbeitsfront, che, almeno relativamente, svolse opera di difesa dei lavoratori. (4)
Dopo il tradimento degli ambienti reazionari, e specialmente quello dell’esercito, nel 1944, similmente a Mussolini, Hitler radicalizzò il suo programma. -Egli non contava più che sull’ “esercito ideologico”, la Waffen SS almeno fino al tentativo di “sganciamento” di Himmler alla fine della guerra. I capi della reazione furono epurati e il totalitarismo socialista rafforzato. Come scrisse Ernst Nolte, il nazional socialismo del 1944 può essere definito “nazional bolscevismo” e in ogni caso come un autentico socialismo nazionale. In un certo qual modo, la SS vendicò le SA quasi Hitler avesse voluto cercare il perdono di Rohm, il suo vecchio camerata che aveva dovuto far uccidere per poter conservare il potere.
Così, il nazionalsocialismo hitleriano si dimostrò essere un autentico movimento socialista, appartenente alla sinistra, che, per tattica politica, aveva lasciato parzialmente in sospeso il suo programma in attesa di poterlo imporre integralmente. I negoziati con gli ambienti di destra conservatrice gli avevano permesso di giungere al potere, ma in seguito, soprattutto dal 1942 al 1945, la destra venne progressivamente eliminata per assicurare un posto privilegiato alle SS. La SED il Partito Socialista Tedesco della Germania Orientale potrebbe venire considerata come un’erede parziale della NSDAP con la Stasi al posto della Gestapo.
Il problema del razzialismo e dell’antisemitismo nazionalsocialista è diventato per molti storici l’argomento fondamentale se non anche esclusivo dei loro lavori, pertanto tale questione occupa uno spazio spropositato e falsa ogni possibile giudizio sul regime hitleriano, considerato per questo sotto un angolo completamente negativo. Per ciò che concerne il razzialismo, i nazional socialisti stabilirono una gerarchia razziale. La razza bianca era considerata superiore, la razza gialla giudicata capace solo di imitare il “genio ariano”, quella nera inferiore e a cui solo un “buon addestramento” avrebbe potuto dare un’apparenza di intelligenza. Infine la razza semitica sarebbe “il malvagio genio della terra” votata a distruggere le creazioni degli ariani, e a diffondere il caos.(5)
La particolarità di alcuni nazionalsocialisti era quella di volere stabilire una gerarchia anche tra le diverse componenti della razza bianca. Gli Indo-Iranici, i Latini, i Greci, i Celti e gli Slavi erano considerati come inferiori alla razza germanica (6) la sola veramente ariana in quanto nordica. Il paradosso è che il popolo tedesco non è che parzialmente germanico in quanto slavizzato ad Est e incrociato con i Celti al sud. Inoltre il tipo nordico non è proprio solo ai Germanici in quanto anche numerosi Slavi appartengono a tale tipo etnico, al pari di alcuni Ugro-Finnici, che non sono linguisticamente degli Indo- europei. Unito all’idea di spazio vitale, Lebensraum, e a quella della razza dei signori, Herrenvolk, una tale dottrina abbandonava il razzialismo antico, che era già di Voltaire e che mirava a difendere l’unità della razza bianca, e metteva in pericolo l’idea europea, pan – ariana, del Fascismo. Questa deviazione era soprattutto opera di Bormann, Göring, Göbbels, Himmler e dello stesso Hitler. Invece, Rosenberg, Speer, Schirach, non erano molto convinti di tale posizione al pari dello specialista in campo razziale, Hans Gunther, e del francese Georges Montandon, che considerava ariane sia la razza nordica che quella mediterranea. (7)
Bisogna ricordare che agli inizi l’arianesimo fu una scoperta scientifica dei linguisti (indo-europeanisti) che dimostrarono la parentela linguistica tra la maggior parte dei popoli d’Europa e gli Indo- Iranici: lo stesso termine ariano lo si ritrova nel sanscrito come arya o nell’avestico (antico iranico) airya, nel senso di “nobile” proveniente dall’indo-europeo aryos “nobile, signore”, termine etnico che gli Indo- europei utilizzavano forse per definirsi. Una sua lettura falsificata, in senso pangermanista o nordicista, da parte dei nazionalsocialisti tedeschi non toglie nulla all’autenticità storica del fatto indo-europeo/ariano.(8).
A partire dal 1942 anche Himmler prese a distanziarsi da tale ristretta concezione e sviluppare una sorta di pan-arianesimo integrando numerosi europei, e anche dei nazionalisti indiani, nelle Waffen SS. Nel 1943 estese tale pan arianesimo ad alcuni Slavi, soprattutto Ucraini, e Bielorussi, e anche ai Caucasici, formando, per esempio, una Legione armena: Infine, nel 1944, il suo pan arianesimo comprende anche i russi che non vengono più visti come “sotto- uomini”. Se egli avesse sostenuto fin dal 1942 l’azione di Vlassov, cosa che non fece che a partire dal 1944, il corso della guerra sarebbe stato probabilmente diverso, allo stesso modo che se avesse saputo istallare un governo fascista in Polonia, invece di praticare una terribile repressione antipolacca. Fu a causa di un razzismo mal indirizzato che il Fascismo tedesco fu sconfitto.
Il suo antislavismo primario, il suo rifiuto dei Russi, sono i grandi responsabili del disastro del Maggio 1945.
L’antisemitismo fascista conobbe in Germania un’intensità senza precedenti nell’epoca moderna, esso ricordava quello dei Greci e dei Romani . Esso superò in violenza quello delle Guardie di Ferro Rumene o delle Centurie Nere russe. La shioa potrebbe venire qualificata come una Operazione Bar Kosbha (9).
Nell’anno 70 della nostra era, gli imperatori Vespasiano e Tito sterminarono circa 2 milioni di ebrei (10). Nel 135 la rivolta di Bar Koshba fu soffocata nel sangue dall’imperatore Adriano, con la morte di mezzo milione di ebrei, e culminando nella distruzione di Gerusalemme e all’edificazione sulle sue fondamenta di una città pagana, Aelia Capitolina. Non bisogna poi dimenticare i numerosi pogrom in Siria, Anatolia, Egitto, Già sotto Tiberio, gli ebrei di Roma erano stati deportati in Sardegna e sterminati. Sotto Claudio, erano stati espulsi (11).Infine sotto Traiano, la comunità ebraica di Alessandria venne decimata dopo che si era ribellata all’impero. Hitler, con mezzi moderni, si iscrive a codesta tendenza. Egli rifiuta di scegliere la soluzione di un’espulsione verso la Palestina, temendo i pericoli derivanti dalla nascita di un nuovo focolare ebraico, d’altra parte la cosa divenne impossibile durante la guerra . Proudhon aveva già sostenuto che la scelta per il problema della “razza ebraica” era di “la renvoyer en Asie ou l’exterminer”; Voltaire quanto a lui si sarebbe accontentato di espellerli verso la Palestina. Hitler, rifiutando la prima soluzione, applicò logicamente la seconda, considerando tale razza “nemica del genere umano” come la aveva giù definita Tacito .(12).
Il suo anticristianesimo, non lo condusse, com’era successo a Giuliano Imperatore, ad allearsi con gli Ebrei contro la Chiesa poiché egli vedeva nel cristianesimo una manovra ebraica. Probabilmente anche Giuliano la pensava in questo modo ma il suo realismo l’aveva obbligato ad un’alleanza contro-natura, tra pagani e d ebrei. Hitler parla di”Giuliano il Fedele”i e di” Costantino il traditore” mostrando di non avere scordato l’Imperatore pagano.(13).
L’antisemitismo di Hitler è molto diverso da quello cristiano.(14) Certamente nelle sue Conversazioni A Tavola, gli capita di parlare di Gesù come del figlio di un soldato romano di origini galliche e di una ebrea e di vedere nell’ ”anticapitalismo di Gesù”, cioè nella denuncia dei mercanti nel tempio, il motivo della sua uccisione da parte degli ebrei: E’ la sua unica frase vagamente cristiana. In Hitler Mi Ha Detto di Rauschning (15) Hitler critica l’idea di un Gesù ariano vedendovi un “bluff ebraico”
In realtà Hitler, e in questo si dimostra “ nietzschiano”, è un antisemita pagano che vede negli ebrei i padri spirituali del cristianesimo, del bolscevismo e del capitalismo. Egli li accusa non dell’uccisione di Gesù ma di quella delle religioni ariane antiche di cui si sente nostalgia senza peraltro condividere i tentativi di rinnovarle di Rosenberg e di Darrè. Egli crede anche che ci sia un’opposizione eterna tra l’Ariano “questo Prometeo del genere umano” come lo definisce nel Mein Kampf e il semita, conflitto che si sarebbe svolto durante tutta la storia conosciuta. Tale lotta millenaria, infatti, la si ritroverebbe in Egitto, in Persia, in Grecia contro i Fenici, e in Roma contro Cartagine, Si tratterebbe sempre della lotta dell’ariano contro il semita, che si ritrova anche in quella del paganesimo contro il cristianesimo.(16). L’opposizione del mondo “ebraico” (o meglio “ebraicizzato” N.d.T.) in pratica l’Occidente liberale, l’Unione Sovietica e i loro satelliti, e l’Europa fascista, trovava anch’essa la sua collocazione entro questo schema.
Lo sterminio di circa 6 milioni di ebrei (17) può essere spiegata da una vera “teologia” in cui è presente l’idea di un Ragnarok (Crepuscolo degli dei) in cui il Wotan ariano combatterà contro il Loki ebraico, una riconoscibile influenza wagneriana, in un conflitto simile a quello tra Dio e il demonio del cristianesimo. Se Hitler giunge ad evocare un potere superiore, un “signore”, si tratta più di Wotan, il Dio con la lancia, di cui egli avrebbe ereditato il carattere collerico ed implacabile. La Shoa è dunque, allo stesso titolo delle shoahim dell’antichità pagana, motivata da ragioni sia d’ordine religioso che razziale.
NOTE
(1)Cfr. F.L. Carsten op. cit. Non abbiamo dati sulla presunta appartenenza del futuro Fuhrer alla socialdemocrazia, anche se vi sarebbero dei punti oscuri riguardo al suo comportamento nel periodo della “repubblica rossa” a Monaco! I fratelli Strasser avrebbero appartenuto ad altre formazioni di quelle citate
(2) Sulla sinistra nazionalsocialista cfr. Erik Norling Los Hermanos Strasser Y El Frente Negro Ed. Nueva Repubblica, Barcellona, 2004, alla pag. 22 di questo libro si può leggere “…il nazionalsocialismo fu un fenomeno con una forte, se non determinante, componente operaia prima della presa del potere…dopo di questa, la classe operaia tedesca sperimentò un accelerato processo di incremento del benessere che la avvicinò alle classi medie, il che ha portato alcuni autori a considerare Hitler come il vero rivoluzionario sociale del XX secolo.” Riguardo al “Fronte Nero”, “Schwarze Front” Armin Mohler nel suo “La Rivoluzione Conservatrice” ( Akropolis, Napoli, 1990 pag. 68 ) cita da A. Ehrt- J. Schweickert “Entfesselung der Unterwelt” Berlin, 1933, pag. 270: “La posizione del Fronte Nero può essere accertata con precisione se si rinunzia ad applicare lo schema borghese-democratico sinistra/destra. Pensiamo all’insieme delle correnti e dei partiti tedeschi come ad un ferro di cavallo; alla curvatura sta il Centro, alle estremità la KPD e la NSDAP. Lo spazio del Fronte Nero è tra i due poli del comunismo e del nazionalsocialismo. I contrasti tra sinistra e destra si annullano fondendosi in una specie di sintesi fondatesi sull’eliminazione dell’elemento borghese. La posizione tra i due poli rappresenta nel modo migliore la tensione in cui agisce il Fronte Nero.” Il che ci sembra adatto a tutti quanti auspichino una nuova “topografia” politica di là dalle obsolete suddivisioni tra “destra”e “sinistra”!
(3) Eugen Weber ( Varieties Of Fascism Van Nostrand Co.,New York, 1964, pag. 49 ) annotava: “La liquidazione dei leaders delle SA nel Giugno 1934, fu solo una manovra in una guerra più ampia, un sacrificio temporaneo fatto per assicurarsi vantaggi a lungo termine.”
(4) “..Il D. A. F. di Ley non si è impossessato soltanto dei beni dei sindacati….ma ha pure ricevuto in eredità parte della loro brama di rivendicazioni e si scontra spesso con i magnati dell’industria, ” F. Duprat Le Campagne Militari Delle Waffen SS Ritter, Milano, 2000, Vol. I, pag. 36
(5) Ciò, peraltro, non si riferirebbe a tutti i Semiti (tra i quali vanno contati anche gli Arabi) ma solo agli Ebrei .
(6) Meglio, la parte nordica del popolo tedesco. Sull’ evoluzione delle concezioni e della politica razziale nazional socialista è indispensabile il saggio di A. J. Gregor “Nazional Socialism And Race” (Renaissance Press, P. O. Box 1627, -Parapararaumu Beach, New Zealand.
(7)Di Georges Montandon cfr. la sua collaborazione a “La Difesa della Razza”e Come Riconoscere E Spiegare L’ebreo Effepi, Genova, 2003. Il Montandon(1879-1944) di origini svizzere fu uno dei più importanti etnologi del secolo scorso. Viaggiatore, autore di molti trattati scientifici, passò da posizioni filo comuniste ad altre nazionaliste e razziste, collaborazionista durante la II guerra mondiale, fu ferito a morte, insieme alla moglie, da un commando partigiano.( cfr. C. Dolbeau “Les Parias” Irminsul, Francia, 2001. Di Hans Gunther sono state tradotte in italiano varie opere “Humanitas” (Ar, Padova, 1970) “Platone custode della Vita” (Ar, Padova, 1977), “Religiosità Indoeuropea”(Ar, Padova, 1980) e “Tipologia razziale dell’Europa” (Ghenos, Ferrara, 2003). Dopo il 1945 anche costui non mancò di prendere le sue distanze dal nazional socialismo ( H-F. K. Gunther “Mon Temoignage Sur Adolf Hitler” Pardes, France, 1990).Per un esame delle sue tesi rimandiamo a J. Evola Il Mito Del Sangue cit.
(8) Cfr. Guido Giannettini Le Origini Storiche Della Libertà G.Volpe ed., Roma, 1980; Adriano Romualdi”Gli Indoeuropei”Ar, Padova, 1978; Jean Haudry “Gli Indoeuropei”Ar, Padova, 1999; Bernard Marillier “Ba-Ba, Indo-Europeens”Pardes, Puiseaux, 1999. “ ..non dai soli razzisti vien riconosciuto che le antiche civiltà dell’India, dell’Iran, della Grecia, di Roma, e popi quella germanica, derivarono da ceppi di un’unica razza o superrazza primordiale preistorica, detta “aria”, allo stesso modo che le rispettive lingue, religioni, concezioni del diritto ecc. denotano comuni radici. Julius Evola “Mussolini E Il Razzismo” Raido, Roma, 1998, pag. 11.
(9) Su ebraismo ed anti ebraismo nel mondo antico cfr.Georges Batault Aspetti Della Questione Giudaica (Ar, Padova, 1983), Julius Evola “IL GENIO D’ISRAELE” (Il Cinabro, Catania, 1992) fondamentale Sulla Genesi Dell’ebraismo Come Forza Distruttrice in “La Vita Italiana”Luglio 1941 ora in “ Gli Articoli De La Vita Italiana “ Centro Studi Tradizionali di Treviso, 1988; e Gian Pio Mattogno “L’antigiudaismo Nell’antichità Classica” Ar, Padova, 2002.
Importante anche “The Jewish Strategy” dello studioso statunitense Revilo P.Oliver (Palladian Books, Earslysville, USA, 2002).
(10) Crediamo che codeste cifre vadano prese con cautela, in realtà non si trattò di un genocidio più o meno predeterminato, ma di una sanguinosa guerra a sfondo razziale. Della distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani, Ernesto Renan L’anticristo-Nerone” Corbaccio, Milano, 1936, pag. 361 ebbe a scrivere: “gerusalemme si vendicherà della sua sconfitta: vincerà roma col cristianesimo, la persia con l’islamismo.”
(11) L’autore esagera ad attribuire ai Romani velleità sterminazionistiche; citiamo da James Parker “Gli Ebrei E La Diaspora” (Mondadori, Milano 1966, pag. 46) “La comunità di Roma risaliva al II secolo a.C., e doveva contare alcune decine di migliaia di persone. Esse furono espulse nel 19 a.C. perchè avevano incautamente accettato la conversione di una patrizia; 4.000 uomini furono condannati i lavori forzati nelle miniere e inviati in Sardegna. Gli ebrei furono nuovamente espulsi nel 49 d.C. per i disordini scoppiati per “un certo Cresto” probabilmente fra coloro che accettavano e coloro che respingevano il cristianesimo.”. Scrive Tacito “ ANNALI “ II, 85: “Si discusse anche dell’abolizione dei culti egizi e giudaici e si decise che quattromila liberti, seguaci di quella setta religiosa i quali, per l’età, erano idonei al servizio militare, fossero trasferiti in Sardegna per essere impiegati nella repressione del brigantaggio; se poi fossero morti per l’inclemenza del clima, poco danno ne sarebbe derivato; agli altri fu imposto di uscire dall’Italia, se entro una certa data non avessero abiurato.”
(12)In realtà, prima della seconda Guerra Mondiale il Regime NazionalSocialista fece di tutto per favorire l’emigrazione degli Ebrei dalla Germania, in questo senso non mancarono neppure i contati con gli ambienti sionisti interessati a far emigrare gli ebrei dall’Europa alla volta della Palestina, il tutto a spese dell’infelice popolo arabo cfr.. tra gli altri, Mark Weber Le Sionisme Et Le Troisieme Reich http://library.flawlesslogic.com/zionism_fr.htm
(13) “ Sarebbe meglio dire Costantino il Traditore e Giuliano il fedele, anziché Costantino il Grande e Giuliano l’Apostata. Ciò che i cristiani hanno scritto contro l’Imperatore Giuliano, è su per giù dello stesso calibro di ciò che gli Ebrei hanno scritto di noi. Gli scritti dell’Imperatore Giuliano ,..,testimoniano della massima saggezza….”( 27 Gennaio 1942 Conversazioni Segrete pag. 273 )Riportiamo, anche, le opinioni che il Fuhrer avrebbe espresso su Gesù Cristo.“Gesù non è stato certamente un Ebreo. Gli Ebrei, infatti, non avrebbero consegnato uno di loro alla giustizia romana. Lo avrebbero condannato essi stessi. Verosimilmente vivevano in Galilea numerosi discendenti di legionari romani, specialmente dei Galli. Gesù doveva essere uno dei loro. Non è escluso invece che sua madre fosse ebrea. Gesù lottò contro il materialismo corruttore del suo tempo, e quindi contro gli Ebrei. Paolo di Tarso che fu dapprima uno degli avversari più accaniti dei cristiani, si avvide a un tratto della possibilità di utilizzare intelligentemente, e per altri fini, un’idea che esercitava un simile potere di seduzione. Si rese conto che l’abile sfruttamento di tale idea gli avrebbe acquistato presso i non- Ebrei un maggiore potere che non la promessa di ricompense materiali fatta a dei correligionari: Fu allora che il futuro S. Paolo snaturò, con, diabolica raffinatezza, l’idea cristiana. Di questa idea, che conteneva una dichiarazione di guerra al vitello d’oro, all’egoismo e al materialismo ebraici, egli fece il grido di alleanza degli schiavi d’ogni sorta contro l’elite, contro i padroni,contro i dominatori” ( Conversazioni Segrete” cit., pag. 764 )Possiamo, da parte nostra, ricordare che altri hanno voluto vedere nel vero Gesù un rivoluzionario ebreo in lotta contro Roma cfr. Samuel Brandon “Gesù e gli Zeloti” (Rìzzoli, Milano, 1983). Nel suo curioso libello “La Favola di Cristo” (c/o l’autore 01020 Roccalvecce, Viterbo) Luigi Cascioli ripropone la tesi di Gesù figlio del rivoluzionario anti romano Giuda il Gaulonita (noto anche come Giuda di Gamala) il che contraddice la tesi che lo vuole figlio del fantomatico Pantera
14) Riguardo al cosiddetto antisemitismo cristiano, citiamo, una famosa studiosa britannica di “guerra occulta”: Nesta Webster ( fece parte del gruppo dei “British Fascisti”) costei nella sua opera più importante “Secret Societies And Subversive Movements” ( se ne veda l’ed. Christian Book Club of America, USA, s.i.d. pag. 381) scriveva : “Consideriamo quello che la Cristianità ha in realtà fatto per gli Ebrei. Se così tanto è stato detto delle persecuzioni che hanno subito (l’autrice scriveva nel 1924 N.d.R.), che cosa si potrebbe dire della straordinaria indulgenza mostrate verso di loro a causa del rispetto dei cristiani verso la Bibbia? Per centinaia d’anni agli scolari cristiani è stata insegnata la storia del Vecchio Testamento e le congregazioni cristiane hanno ascoltato con simpatia i racconti delle sofferenze di Israele e le speranze di una sua restaurazione finale. Tutto il sostegno dato al sionismo nasce da codeste tradizioni. In vero la Cristianità, tanto criticata dagli Ebrei, n’è stata la loro maggior protezione. Se la Cristianità sparisse tutta la concezione secondo la quale essi furono un tempo il Popolo Eletto, almeno per quanto riguarda i Gentili, verrebbe meno, .e la razza ebraica spogliata del suo alone di predilezione divina, sarebbe giudicata secondo i suoi meriti.”.(cfr. anche Ragnar Redbeard Might Is Right Wotansvolk, USA, 1999).Anzi, scriveva Piero Sella La Tragedia Della Palestina Come Lente D’ingrandimento Sulla Questione Ebraica in L’UOMO LIBERO N. 54 Ottobre 2002): “Il riconoscimento, la certificazione da parte cristiana della qualità di Popolo Eletto, è una vera e propria cambiale firmata in bianco a favore degli ebrei. Li autorizza a collocarsi in posizione privilegiata al di sopra degli altri popoli, condiziona questi ad accettare con la rassegnata naturalezza desiderata dal giudaismo le posizioni di subordine loro assegnate.” In ogni caso pare trattarsi di un fenomeno( l’antigiudaismo cristiano) del tutto tramontato: scriveva G. Dell’Orti Infamia E Pregiudizi ( in IO DONNA del 30-IV-2005 ) “La Chiesa condannò ufficialmente…l’antisemitismo nel 1928 “La Sede Apostolica condanna aspramente l'odio contro il popolo un tempo eletto da Dio, quell’odio, cioè, indicato di solito col nome di “antisemitismo”” Poi “ Su invito di Giovanni XXIII nel corso del concilio Vaticano II i padri conciliari dedicarono agli ebrei il paragrafo 4 della dichiarazione Nostra Aetate, sulle relazioni tra la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane, che inizia così: “Scrutando il mistero della Chiesa, il sacro concilio ricorda il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato alla stirpe di Abramo”. Nel 1986, durante la sua visita alla sinagoga di Roma, Giovanni Paolo II citò questo passo e aggiunse: “La religione ebraica non è “estrinseca” alla nostra religione. Siete i nostri fratelli prediletti e, si potrebbedire i nostri fratelli maggiori”
15) Testo giudicato dai più come del tutto inaffidabile
(16) Scriveva Herbert G.Wells “Breve Storia Del Mondo ( Laterza, Bari, 1930, pag. 84). “L’argomento della storia dal nono secolo a.C. in poi è per 6 secoli la storia del modo onde questi popoli ariani divennero potenti e intraprendenti soggiogarono alla fine tutto il mondo antico, il semitico, l’egeo e l’egiziano. Per la forma, i popoli ariani furono nel complesso vittoriosi, ma la lotta di metodi ariani, semitici ed egiziani continuò ancor per molto tempo dopo che lo scettro fu passato in mano degli Ariani. Ed è una lotta che si prolunga per tutto il resto della storia e in un certo senso continua anche oggi.”. Ernest Renan in “ Storia Del Popolo D’Israele” (in “Studi di Critica e di Storia delle Religioni” Bompiani, Milano, 1948, pag. 138 scriveva “ Il risultato essenziale della filologia moderna è stato quello di mostrare nella storia della civiltà l’azione di una doppia corrente prodotta da due razze profondamente diverse, per costumi, per lingua, per spirito: da una parte la razza indo – europea, abbracciante i popoli nobili dell’India, della Persia, del Caucaso, dell’intera Europa¸ dall’altra la razza chiamata col nome incertissimo di semitica comprendente i popoli indigeni dell’Asia occidentale e meridionale oltre l’Eufrate.” E a pag, 141 dei Semiti affermava: “Razza incompleta per la sua stessa semplicità, essa non ha né arti plastiche, né scienza razionale, né filosofia, né vita politica, né organizzazione militare. La razza semitica non ha mai compreso la civiltà nel senso che noi diamo a questa parola.”(Cfr.per un più ampio inquadramento Julius Evola “Tre Aspetti Del Problema Ebraico”Ar, Padova, 1994).Da parte sua Silvano Lorenzoni(“Ricordando I Nostri Avi Pagani” in “Primordia” A. VIII N. XV Equinozio d’Autunno 1999) sosteneva: “Gli indoeuropei si presentarono sempre e ovunque quali tempre di signori e di conquistatori, aureolati da un’uranica-anche se occasionalmente sinistra - grandezza: essi sicuramente furono spesso odiati, ma era impossibile disprezzarli. Ben diverso fu il caso dei semiti: ladri del deserto, si presentavano come predoni, che utilizzavano la tecnica partigiana di colpire e scappare oppure che si infiltravano nella società civile offrendosi come inservienti e avviando le loro donne alla prostituzione ( fin dai tempi molto antiche è documentato come in Sumeria ci fosse una popolazione di iloti semiticofoni)-oppure come mercenari, grandi conoscitori dell’ambiente desertico. Se gli indoeuropei finirono invariabilmente con l’arricchire culturalmente le zone da loro conquistate, la prevalenza semitica, fu, del pari, invariabilmente, foriera di decadenza e imbarbarimento.” E’ un filo rosso che si dipana attraverso la storia conosciuta ( cfr anche C. Northcote Parkinson East And West, Houghton Mifflin Co, Boston, 1963). Prendiamo qualche spunto da un vecchio testo (G. Amatucci Dalle Rive Del Nilo Ai Lidi Del Mar Nostro Laterza, Bari, 1910, vol. I, pag. 98): i Fenici “ servirono mirabilmente i persiani nella loro lotta contro i Greci per il predominio del Mediterraneo. Infatti la maggior parte della flotta persiana combattente contro i Greci era fenicia.”. E poi gli altri fenici di Cartagine (Vol. II, pag. 4) “ Cartagine …era destinata ad avere una parte importante nella lotta che l’elemento fenicio (semitico) doveva sostenere per il predominio nel Mediterraneo occidentale specialmente contro gli Arii” G. Granelli e S. Mazzarino nel loro “Trattato di Storia Romana”( Vol. I, Tumminelli, Roma, 1965 pag. 245) scrivono “ Racconta Plutarco che Pirro, nell’atto di abbandonare per sempre la maggiore isola mediterranea, abbia esclamato: “ Che bel campo di battaglia io lascio ai Cartaginesi e ai Romani!” E la lotta stava per iniziarsi, e proprio lì, in Sicilia, si sarebbe svolto l’ultimo atto del drammatico duello cominciato tre secoli prima fra Semiti e Ari per il dominio del Mediterraneo occidentale, e nel quale ai Greci, che avevano fino allora tenuto non inonoratamente il campo, stremati ma non vinti, sottentrava ora, fresca di formidabili energie, Roma destinata a concludere la gara col trionfo definitivo del genio e della tenacia latini sulla presuntuosa scaltrezza fenicia Scrisse lo storico francese Jules Michelet “Storia di Roma” (Rusconi, Rimini, 2002 pag. 195-196) delle guerra puniche “Dall’esito di quel duello non dipendeva soltanto il destino di due città o di due imperi, bensì quello di due razze: l’indogermanica e la semitica, che si contendevano il dominio del mondo…Queste due razze nemiche si scontrarono un po’ dovunque. Leggiamo nell’antichissima storia dei Persiani e dei Caldei le continue lotte dei primi con i loro industriosi e perfidi vicini….Ripetutamente si combatterono su tutte le spiagge del Mediterraneo i Greci e i Fenici….Si noti il furore con cui i Fenici, protetti da Serse, attaccarono la Grecia presso Salamina, nello stesso anno in cui i Cartaginesi, loro fratelli, sbarcavano in Sicilia quel prodigioso esercito che Gelone sbaragliò.. presso Imera.” Poi vi fu la grande contro- offensiva europea condotta da Alessandro il Macedone, e, dopo le guerre puniche, e poi ancora: (pag. 196) “ Molti secoli passarono prima che il duello tra le due razze si riaccendesse, prima che gli Arabi, formidabile retroguardia del mondo semitico, uscissero a ondate dai loro deserti. Lo scontro delle razze divenne allora lo scontro di religioni” Precedentemente, come scriveva .G. Wells ( “ BREVE STORIA DEL MONDO” Laterza, Bari, 1930, pag.97 ): “Dopo la caduta di Tiro, di Sidone, di Cartagine e delle città fenicie di Spagna, i Fenici scompariscono all’improvviso dalla storia, e altrettanto improvvisamente noi troviamo non soltanto in Gerusalemme, ma in Spagna, in Africa, in Egitto, in Arabia, in Oriente, dovunque i fenici avevano posto piede, comunità di Giudei.”Ricordiamo la tenacia che le comunità ebraiche dimostrarono nelle ricorrenti rivolte contro il dominio romano, rivolte che giunsero ad assumere caratteri di vere e proprie guerre razziali per il dominio del mondo mediterraneo. Dopo la rivolta che nel 70 d.C. portò alla presa e distruzione di Gerusalemme e dopo la quale “Migliaia di ebrei furono venduti come schiavi in tutto l’Impero, dando origine, contro ogni previsione, a nuove comunità ebraiche..”(James Parker “GLI EBREI E LA DIASPORA” Mondadori, Milano, 1966, pag. 54) “..verso la fine del suo regno, l’imperatore Traiano invase con le sue truppe l’impero dei Parti. Dopo che ebbe attraversato l’Eufrate, gli ebrei di Babilonia, alla vista di un esercito romano, mossero sulle sue tracce per vendicare la distruzione di Gerusalemme e del tempio. Invitarono …le comunità dell’Impero Romano e insorgere con loro: alcune aderirono all’invito e aggredirono i loro vicini non ebrei. Molto sangue fu...versato in varie parti dell’Impero prima che la pace fosse ristabilita.”(pag. 55) Sotto Adriano scoppiò l’insurrezione capeggiata da Bar Kokheba, al termine della quale (Parker cit. pag. 56) “Distrutte definitivamente .Giudea e Gerusalemme furono cancellate dai nomi in lingua latina. Il paese fu ribattezzato Palestina, e sulle rovine di Gerusalemme sorse la città romana di Aelia Capitolina, in cui nessun ebreo poteva entrare. Molti ebrei fuggirono a Babilonia,…..”.“…Le atrocità rivoltanti con cui gli Ebrei caratterizzarono in questo periodo la loro condotta, tendono evidentemente a dimostrare come essi fossero in preda ad un vero parossismo e agissero sotto la forte influenza di un fanatismo feroce, selvaggio,….che li traeva a compiere stragi spaventose; e, se pure avevano una meta fissa e determinata che si proponessero di raggiungere, essa consisteva nel deliberato proposito di sterminare tutti i loro concittadini pagani, e fondare sulle rovine e sulla desolazione di cui sarebbero stati gli autori, un nuovo stato ebraico indipendente. Nella sola isola di Cipro gli Ebrei misero a morte 240.000 persone appartenenti alla popolazione indigena, e a Cirene, sulla costa africana, massacrarono brutalmente ben oltre 200.000 fra Greci e Romani. In entrambe queste due province .gli ebrei superavano probabilmente in numero, il resto degli abitanti. Dopo quietata la rivolta, Cirene dovette venir ricolonizzata. In tutti i luoghi in cui avevano raggiunto uno stato di supremazia, gli ebrei si conducevano come orde di cannibali, nutrendosi della carne delle loro vittime, e spalmandosi del loro sangue.”(W. D. Morrison “Gli Ebrei sotto la dominazione romana” F.lli Bocca, Torino, 1911, pag 243-245) Dei primissimi cristiani scriveva il Renan (“L’ANTICRISTO - NERONE” Corbaccio, Milano, 1936, pag. 240) “Il furore contro l’Impero Romano, la gioia delle disgrazie che gli capitavano, la speranza di vederlo presto sgretolarsi, erano il pensiero più intimo di tutti i credenti. Si guardava con simpatia la ribellione giudaica, si era convinti che i Romani non ne sarebbero venuti completamente a capo.”.Citiamo dall’importante testo di Piero Sella “Prima di Israele” (Ed. de l’Uomo Libero Milano, 990, pagg. 101-102) “La tendenza a ricavare da un rovescio di fortuna, dalla sofferenza del popolo ospitante, vantaggi di gruppo e personali è radicata nei secoli ed ha ovunque alimentato la diffidenza verso i giudei. Già nella Bibbia, “Faraone” invitava ad essere guardinghi nei confronti del popolo di Israele: “ Che in caso di guerra non si unisca ai nostri nemici” (Es. 1,10). Sudditi dell’Impero Romano, gli ebrei si attendono dallo straniero l’intervento decisivo contro Roma, la “nuova Babilonia”. e contro “la bestia”, l’imperatore. Dal collasso militate ed istituzionale dell’Impero si spera di vedere rinascere lo stato ebraico, ed ecco i giudei- ne parla Flavio Giuseppe nella sua Guerra Giudaica, VI, VI, 3- inviare ai Parti ambascerie per spingerlo all’azione contro Roma Nel VII secolo gli ebrei di Palestina, sudditi di Bisanzio si schierano dalla parte del nemico che attacca l’Impero. Quando nel maggio del 614 i persiani aprono una breccia nelle mura di Gerusalemme e dilagano in città, gli ebrei “si uniscono ai vincitori per sfogare il loro odio”. Le chiese cristiane sono saccheggiate ed incendiate; la splendida basilica edificata da Costantino sul luogo della crocifissione è rasa al suolo. Il massacro della popolazione dura tre giorni. Con Eraclito il dominio bizantino è ristabilito, ma i giudei di Gerusalemme scalpitano e, nel 637, accolgono gli arabi come liberatori
Nel 694 gli ebrei iberici vengono espulsi sotto l’accusa di essersi accordati coi loro correligionari di Africa per consegnare il paese ai mori, pochi anni dopo rientrano, al seguito appunto dei mori.
Nel 1240, mentre l’intera Europa trema, gli ebrei si agitano a favore dei mongoli.
Nella Cipro veneziana, alla metà del XVI secolo, tra le misure adottate per difendere Nicosia dalla temuta invasione turca, c’è l’internamento di tutti i giudei.
Gli ebrei estromessi dall’Ungheria, vi fanno ritorno, a partire dal 1526, al seguito dell’invasore turco. Ad esso si accodano molti di quei giudei che la riconquista cristiana aveva allontanato dalla Spagna. Costoro, approfittando della sciagura che la penetrazione ottomana rappresenta per il continente, si ripresentano in Europa attraverso il complicato itinerario balcanico.”
L’ultimo (?) capitolo di questa millenaria lotta potrebbe essere rappresentato dal ruolo delle comunità ebraiche nel favorire l’immigrazione dal III Mondo in Europa e Nord America (cfr. Gianfranco Dellacasa “Il complotto tricolore contro la Civiltà europea” Idee in Movimento, Genova, 2000)
(17) Come è nota sia tale cifra sia la decisione volontà attribuita al nazionalsocialismo di giungere ad uno sterminio totale del popolo ebraico, viene negata da molti dei cosiddetti “ revisionisti” Cfr, per iniziare, “Olocausto: verità o menzogna?”(Idee in Movimento, Via XX Settembre13/3-16100 Genova) .
Libero, Milano, 990, pagg. 101-102) “La tendenza a ricavare da un rovescio di fortuna, dalla sofferenza del popolo ospitante, vantaggi di gruppo e personali è radicata nei secoli ed ha ovunque alimentato la diffidenza verso i giudei. Già nella Bibbia, “Faraone”
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VIII CONCLUSIONI
Il Fascismo non è “ lo stadio supremo del capitalismo, ma un’altra forma del socialismo “un'altra forma del socialismo ateo”(Victor Loupan). Esso non è d’altra parte reazionario, ma veramente rivoluzionario. Inoltre esso non è una parentesi nell’ambito delle storia europea ma rappresenta la volontà di sbarazzarsi liberarsi di un certo numero di costrizioni ideologiche come la monarchia, il cristianesimo, il capitalismo e in questo senso è l’erede del Rinascimento e del 1789. All’internazionale capitalista e a quella marxista, il Fascismo oppone l’internazionale fascista.
E oggi, quando il capitalismo è rimasto solo in lizza, il Fascismo, in quanto nazionalista e socialista, pare costituire l’unica opposizione possibile. Potrebbe essere che la decadenza dell’Europa non possa essere interrotta senza che il Fascismo, realizzazione di un’ideologia europea di combattimento, che come si è visto affondava le sue radici nella più remota antichità europea, venga riabilitato almeno per quanto riguarda i suoi valori, se ciò non fosse possibile riguardo al suo stesso nome . Bisogna, però, capire bene che in questo periodo nessun partito politico degno di tal nome in Europa può essere considerato suo erede.
A causa dell’ottuso pangermanesimo del Fuhrer Adolf Hitler, e dell’antislavismo che logicamente gli si accompagnava- i crimini commessi contro il popolo russo e quello polacco furono numerosi. L’Europa, in un certo modo, ha perso la guerra l’8 maggio 1945. La politica antisemita del nazional socialismo tedesco, per quanto intollerabile, è ciò che focalizza attualmente l’attenzione nei confronti di un regime che nelle questioni sociali, ecologiche, religiose e politiche aveva per altro tentato tutte le audacie (1). Voler far uscire l’Europa da 1500 anni di Cristianesimo, voleva dire osare, Voler instaurare il socialismo tramite le urne elettorali e non tramite una rivoluzione sanguinosa richiedeva altrettanta audacia.
La liberazione della Russia che avrebbe potuto accadere con Vlassov fu rimandata di 50 anni per lasciare a questo grande paese un bilancio catastrofico in tutti i settori e una nazione esangue che il talento politico di Putin tenta di rialzare. Il XXI secolo sarà decisivo. Si deciderà se la razza bianca è votata alla sparizione e se si trova all’alba di una nuova rinascita, come la fenice che mai muore e sempre si trasforma.(2)
NOTE
(1) Sulla politica sanitaria nazionalsocialista cfr. Robert N. Proctor “La guerra di Hitler al cancro” R. Cortina ed., Milano, 2000, su quella ambientale: Anna Bramwell “Ecologia e società nella Germania Nazista”, Reverdito Editore, Gardarolo di Trento, 1988.
Citiamo dal Payne (“Il Fascismo…” cit pag. 212 ) “..Hitler era molto all’avanguardia della politica per l’ecologia, per una riforma ambientale e per la lotta all’inquinamento.” Per quanto riguarda l’Italia ibidem pagg-482-483 ) “L’industrializzazione è soltanto uno tra i maggiori indici di modernizzazione. L’altro aspetto più particolare del regime italiano, nella sua epoca, era l’enfasi sull’ecologia, sul “ridimensionamento” della struttura socio- economica nazionale, che mirava al controllo dell’urbanizzazione, al miglioramento delle condizioni ambientali, alla promozione del rimboschimento e alla conservazione di una larga percentuale della popolazione rurale nelle campagne. Tali concetti sono divenuti di gran moda negli anni Ottanta ma, quando negli anni Trenta furono promossi dal Fascismo vennero considerati in qualche modo “antimoderni” piuttosto che previdenti. Sotto certi aspetti, l’ecologia fascista sembra da intendere come un sofisticato presentimento dei problemi dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione del XX secolo, molto prima che i socialdemocratici divenissero seriamente consapevoli di tali problemi.” Per quel che riguarda il periodo seguente al 1945, possiamo qui riportare quanto scriveva Norman Lowell, leader del movimento Imperium Europa, con sede nell’isola di Malta (sacra a tutti i “buoni europei” per la sua difesa contro la minaccia asiatica rappresentata da quella Turchia che oggi la Nuova Cartagine d’oltre Oceano fa di tutto per far entrare in Europa) in “Masonry: The Struggle For The Soul Of Europe” www.imperium-europa.org/ - 2k “E’significativo che gli attuali “Verdi” siano stati fondati da August Haussleiter, un veterano del putsch della birreria. Nel 1980, Rudolf Bahro, dissidente tedesco orientale, ritenne di aver scoperto un lato postivo nel Nazismo e concepì l’idea che l’Europa avesse bisogno di una dittatura ecologica, un eco-Fascismo, un Adolfo verde! Bahro vagheggiò un Partito Verde che si ponesse a difesa della preservazione di ogni specie, includendo in ciò anche la preservazione della Razza Bianca.”. .www.nationalvanguard.org/story.php?id=1225-9k - Mentre, dall’altra parte della barricata Roger Griffin “The Nature of Fascism”( Routledge, London, New York, 1996) parla(pag. 2) di “ecoFascismo” definendolo: “termine tecnico usato nell’ambito degli studi ambientalistici riguardo ai Verdi”scuri”che propongono che lo Stato venga dotato di poteri che gli permettano di intervenire con misure draconiane per risolvere i problemi ecologici.”. Inoltre, per questo studioso, "L’ecologia è stata particolarmente presa in considerazione come cavallo di troia ideologico per portare idee fasciste nella cittadella del dibattito ideologico ortodosso, con tentativi di infiltrazione di gruppi verdi di tendenza democratica in Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna e Francia….una mossa che era parallela all’azione di alcuni partiti di ultra destra non fascista come il Partito Liberale Ecologista della Svizzera.” Cfr.anche Dick Pels “Il Fascismo e il primato del politico” in “Trasgressioni” N. 25 1/4/1998 vi si poteva leggere: “L’”ecoFascismo” ( o ciò a cui talvolta ci si riferisce definendolo ecologia Blut und Boden ) auspica uno Strato forte allo scopo di proteggere la “cosa pubblica” ecologica e il suo “ordine naturale” dalla distruzione tramite i disastri naturali, la sovrappopolazione e la contaminazione, che minacciano congiuntamente l’identità e l’integrità del popolo nonché il suo habitat naturale. Il richiamo a una “protezione patriottica dell’ambiente” formulato nel programma del 1990 dei Republikaner non sono lontani da propositi più radicali come quelli coltivati dall’ex ideologo verde Herbert Gruhl, che pone mano a familiari temi schmittiani sottolineando lo “stato di eccezione”e cologico, che è obbligatoriamente governato dalla “legge marziale”, la necessità imperativa di uno Stato autoritario per disegnare una strategia di sopravvivenza e metterla in atto con forza, e la concomitante necessità di abolire la procedura democratica sostituendola con una dittatura-che nell’attuale contesto dovrebbe essere affidata a un’elite di individui ecologicamente illuminati ”.
Nel suo bellissimo “Hitler’s Priestess- Savitri Devi, the Hindu –Aryan Myth, and Neo-Nazism” (New York University Press, USA, 1998) Nicholas Goodrick-Clarke sottolinea i punti di contatto tra un certo neo-nazional socialismo e alcune fazione dell’ecologismo più radicale, per chi scrive, questo è un argomento della massima importanza su cui converrà ritornare in futuro. Qui ci limitiamo a citare un caso ultra estremista: l’ecologista radicale finlandese Pentti Linkola che per la sua avversione all’attuale “ sistema” e,soprattutto alla democrazia,si è spesso guadagnato accuse di “neo nazismo”. http://www.kolumbus.fi/jik/sarastus/penaintr.htm#democ“Any dictatorship would be better than modern democracy. There cannot be so incompetent dictator, that he would show more stupidity than a majority of the people. Best dictatorship would be one where lots of heads would roll and government would prevent any economical growth.” P.Linkola
(2)Personalmente non sapremmo se maggiori disgrazie siano state arrecate al popolo russo dal sistema comunista o piuttosto dalla caduta di questo e da ciò che n’è seguito. In ogni caso, una volta “liberato”anche il popolo russo si è avviato sulla strada della decadenza e dell’estinzione; particolarmente preoccupante ci sembra, a questo proposito, l’invasione-immigrazione cinese in Siberia, fenomeno che non sarebbe visto di mal occhio oltre Atlantico.
APPENDICE 1: L’ORIGINE DEL GIUDAISMO
COME SPIEGAZIONE DEGLI SHOAHIM
La pretesa antichità della religione ebraica rispetto alle altre religioni del mondo mediterraneo non regge all’analisi storica. I primi Ebrei verosimilmente si sarebbero installati in Egitto durante l’invasione degli Hyksos, popolazione di invasori semitici (1) verso il 1730 a.C.. Cacciati dal potere nel 1580, gli Hyksos vennero in parte espulsi dall’Egitto, ma un certo numero di Semiti, principalmente dei Cananei, pare esservi restato più a lungo. (2) Vinti, i Semiti rimasti in Egitto passarono dal rango di dominatori a quello di schiavi: Essi poterono forse subire l’influenza dei seguaci di Aton, il faraone Akhenaton avendo regnato dal 1352 al 1338, il cui monoteismo solare fu una vera rivoluzione religiosa (3) , ma che si concluse con un insuccesso. Comunque sia, gli Ebrei d’Egitto, relativamente poco numerosi- si è ben lontani dalle masse ebraiche di cui parla la Bibbia-, conobbero un’evoluzione religiosa tendente ad una certa forma di monoteismo. Per indovinare tale evoluzione, in assenza di testi veramente sicuri, bisogna conoscere quale fosse la religione ebraica al tempo della loro venuta in Egitto.
All’inizio dunque, invasori cananei accompagnarono l’esercito degli Hyksos, essi avevano una religione politeista simile a quella degli Assiri, dei Fenici(4) e degli Arabi. Essi veneravano un grande dio celeste, Eloha o El, variante ebraica del dio babilonese Il e dell’Allah pre- islamico: Ma il suo ruolo nel culto era relativamente modesto, in ogni caso in secondo piano rispetto ad altre due divinità, Baal, che i Greci chiamarono Adone, che era il dio della tempesta e della guerra dei semiti, e la dea Ashtoreth. Presso i Babilonesi Baal veniva chiamato col nome originale, Hadad. Baal Hadad godeva di un posto considerevole nel pantheon semitico. Astoreth era la dea celeste dei Semiti occidentali, Cananei, Fenici o Ugaritici. Essa corrisponde alla dea babilonese Ishtar, e sarà nota ai Greci con il nome di Astante. Vi era anche una dea guerriera, Anat,.equivalente della Tanit cartaginese, sposa del dio Baal .e molte altre divinità quali il dio fabbro Koshar o il dio solare Shams. Il nome stesso di Gerusalemme deriva da quello di due divinità giudeo. pagane, Yarih dio della Luna e Salem dio del crepuscolo.(5)
Giungendo in Egitto, gli Hyksos semitici (cfr. supra) fusero le loro divinità con quelle degli Egizi, così Baal e Seth, entrambi dei della tempesta vennero identificati: Allo stesso modo, Anat, sposa di Baal, e Nephty, sposa di Seth, furono considerate identiche: Ma in Egitto si assistette ad una progressiva demonizzazione di Seth e perciò anche a quella di Baal. Gli Ebrei vollero allora rinnegare Baal, perché questi si era rivelato impotente a migliorare la loro sorte, e scelsero un nuovo dio. Il ruolo di Mosè sembra essere iniziato in quel momento, durante il XIII secolo. A partire dal politeismo proto-ebraico, costui costruì una nuova divinità attribuendole aspetti presi da altre divinità. Egli gli diede il nome di Elohim, letteralmente “gli Dei”, cioè in pratica “il Dio degli Dei”. Egli riprende gli elementi che lo collegano alle tempeste al rinnegato Baal, e quelli di divinità celeste al dio El, il cui nome è d’altra parte simile al suo. Originariamente, in effetti, Elohim è il nome di divinità semitiche sono, in altre parole, i “figli di El”.
Quando Ramsete II prese delle misure di espulsione (6) verso gli ultimi semiti rimasti in Egitto, cioè essenzialmente i proto- ebrei, costoro ritornarono in Canaan in mezzo a una popolazione politeista. Sembra che vi siano state delle lotte tra Ebrei monoteisti ed Ebrei politeisti. Elohim prese gradualmente il nome di Yahweh, “la divinità”ed il suo culto si estese. Peraltro ci vollero più di 7 secoli prima che la Giudea si convertisse interamente a tale culto. Fino al VI secolo a.C. sopravvissero sia il culto di Baal che quello di Ashtoreth. Tale conversione venne facilitata favorita da altri fattori. Uno di questi fu l’invasione dei Filistei indo europei, nel XII secolo. Sembrerebbe pertanto che i grandi re ebrei, Davide come Salomone, fossero ancora pagani. (7) In effetti la Bibbia venne redatta molto tardi, e attribuì all’ebraismo eroi che in realtà erano ancora pagani. Fu nel VI secolo sotto il dominio assiro che Baal venne del tutto demonizzato: in effetti, il Baal ebreo era simile al Baal assiro babilonese Così per rifiuto dei Babilonesi, la cui stessa capitale veniva considerata come l’incarnazione del male (8 )gli Ebrei abbandonarono definitivamente il paganesimo verso il 580 A.C.. Peraltro parrebbe che una minoranza pagana sia sopravvissuta fino alla conquista romana.
Lo studio delle origini del giudaismo prova in primo luogo il carattere relativamente recente di codesta religione. Essa comparve ben dopo quella degli Egizi o dei Greci. In secondo luogo, il giudaismo aveva delle origini pagane. Si può così definirlo un’eresia monoteista scaturita dal giudeo-paganesimo. In ciò è paragonabile all’islam, che in effetti risulta anch’esso da una processo di monoteizzazione di un paganesimo. In effetti, il dio pagano del cielo, Allah, divenne il dio unico dell’Islam. Nel caso ebraico, fu il dio pagano El, diventato in seguito Yahweh, che assurse al rango di dio unico. L’influenza egizia del culto di Aton, dio solare diventato dio unico, può forse fornire una spiegazione che in ogni caso non potrebbe essere la sola.
Infine, le sventure del popolo ebraico nacquero da codesta eresia religiosa. Se i proto Ebrei fossero rimasti pagani, non sarebbero esistiti né il Cristianesimo né l’Islam. Il precedente ebraico ha cambiato il mondo in maniera radicale, per sventura sua e degli Ebrei stessi.
A partire da codesta trasformazione del paganesimo giudaico in yahwismo, il popolo ebreo si è messo fuori rispetto al mondo pagano. Per i persiani, come per i Greci e i Romani, la religione ebraica era incomprensibile e altrettanto la mentalità che ne derivava. Se le religioni politeiste semitiche, malgrado numerosi aspetti particolari, rimanevano comprensibili, il giudaismo non lo era più.Ad esempio, le divinità babilonesi vennero interpretate dai Greci come equivalenti, o come varianti nazionali, delle proprie divinità. Ishtar ai loro occhi era il nome babilonese di Afrodite, Anu quello di Zeus, Nergal quello di Ares, Nabou quello di Hermes, Shamash quello di Apollo. Essi tentarono di vedere in Yahweh l’equivalente ebraico di Zeus, il che sarebbe stato giustificabile quando era ancora il dio pagano Eloha. Ma l’intolleranza ebraica, fenomeno incomprensibile per gli altri popoli, mise fine a codesti tentativi. Per i Greci, come per i Romani, gli Ebrei erano degli atei e persino dei “nemici del genere umano” agli occhi di un Tacito o di uno Svetonio. Fu così che nacque l’antigiudaismo, impropriamente chiamato oggi antisemitismo. Tutti i tentativi di ellenizzare il culto di Yawheh, per esempio sotto la forma di Zeus Iao, fallirono. Infine Adriano si decise a far erigere un tempio allo Juppiter Capitolino sulle rovine del tempio costruito da Salomone.
Nell’antisemitismo moderno vi si trova, certamente, il rigetto dello spirito materialista e capitalista attribuito ai semiti, dato che esso è considerato come proprio non ai soli Ebrei, ma sarebbe anche una caratteristica dei Fenici, dei Babilonesi e persino degli Arabi. Vi è, soprattutto, anche un risentimento profondo contro gli ebrei, visti come responsabili, certo in maniera parzialmente indiretta, del cristianesimo e dell’islam e dunque dell’“assassinio” di numerose religioni nazionali ancestrali, come l’ellenica, la romana e l’asatru (paganesimo germanico ) (9)
Gli si rimprovera dunque l’aver creato il monoteismo con le sue drammatiche conseguenze. L’ultima SHOAH sarebbe dunque dovuta alla nostalgia nutrita dai fascisti per l’Europa ario-pagana, incompatibile col monoteismo ebraico e cristiano (10)
NOTE
(1) Negli ultimi anni si ritiene che tra gli Hyksos fosse già presente una aristocrazia di origine indo europea, pur essendo la maggioranza di questi invasori, la cui conquista fu probabilmente facilitata da un precedente fenomeno immigratorio, di stirpi semitiche. Scriveva Jean Vercoutter ( L’Antico Egitto Garzanti, Milano, 1960, pag. 69 ) “Questi invasori non appartenevano tutti alla stessa razza, pur essendo i nomadi semiti o più numerosi, l'invasione Hyksos si riallaccia a un vasto movimento di emigrazione in tutta l’Asia. E’collegata all’invasione ariana del II millennio nel vicino oriente. Gli Ittiti si stabiliscono in Anatolia verso il 1925, i Kassiti si istallano a Babilonia gli Urriti a Mitanni. Queste popolazioni spostandosi hanno spinto verso Occidente i nomadi semiti che si trovavano davanti a loro, e questa ondata semita, arricchita da elementi diversi, forse indo-europei, penetrò in Egitto.”
In ogni caso pare che la dominazione Hyksos sia stata meno deleteria per la cultura egizia di quanto si credesse in passato.
(2) Recentemente molti studiosi hanno negato la verosimiglianza storica della narrazione biblica cfr.ad esempio Giovanni Garbini Storia e Ideologia dell’Israele Antico (Paideia, Brescia, 1986) e I. Finkelstein e N. A .Silberman “Le Tracce di Mosè” (Carocci, Roma, 2002).
Per quel che riguarda in generale, l’antico Israele, possiamo citare:
Arthur De Gobineau “ Essai Sur L’inegalite Des Races Humaines “ ( Belfond, Paris, 1967, Pag. 269,L. II cap.IV ) “ Questa nazione, malgrado quello che ha potuto pretendere, non possedette mai, non più dei Fenici, una civiltà propria.” E poi il Gustave Le Bon Le Prime Civiltà ( Sonzogno, Milano, 1890 pag. 603) “ Gli ebrei non possedettero né arti, né scienze, né industrie, né nulla infine di quanto costituisce una civiltà. Essi non portarono mai la benché minima contribuzione all’edificio delle cognizioni umane, né mai oltrepassarono quello stato di semi-barbarie dei popoli che non hanno storia. Se essi finirono per possedere delle vere e proprie città, ciò devesi ascrivere al fatto che, per le condizioni dell’esistenza in mezzo a vicini giunti ad un grado di evoluzione superiore, era per essi necessità l’averne; ma le loro città, i loro templi, i loro palazzi, gli ebrei erano assolutamente incapaci di edificarli essi stessi, e nel tempo del loro maggiore potere, sotto il regno di Salomone, è dai paesi stranieri che furono obbligati a far venire gli architetti, gli operai e gli artisti di cui nessun emulo esisteva allora in seno ad Israele.”…pag. 611 “Durante i suoi lunghi anni di storia, Israele non produsse che un libro, l’Antico Testamento, e di quel libro solo alcune poesie liriche meritano seria considerazione. Il resto si compone di visioni di allucinati, di fredde cronache e di racconti osceni e sanguinosi.” Infine, Julius Evola Importanza Dell’idea Ariana in “La Stampa” 13 XI-1942(ora in “I Testi de “La Stampa”“ AR, Padova, 2004 pag. 32) “…assurda l’idea che l’antica civiltà ebraica abbia rappresentato qualcosa di privilegiato e di superiore, tanto modesta appare la statura di Israele di fronte all’etica e alla spiritualità comune alle antiche stirpi ario-elleniche, indo-arie, ario-romane, ario-iraniche.”
(3) Rimandiamo i lettori all’importante saggio di Silvano Lorenzoni Origine del Monoteismo e sua diffusione e conseguenze in Europa (Paganitas- Liberazione Pagana, Marostica, Vicenza) questo Autore giunge a negare carattere monoteistico alla riforma del faraone “eretico.”, sostenendo, invece, che “…l’unico monoteismo storicamente conosciuto è di origine semitica. Il monoteismo è un fenomeno semitico..”(pag-3)anzi "ebraico.” Su Akenhaton e il culto di Aton nell’antico Egitto, non ci sentiamo di condividere le posizioni espresse da Savitri Devi nel suo poetico “Son Of The Sun”Amorc, USA, 1996.
(4) Nelle civiltà semitiche del Medio Oriente, avrebbero agito, ben prima del grande Impero degli Arii di Persia, influenze indo europee; per gli autori del “Dizionario delle Religioni del Medio Oriente” ( Vallardi, Milano 1994, pag. 125 ) “La religione dei Fenici acquistò caratteri più originali verso il 1.000 a .C, grazie all’apporto di concezioni indoeuropee”. Questo popolo avrebbe acquisito le tante celebrate capacità nautiche assorbendo resti del “popoli del Mare”in cui erano presenti elementi indoeuropei (cfr. Ghehard Herm “L’Avventura dei Fenici” Garzanti, Milano, Milano, 1989). Degli Assiri scrive il già citato “Dizionario..” pag. 41 “ Popolo semitico affini ai Babilonesi, gli Assiri subirono ripetutamente, specie per il contatto con Hurriti e Ittiti, influssi non semitici, elaborarono una complessa ma effimera civiltà. L’area di penetrazione assira più che una compagine statale, rimase una sorta di terreno franco, aperto ai saccheggi e a un indiscriminato sfruttamento economico…..Gli Assiri, diversamente dai babilonesi e per influsso di altri popoli (Come gli Hurriti) erano organizzati militarmente e il loro regno fondato su un’aristocrazia guerriera.” Fu solo dopo che i conquistatori persiani di Babilonia entrarono in contatto con gli ebrei ivi “deportati” che la religione di questi ultimi riuscì, almeno parzialmente, ad innalzarsi ad un certo livello Cfr., per cominciare, Charles Autran Mitra, Zoroastre et la prehistoire aryenne du Christianisme Payot, Paris, 1935. Ricordiamo anche le aristocrazie guerriere di Hurriti e Mitanni, l’Impero Ittita,dominazione kassita su Babilonia e via elencando
5)In un eventuale ampliamento di codeste note potremmo sottoporre ad un esame critico le ricostruzioni della religioni semitiche e non, fatte dall’autore.(che tra l’altro preannuncia una edizione ampliata del presente saggio). Stupirà molti lettori sapere che vi sarebbero dei moderni sedicenti “giudeo-pagani”, collegati alla destra sionista più estrema e violenta; costoro vorrebbero rifarsi alla “religione cananea rigettando la presunta “rivelazione "mosaica. Cfr. C. Bouchet B.A.-B.A, Neo Paganisme Pardes, Puiseaux, 2001
(6) Nella storia egizia non vi è nulla che assomigli all’esodo ebraico com’è narrato dalla Bibbia, per questo si pensa di riferirlo alla cacciata degli Hyksos o a misure contro i seguaci del culto di Aton, del tutto ingiustificato quindi identificare in Ramses II il faraone dell’esodo ( ammesso che questo sia mai avvenuto ).
(7) Taluni recenti studiosi giungono a mettere in dubbio la stessa esistenza di codesti “grandi”re dei quali, salvo l’Antico Testamento, non si ha alcuna testimonianza storica
(8) L’esilio babilonese fu, per gli Ebrei, assai meno duro di quanto narrato nell’Antico Testamento. In seguito gli Ebrei, e i Cristiani, definirono una “nuova Babilonia”la loro peggior nemica: Roma. Cfr.,tra gli altri,:Thomas Stahler “Une ètude de l’Apocalypse” http://www.voxnr.com/cgi-bin/cogit_print/pf.cgi
(9) “ Scalando, attraverso le forme primitive, precattoliche del Cristianesimo, l’Impero Romano già animato ( minato? N d. r.) da ogni sorta di culti spurii- asiatico- semitici, lo spirito ebraico si pose…alla testa di una grande insurrezione dell'Oriente contro l’Occidente, dei cudra contro gli arya , della spiritualità promiscua del Sud pelagico e preellenico contro la spiritualità olimpica e uranica di razze superiori conquistatrici. Scontro di forze, che ripete quello già vetrificatosi in un perfido più antico nella prima colonizzazione del Mediterraneo.”( Julius…Evola “Tre aspetti del problema ebraico” Ar, Padova, 1994, pag. 21 ). Il cristianesimo, è stato scritto, “rappresenta la vittoria religiosa del mondo semitico…sulla grande e ferrigna Roma ariana.” Sergio Noja “Come era buono Moloch” in “Panorama” 20/3/ 1988. Si veda anche una brillante intuizione di F. Nietzsche ( “Genealogia della Morale” I, 8 ) “ Non ha raggiunto Israele, proprio per la via traversa di questo”redentore”, di questo apparente oppositore e dissolvitore di Israele, la meta estrema della sua sublime avidità di vendetta? Non rientra nella occulta magia nera di una veramente grande politica della vendetta, di una vendetta lungimirante sotterranea, che guadagna lentamente terreno ed è preveggente neo suoi calcoli, il fatto che Israele stesso ha dovuto negare e mettere in croce dinanzi a tutto il mondo, come una specie di nemico mortale, il vero strumento delle sue vendette, affinché “tutto il mondo”, cioè tutti i nemici di Israele, potesse senza esitazione abboccare a quest’esca-?….E quanto meno certo che sub hoc signo Israele è tornata sempre a far trionfare sino a oggi su tutti gli altri ideali, su tutti gli ideali più nobili, la sua vendetta e la sua tra svalutazione di tutti i valori.”( Cfr Losurdo cit .pag..869) E, nonostante tutto, nel campo neofascista italiano, vi è sempre stato, seppure su posizioni minoritarie, chi ne è stato consapevole. Già Adriano Romualdi “Sul Problema di una Tradizione degli Europei” ( Vie della Tradizione, Palermo, s.i.d. ) pag. 33-) “ Noi sappiamo oggi cosa veramente rappresentasse il cristianesimo: un fenomeno sociale, razziale, e ideale estraneo al mondo classico. Razziale perché esso si propaga dall’Oriente e si impone in Occidente in conseguenza dello spopolamento e della levantinizzazione della parte europea dell’Impero; sociale perché contro la humanitas greco -romana si pone come una “democratizzazione della cultura” (Mazzarino) ”
“ Il primo episodio dell’assalto ebraico alla civiltà europea è costituito dalla guerra sotterranea che l'ebraismo combatté contro Roma. Tale guerra finì con la sconfitta spirituale e politica dell’Impero Romano, una delle cause del cui crollo fu il cristianesimo partorito del giudaismo.” Giuseppe Candelo ”Ebraicità ed Ebraismo” in “Avanguardia” n.77 Marzo 1992 . “…dunque noi crediamo che l’immissione astuta e brutale di una forma religiosa semitica al mondo indoeuropeo, seppure per certi periodi storici pare aver contenuto la crisi dissolutiva già in atto in Occidente, alla fine si sia rivelata disastrosa per l’Occidente medesimo” Daniele Verzotti “Beati i poveri di Spirito” in “Sentinella d’Italia” n. 278 Dicembre 1996. “Mentre nell’antichità ogni religione era vista come indissolubilmente legata allo spirito e alle tradizioni del suo popolo, il cristianesimo taglia i legami che univano le nazioni alle loro divinità e in modo innaturale e dogmatico sovrappone alle culture originarie una unica verità e un unica gerarchia. E’l’imporsi, nel campo spirituale, di quell’intolleranza di stampo giudaico che ha lasciato lastricato 2 millenni di storia di oziosi dommatismi teologici sfociati in sanguinose guerre di religione, che ha portato alla persecuzione degli eretici, ai roghi delle streghe, ai processi agli scienziati.”Piero Sella “L’immigrazione Di Massa Arma Del Mondialismo Contro La Sovranità Nazionali” in “L’Uomo Libero” n. 46 XII 1998. “Per noi la decadenza della civiltà europea e il suo imminente sfiguramento etnico sono l’esito finale di un processo innescatosi molti secoli prima, con la soppressione dotata degli antichi culti patrii e la colonizzazione spirituale dell’Europa” Luca Cancelliere “Mondialismo E Resistenza Etnica” in “Sol Indiges” N 1-2000.
Peraltro. i “nostalgici” delle antiche religioni, per lo più non riescono a spiegare adeguatamente perché esse siano crollate di fonte al cristianesimo.Già Enrico Morselli in E. Haeckel cit.pag .285 scriveva a proposito della conversione del mondo greco-romano alla nuova fede. “Quando si vede una società generalmente fiera della sua superiorità politica, artistica e filosofica, sottomettersi ad una razza da essa considerata come inferiore (l’ebraica),quando si veggono i popoli più civili del mondo rinnegare il loro passato e abdicare la loro supremazia morale davanti a una piccola nazione dispersa e ridotta a condizione quasi servile si rimane sorpresi:è una rivoluzione unica nella storia umana!” Mutatis mutandis ciò potrebbe essere detto anche dei popoli celtici,germanici e slavi. In un libro che Benito Mussolini avrebbe ,in gioventù, letto ed apprezzato: Emilio Bossi Gesù Cristo non è mai esistito , riedito nel 1976 da La Fiaccola, Via San Francesco 28 Ragusa, si leggeva (pag. 208). “Il cristianesimo conquistò il mondo con la violenza, e solo con la violenza se lo tenne soggetto per tanti secoli. Con l’acquisto del favore imperiale, il cristianesimo si preparò alla gran lotta contro il paganesimo, che distrusse solo dopo una lunga serie di anni con leggi repressive e con persecuzioni d’ogni natura.”. Bisogna ,infatti, tenere conto che il processo di cristianizzazione richiese assai più tempo di quanto generalmente si pensi e quali furono i metodi impiegati. “ Per propagare il verbo dalla pace di Gesù, i Cristiani hanno fatto più morti di Attila, e Gengis Khan messi assieme” Indro Montanelli in “Il Giornale” 10/7/1990. Così “In Europa furono spazzati via con il ferro e il fuoco gli “eretici” cristiani e i “pagani” romani, celti, germani o slavi che fossero, ma anche i fedeli di una religione monoteista”del libro” come l’Islam. Il giudaismo invece rimase, seppur in difficile coabitazione nonostante ricorrenti esplosioni popolari di rivolta: alla fine esso fu sempre difeso in extremis dall’estinzione proprio dalla Chiesa forse nella speranza della conversione.” (C.T .”Il Figlio Del Pantera” in “Orion” n-11 Dicembre 1992). Cfr, comunque, Claudio Rutilio”Cause della egemonia del Cristianesimo e sopravvivenze pagane in Occidente”Arx, Messina, 1985, P.Jones e N.Pennick” A History of Pagan Europe” Routledge, London, 1997, P.F.Beatrice “L’intolleranza cristiana nei confronti dei Pagani” ed. Dehoniane, Bologna, 1993, AA VV” Il gentil Seme L’idea di Europa: radici e innesti ” Ar, Padova, 2004. Elementi utili si trovano anche nella pur faziosa opera di Karlheinz Deschner “Storia criminale del Cristianesimo” (che l’Ed.Ariele di Milano vanno pubblicando con esasperante lentezza e in criticabile traduzione.)
(10). An Tor “Contro Gli Ebrei Colpevoli Pregiudizi” in “il Giornale” 19/3/1998 citava l’allora cardinale Ratzinger che per presentare un documento vaticano sull’antisemitismo sosteneva. “io sono convinto che si potrebbe anche dimostrare che Hitler, distruggendo il popolo di Israele voleva distruggere anche la radice del cristianesimo che secondo lui era una giudaicizzazione della Razza Ariana.”Anche se vi è chi nega che Hitler mirasse all’estirpazione totale del popolo ebraico, il ragionamento non manca di logica. D’altra parte: “L’antisemitismo conduce necessariamente all’alternativa offerta dalla professione delle religione cristiana o, piuttosto, della fedeltà alla nostra vera tradizione, dalla volontà di una nuova spiritualità integralmente nordico-solare, e pertanto pagana, come massima integrazione della nostre forze indebolite e disperse nell’età oscura occidentale. Un antisemitismo radicale è possibile soltanto nella misura in cui contemporaneamente sia un anticristianesimo” ( J.Evola “Heidnischer Imperialismus” in “Imperialismo Pagano..” cit, pag. 281).
APPENDICE 2 HITLER, UN EREDE ?
Grandi uomini appaiono a tratti nel corso della storia. Essi sono mistici, pensatori o straordinari conquistatori. Agli occhi di coloro che li seguono, essi appaiono come dei. A quelli dei loro nemici, essi restano più che uomini, ma la loro stella è oscura,. Il primo di questi ad apparire nella storia fu il re Ciro di Persia, che, partendo da un piccolo territorio, seppe conquistare un grande impero.
Allo stesso modo, Alessandro il Grande, re dei Macedoni, s’impadronì di quest’impero e lo ampliò fino a confinare con la Libia da una parte e l’India dall’altra. Se non fosse morto al suo ritorno a Babilonia, avrebbe meditato di vincere Cartagine e Roma, di conquistare la Spagna, l’ Arabia, e anche la Gallia, al fine di unire l’Occidente e l’Oriente sotto il suo potere.
Giulio Cesare, una stella nel firmamento dell’impero Romano, fu il logico continuatore di Alessandro. La sua conquista delle Gallie equivale a quella dell’Impero persiano. I successori, l’Imperatore Giuliano, Federico II Hohenstaufen, Luigi XIV o Federico II Hohenzollern, non poterono eguagliarlo.
Napoleone Buonaparte, imperatore dei Francesi, rappresentò un inatteso risveglio dello spirito eroico, sovrumano, dopo la cristianizzazione dell’Europa. Grande conquistatore e pensatore nel campo religioso, Napoleone appartiene a questa stessa razza di eroi sanguinari, di “titani oscuri”.
Il problema Hitler pone la domanda del collegamento di questa figura a questo tipo di uomini che ben raramente si incontra nella storia. Numerose rassomiglianze esistono tra i tre grandi predecessori Alessandro, Cesare e Napoleone e Adolf Hitler. Secondo Maximiani Portas, nota come Savitri Devi,(1), apologista del Fuhrer ,questi sarebbe stato un avatar , un inviato incaricato di una missione dagli dei. Ma lo stesso si potrebbe dire degli altri. Alessandro era detto Ares Makedon,reincarnazione di Ares, dio della guerra. Ed era anche considerato figlio di Zeus Ammone. Allo stesso modo Cesare era detto “figlio di Marte e di Venere” e fu lo stesso Marte che venne invocato come vendicatore del dittatore assassinato. Napoleone, imperatore anticristiano, diceva di essere accompagnato dal “ Dio della guerra”, cioè da Marte.-
Adolf Hitler pretendeva di essere stato inviato da potenze superiori, vale a dire dagli dei, e parrebbe particolarmente legato alla figura del dio germanico della guerra Wotan, “il furioso”, senza dubbio una delle manifestazioni di Thor dio della tempesta e della guerra.
I quattro grandi conquistatori appaiono dunque particolarmente legati a divinità guerriere. Si potrebbe anche dire che possono essere considerati incarnazioni di tale dio, e in questo senso, Hitler è ben il continuatore, l’erede di quei grandi predecessori
In modo più preciso, questi quattro personaggi erano pieno di “furore”. Sono celebri le collere di Alessandro, di Cesare, di Napoleone e di Hitler. Le loro vicende ebbero ugualmente caratteristiche tragiche perché i loro ideali non poterono essere realizzati.
La morte per malattia o per veleno di Alessandro a Babilonia, l’assassinio di Cesare alle Idi di Marzo, l’ esilio e l’avvelenamento di Napoleone a Sant’Elena e il suicidio di Adolf Hitler nel bunker, furono la conclusione delle loro vicende. Allo stesso modo il grande eroe Ercole morì sul rogo sul Monte Eta e Achille venne ucciso da una freccia avvelenata che lo aveva colpito nel tallone. Anche Hitler, dunque, conobbe la sorte degli eroi legati ad Ares, il dio della guerra. Dopo vittorie stupefacenti, la battaglia di Francia, l’inizio dell’Operazione Barbarossa, la conquista dell’Europa centrale e settentrionale, fu la Beresina. Vinte su tutti i fronti, le truppe europee del Fuhrer, come precedentemente quelle di Napoleone, ripiegarono sulla Germania. Hitler fu schiacciato sotto il peso dei suoi nemici e tradito da quelli che si erano professati suoi amici. Infine morì insieme con Eva Braun, la compagna che si era scelto, e del suo cane Blondi. Una morte indegna di un conquistatore come lui.
Il bilancio del Fuhrer appare negativo. Nello stesso modo in cui l’Impero di Alessandro si sfasciò dopo la morte dell’eroe che lo aveva creato, e quello romano sprofondò nel declino dovuto alla influenze orientali, e come le monarchie trionfarono dopo il 1815, l’Europa dopo Hitler sprofondò . Seguì dapprima il dominio. dell’URSS e degli Stati Uniti, poi, dopo la caduta della prima e l’indebolimento della Russia, quello dei soli Stati Uniti, anch’essi infettati dalla decadenza. Ma il suo ideale non è morto nel bunker di Berlino e potrebbe rinascere in ogni momento e perché no presso il suo vecchio alleato e poi nemico, la Russia. Oppure potrebbe rinascere in modo inatteso in tutta l’Europa.(2)
Il sogno di Alessandro di Cesare, di Napoleone e di Hitler, non si fermerà. In tale ottica, l’apparizione di un nuovo avatar del dio guerriero, quello che gli indiani chiamano Kalki, ultima incarnazione di Vishnu o di Indra, e che dovrebbe riportare all’età dell’oro, è inevitabile.( 3). La storia futura potrà narrare i fatti di questi conquistatori del passato, trascurando le critiche mosse a loro dai moderni sicofanti: Piuttosto che vedere in Hitler un atroce macellaio, il che nulla toglie ai milioni di morti causato dalla sua politica, egli potrà forse venire visto come l’annunciatore di qualcosa d’altro che deve ancora venire.
E’ assai logico che un avatar del dio della guerra, come Hitler, sia associato ai numerosi crimini del suo regime. Il dio Ares è qualificato anche di “omicida”. Il che nulla toglie alla grandezza del dio.
NOTE
(1) Su questo singolare personaggio, più interessante di quanto di solito si pensi, rimandiamo al volume già citato del Goodrick Clark e a Vittorio De Cecco e Lotte Asmus”La “Missionaria”Del Paganesimo Ariano” in “Risguardo” n-4, Ar, Padova, 1985e Savitri Devi “Selected Writings” Renaissance Press, N. Zealand, s.i.d..
(2) Il che oggi come oggi ( estate 2005 ) ci sembra poco probabile!
(3) Codesta è una “certezza” che lasciamo all’autore!
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE DEL TRADUTTORE
Ci si può veramente chiedere quanto di ancora attuale ci possa essere in tutto questo, per alcuni ve ne sarebbe ancora.
Maurice Bardeche ( “Che cosa è il Fascismo” cit. pag. 65 ) scrisse: ” Il naufragio dell’ideologia fascista è stato così completo che si presenta come una specie di enigma all’occhio dello storico. E’ la prima volta che accade che un’idea vinta sia scomparsa così rapidamente, dopo essere stata tanto potente; scomparsa come un enorme vascello, lasciando sul mare soltanto qualche rottame disperso? Non si conosce altro esempio che quello degli Albigesi. La verità è che il Fascismo è stato estirpato come una eresia; i suoi capi furono massacrati, i suoi simboli maledetti, il terreno stesso che l’aveva portato fu bruciato e purificato. Questo sradicamento totale fu condotto con le armi più moderne e con una potenza allucinante; la campagna delle atrocità ne fu il principale strumento e tale campagna non ebbe un carattere passeggero, non fu lo sforzo di un momento, fu invece continua, metodica, industriale; durò degli anni e dura ancora e durerà finché i vincitori del Fascismo saranno i detentori esclusivi di tutti gli altoparlanti dell’opinione pubblica: stampa, radio, televisione, cinematografo, case editrici.” Ma (pag. 72) “ Le sette neo-fasciste si sono formate molto presto, molto più presto di quanto in generale lo si immagini. Si sono costituite come delle bande nel turbine della disfatta e della persecuzione. Un uomo deciso piantava il suo stendardo da qualche parte ed un pugno di camerati si riuniva intorno a lui. Altre volte è accaduto che un gruppo si sia formato nella clandestinità. Erano bande di soldati perduti che si riconoscevano nelle tenebre dell’ingiustizia e dell’odio; erano dirette da sconosciuti, da uomini senza gradi, che per la loro oscurità avevano potuto sfuggire alla rete tesa su tutta l’Europa….”.
Scriveva Stanley G.Payne ( Elementi per una Teoria del Fascismo a posteriori in Che cosa è il Fascismo? cit. pag. 321 ) “..il numero dei gruppi e movimenti neofascisti, o presunti tali, nati nel corso della II metà del secolo è stato probabilmente superiore a quello dei movimenti fascisti originari sorti nel venticinquennio tra il 1920 ed il 1945”, presunti tali, appunto, venendo il termine “Fascismo” utilizzato come insulto la maggior parte dei gruppi accusati di “Fascismo” non meritava tale definizione.Comunque come scrisse Enzo Erra ( La Sindrome di Fiuggi Il Settimo Sigillo, Roma, 2003 pag. 126-127) “E finché restò, anche in un solo angolo del mondo, un pugno di uomini che credeva nello Spirito e nella Nazione, e in nome di questi valori si batteva contro il capitalismo e contro il marxismo, la partita non fu ancora irrevocabilmente giocata.” Piero Sella Dal trattato di pace del 1947 alla vicenda dell’obelisco di Axum in “ L’Uomo Libero” N.44 (Novembre 1997) scriveva:“..il Fascismo al di là della criminalizzazione degli avversari e delle abiure degli opportunisti si rivela…l’unico punto di riferimento per coloro che rifiutano di piegarsi ai mercenari del mondialismo e ai fautori dell’imbastardimento razziale.” Citiamo ancora Maurizio Murelli “Delirio Estivo” in “Orion” N.7 Luglio 2002 “Oltre mezzo secolo dopo il Fascismo ,nella sua formula essenziale(quindi al di là di alcune sovrastrutture ideologiche e di certi estetismi del tutto datato e contingenti) si accredita come unica alternativa globale e concettuale al modello di sviluppo in corso..” Ma ha anche ragione Enzo Erra a scrivere ( Le Radici del Fascismo cit. pag. 83) “Il Fascismo non riprende forza non perché le circostanze non lo favoriscano ma perché non sono abbastanza numerosi, fecondi e forti gli spiriti disposti ad accoglierlo.”
Il curatore di codeste note, invece, vorrebbe spingere lo sguardo ai decenni che ci attendono, quando il mondo moderno avrà ridotto questo pianeta ad un immondezzaio infestato da quella che qualcuno avrebbe potuto definire ”una putrescente massa di bastardi” un’umanità in gran parte senza patria, senza fede, senza razza anche nel senso biologico del termine, soggetta oltre al resto a quei fenomeni di “contro selezione” già studiati da autori quali G:Vacher De Lapouge “Le Selection Sociales” ( Les Amis de Gustave Le Bon, Paris, 1990 ). Lothrop Stoddard The Revolt against Civilization, Freelands Products, New Orleans,1950 , Elmer Pendell Sex versus Civilization (Noontide Prss, Los Angeles,1967) e Why Civilizations self Destruct (Howard Allen, Cape Canaveral, 1977). Fenomeni che hanno, nei secoli, già compromesso, forse irrimediabilmente, i popoli bianchi.
E’ in ogni modo ormai inevitabile che in un futuro più o meno prossimo i popoli europei si saranno, almeno in parte,irrimediabilmente dissolti in un caos etnico e culturale, ma anche allora forse,sarà possibile un’ultima battaglia.
“ L'ossesione di purezza di ogni teorico del razzismo finirebbe col riconoscersi lungimirante davanti allo spettacolo compiuto di un "Mischmasechvolk" di una umanità imbastardita e immemore" Giovanni Monastra “Etnie: Identità E Sradicamento” in “Percorsi” n.10, 1998.
Ricordiamo quanto ebbe a dire Martin Heidegger in una intervista pubblicata postuma su ”Der Spiegel” nel maggio 1976. “In base alla nostra esperienza e alla nostra storia di uomini, per quanto io ne sappia, ritengo che qualsiasi cosa grande ed essenziale abbia potuto nascere unicamente per il fatto che l’uomo avesse una patria(Heimat),e che fosse radicato in una tradizione.”
Citiamo ancora da Cesare Mazza Atemporalità e universalità del Fascismo ( Wage, Roma, 1993, pag.16/17 ) “L’ipotizzazione di società cosiddette plurinazionali, se diabolicamente realizzata, ridurrà la Nazione e l’Europa ad un consorzio di meticciato senza volto e senza anima, conseguendo in livellamento di Sangue e di pensiero agli stadi inferiori, per il quale ogni valore superiore di Civiltà sarà frantumato e definitivamente sepolto. Il degrado morale delle società nazionali europee ed extra europee, freneticamente impegnate in deliri mercantilistici e pseudo umanitari, fra scompensi sociali spaventosi, denunziando la fine di una era, se mai protratto ed alimentato ancora, segnerà il tramonto non di una Civiltà, ma della Civiltà.”.
Inoltre vi è chi giunge a sostenere che “ La varietà delle culture è indispensabile alla sopravvivenza della specie umana” ( Ida Magli “Ma ogni intervento è violenza” in “L’Espresso”28-7-1995.)
Si annuncerebbe perciò come possibile quella “ fine della storia” profetata da alcuni, il trionfo di quel “ultimo uomo” intravisto da Federico Nietzsche. Ma proprio il filosofo della “Volontà di Potenza”aveva anche scritto. “La degenerazione collettiva dell’umanità fino a quel tipo d’uomo che gli stolidi socialisti e tutti gli imbecilli considerano il loro”uomo del futuro”, il loro uomo ideale; la degenerazione e il rimpicciolimento dell’uomo fino a renderlo un perfetto animale da gregge o, come essi dicono, un uomo della”libera società”; l’avvilimento dell’uomo fino a diventare una bestiola da gregge con uguali diritti ed uguali pretese, è possibile, non v’ha dubbio che possa avvenire! Colui che ha considerato le ultime conseguenze di tale possibilità, ha imparato a conoscere una nausea che gli altri uomini non conoscono….e forse anche un nuovo compito!”
A queste parole si possono affiancare quelle di Oswald Spengler Albori della Storia Mondiale vol. I, Ar, Padova, 1996, pag. 49: “Ciò che vi è di grande nella storia sono le potenti passioni delle razze, dei popoli, delle famiglie, delle caste, dei singoli individui. Il loro prezzo, fiumi di sangue, incendi di città, macerie, non è troppo caro. E solo quando l’arida ragione tracima dalle città, come una sudicia marea su cui galleggiano”pace”, “libertà”, o “aspirazioni”, gonfia di plebei esigenti felicità per il maggior numero: comodità, divertimenti, pane e vino a sazietà, un’immensa noia si stende allora sul mondo, sicché gli uomini capaci di forti passioni fuggono in altri continenti, diventano criminali, commettono suicidio-o riducono in macerie questo mondo.”. Dunque ci viene prospettato un mondo contro il quale per taluni sarebbe vitale tentare anche le più disperate ribellioni.
Non è,comunque, sicuro che questo mondo possa continuare a putrefarsi “in pace”.,il che potrebbe aoprire delle nuove prospettive di azionr veramente “rivoluzionarie”. Scrive Rutilio Sermonti Manuale del Militante Nazional Popolare ( cura del M.N.P., Roma, 2004, pag. 10-11) “ La nostra milizia “in partibus infidelium”non si presenta…disperata per due presupposti per noi incrollabili. Il primo è che il sistema plutocratico che si è impossessato del mondo contiene in sé insanabili assurdità e contraddizioni da porre in breve l’umanità intera davanti ad una tremenda crisi di sopravvivenza. Il secondo è che, in quel momento, una minoranza agguerrita con idee chiare e spietato realismo, nutrita di una saggezza millenaria, rappresenterà l’unica alternativa di salvezza.” Ma, ricordiamo, “Una posizione rivoluzionaria nei confronti della civiltà contemporanea, deve innanzitutto partire da una concezione della vita e del mondo che sia l'opposto di quella propria al mondo moderno" Enzo Erra Liberazione Radicale in “Imperium” anno 1 n. 1, maggio 1950.
Possiamo supporre che chi, anche allora, volesse in un qualche modi rifarsi alla “Visione del Mondo fascista” dovrà accentuarne gli aspetti sovraumanistici,gerarchici e forse anche guerrieri mettendo in secondo piano quelli “nazional sociali”..
Vari autori prevedono che una vera e propria “convergenza di catastrofi” verrà a mettere in crisi il mondo moderno, possiamo qui citare, oltre alla Deformazione della Natura di S.Waldner, di L. Luna e J.A:Aguilar “Fine della Storia o Fine del Sistema?” Società Editrice Barbarossa, Milano1994. e di Guillaume Faye Archeofuturismo, Soc. Editrice Barbarossa, Milano, 1999.
Riteniamo che per prepararsi ad eventuali svolte epocali vadano studiati in primo luogo i problemi tipici delle società multirazziali in primis i fenomeni di conflittualità e di gerarchizzazione sociale che paiono verificarsi, inevitabilmente, quando razze diverse si trovano a convivere. Riguardo ai primi citiamo da Carlo Jean ( Geopolitica, Laterza, Bari, 1995 pag.100) “Nell’impossibilità di selezionare o di bloccare l’immigrazione, non vi è altra prospettiva che quella di uno scontro etnico interno”. Inoltre “Nei conflitti tra civiltà a differenza di quanto avviene con quelli ideologici,si sta sempre dalla parte della propria razza.”( Samuel Huntington “Lo Scontro delle Civiltà e il Nuovo Ordine Mondiale” Garzanti, Milano, 1997 pag.319 ) Riguardo al secondo problema riportiamo da G.Heberer, G.Kurth, I. Schwiderzky “Antropologia”(Feltrinelli, Milano, 1966, pag. 62-63. “Società a stratificazione etnica. La stratificazione è più facilmente riconoscibile dove coesistono popolazioni di razza diversa…..per grandi parti dell’Africa un individuo è di pelle tanto più chiara e si avvicina tanto più al tipo razziale europoide quanto più alto è lo strato sociale a cui appartiene…..,questo è il risultato della continua pressione demografica esercitata dalle popolazioni europoidi dell’ Africa Settentrionale, pressione che provocò una sovrapposizione di gruppi a carattere più marcatamente europoide a gruppi di caratteri prevalentemente negroidi. ….Probabilmente origine analoga hanno le differenze somatiche tra le varie caste in India, con statura relativamente alta, naso sottile e pelle chiara a favore delle caste superiori: qui conquistatori indoariani provenienti dal nord si sovrapposero ad una società indide- veddide probabilmente già stratificata. L’etnologia conosce numerosi casi di sovrapposizione a popolazioni contadine di popoli nomadi, che di norma sono più leptosomi e più intelligenti.”.
Riguardo alla situazione creatasi negli USA, scriveva H.R. Jensen Genetica, Educabilità E Differenze Tra Le Popolazioni in “L’Uomo Libero” A. II, N. 8, X, 1989) “Negli USA il colore della pelle si schiarisce presso i neri, man mano che si sale verso categorie di più alto livello sociale, il che conferma che fattori genetici intervengono in un modo o nell’altro nelle determinazione di questo livello.”.
Se tutto ciò ha un senso probabilmente dovremo agire e lottare perché i nostri eventuali discendenti siano tra gli Kshatrya e non tra i paria o, al peggio, tra i Tutsi e non tra gli Hutu che le nuove situazioni potrebbero creare.
Ma su tutto questo si potrà ritornare in futuro.
Ci sia concessa, infine, un’ultima considerazione: chi scrive ritiene che tropo spesso i “difensori” o presunti tali dei “fascismi” proprio allo scopo di difenderli ,abbiamo annacquato il loro contenuto fino a snaturarlo completamente; anche da ciò conseguì la strada che portò a Fiuggi o al “buonismo”nazional- popolare degli attuali gruppi extraparlamentari, da ciò, talvolta, la necessità di ricorrere ad avversari anche quando possono apparire “beceri”.
Avversari che ebbero a definire i fascisti come “... devoti ad una sorta di religione pagana in cui le divinità della violenza incendiavano l’universo per purificare con le fiamme l’umanità corrotta.” A. Del Boca e M.Giovana Fascism To Day A World Survey ( Pantheon Books, New York, 1969,pag.51 )..
E citiamo, ancora, nonostante il riferimento all’ex onorevole Rauti sia ormai del tutto obsoleto, quanto un altro avversario, Giorgio Bocca, scriveva su “La Repubblica” del 5/11/1996 “Vi è tutta una letteratura che è arrivata ai nostri Rauti ed Evola e di cui si sono nutriti i neofascisti, in cui libertà e democrazia sono considerate dei mali, delle cose oscene ed avvilenti, in cui si predica la politica come violenza della razza eletta inquadrata in ordini religioso-militari. Idee professate in buona fede, magari consacrate con il sacrificio della vita.”
“IL MONDO E’MARCIO-HA BISOGNO DI FUOCO” BENITO MUSSOLINI
INDICE
Prefazione del traduttore pag. 1
Definizioni pag. 9
Il Fascismo un socialismo comunitario pag. 25
Radici ideologiche del fascismo pag. 33
Il Fascismo Italiano…. pag. 42
Il Fascismo in Europa Occidentale pag. 48
Il Fascismo in Europa Centrale pag. 55
Il Nazionalsocialismo…. pag. 60
Conclusioni pag. 74
Appendice 1 pag. 78
Appendice 2 pag. 87
Considerazioni Conclusive Traduttore pag. 90

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